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Hit Parade: quando hai voglia di mandare tutti a quel paese, alza il volume

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Di Stefano Benzi

“Avrei voglia di mandare tutti a quel paese”: senza addentrarci sul motivo per cui Gianrio Falivene sia così maldisposto nei confronti di chi lo circonda, anche se indubbiamente i cinque miseri punti ottenuti in dodici partite dalla sua Top Volley Cisterna pesano, abbiamo pensato ad una playlist che fosse energica, cattiva, liberatoria, catartica. Ma quando ti viene voglia di mandare tutti a quel paese, quando il primo oggetto che vorresti avere a disposizione e a portata di mano è un piatto da rompere, quando non vedi il bicchiere né mezzo pieno né mezzo vuoto perché il bicchiere lo hai polverizzato stringendolo in pugno… che si fa?

Ci si sfoga, ci si calma e si prova ad usare il buon senso. Per la parte iniziale, quella dello sfogo, ecco alcuni consigli musicali da prendere come gli ansiolitici, in giusta misura, e da accompagnare con un minimo di esercizio fisico come integrazione. Un sacco da botte è l’ideale.

La sfida ci è piaciuta. E l’abbiamo accolta con una promessa: la prossima settimana avremo una hit parade interamente dedicata a canzoni che insegnano a prendere le cose con filosofia.

Ma ecco cosa consigliamo di ascoltare quando si ha voglia di mandare tutti a quel paese…

1) Sto per esplodere…

I Foo Fighters sono nati, per definizione, da un bisogno drammatico. Quello di esorcizzare un lutto drammatico e affermare la propria identità. Quando Dave Grohl, batterista dei Nirvana li fondò ormai oltre venticinque anni fa, era reduce della drammatica morte di Kurt Cobain cui Grohl reagì inevitabilmente molto male. Iniziò a girare il mondo senza una meta precisa facendo perdere le sue tracce a più riprese. Poi, dopo più di un anno, tornò a casa in Virginia. E iniziò a scrivere. Nacque il loro primo album, un capolavoro. In ogni loro disco c’è un sempre almeno un brano di grande forza tensiva, una sorta di seduta analitica di chi sa di averne abbastanza e sta per esplodere: “The Pretender” che abbiamo già fatto ascoltare, “White Limo”, “Fat Fu**ing Lie”, “Run”… Grohl pensa a quando sarà anziano, e si arrabbia. Pensa agli amici che ha perso, e si arrabbia. Pensa a quello che avrebbe potuto fare, e si arrabbia. E se non ha qualcosa per cui arrabbiarsi, si mette nei panni di qualcuno molto arrabbiato. E si arrabbia. La sua “Breakout” è la storia di un nerd messo a dura prova da ragazze che lo prendono in giro, bulletti, una famiglia non del tutto comprensiva. Mai fare arrabbiare un uomo mite. Meraviglioso brano della colonna sonora di “Io me e Irene” con Renée Zellweger e uno straordinario Jim Carrey travolto da due personalità.

Questo video è tratto dalla splendida esecuzione live allo Wembley Stadium del 2008

2) Seconda cella a destra

“St. Anger” (Beata Rabbia, letteralmente) è uno degli album meno riusciti dei violentissimi Metallica. La canzone nasce in un momento di profonda crisi creativa della band che stava cercando per l’ennesima volta di ripartire dopo liti, tensioni e storie di varia dipendenza dei suoi elementi. La canzone nasce dopo una lite furibonda per un assolo di chitarra eccessivo: ma non viene conclusa, perché il cantante della band James Hetfield viene trattenuto a fatica mentre cerca di spaccare la faccia al suo socio Lars Ulrich, batterista della band, che gli aveva letteralmente detto che i suoi assoli “avevano rotto il c****”. Hetfield e Ulrich finiscono in rehab, uno da una parte e uno dall’altra. Si ritrovano dopo sei mesi e finiscono la canzone che avevano iniziato nella quale sfogano tutta la loro rabbia, e tensione, e insoddisfazione. Per rendere maggiormente l’idea chiedono e ottengono il permesso (cosa mai successa) di registrare il video nel carcere di massima sicurezza di San Quintino. La canzone NON contiene assoli di chitarra. Nessun musicista è rimasto ferito nella realizzazione di questo video. Anche gli ergastolani pare stiano bene.

Il video originale registrato a San Quintino di “St. Anger”

3) Non sarò mai come volete voi

I Rage Against the Machine sono un gruppo che fa della rabbia una componente essenziale. Il chitarrista è Tom Morello, un genio laureato in economia con il massimo dei voti ad Harvard. Il cantante è Zack de la Rocha, nipote di un rivoluzionario zapatista. Le loro canzoni sono state considerate pericolose dal governo statunitense e bandite per molti anni dalla distribuzione radiotelevisiva. Disgraziatamente nel 2009, poco prima di Natale, alla BBC, si accorgono che l’album dei Rage Against the Machine è primo in classifica. Ed è tradizione ospitare dal vivo il musicista leader della classifica natalizia. Alla BBC sudano freddo: invitano i Rage Against the Machine e riservano loro il cosiddetto Comma 3, la massima cautela di autoregolamentazione. In onda alle 7 del mattino, dopo una breve intervista e con 15” di ritardo sulla messa in onda per tagliare tutto nel caso venga detto qualcosa di sconveniente. I quattro zapatisti sono quasi educati: si limitano a insultare Simon Cowell (il talent scout di Great Britain Got Talent), la versione inglese di X-Factor e alcune boyband. Poi attaccano “Killing in the name”: una versione rovinosa, dirompente, rabbiosa che culmina con il mantra “non farò mai quello che mi direte” nel quale campeggia una parolaccia. Il proibitissimo F***. I RATM cantano il testo integrale e mandano in onda all’ora della colazione il primo comandamento dei disobbedienti. La BBC manda tutto in onda senza tagliare niente. Ma il video di quella esibizione resta nascosto negli archivi della BBC per dieci anni… Poi viene pubblicato on line, e senza tagli, dalla band. Che lo aveva registrato con due propri operatori. 

Il documento integrale e la straordinaria intervista (senza censure) della band seguita dall’esecuzione live di “Killing in the Name”

https://www.youtube.com/watch?v=SfZGUdcBBLc

4) Dagli al piromane

L’anima inquieta e malata del compianto Keith Flint, frontman dei The Prodigy, è l’espressione stessa della rabbia che ha bisogno di trovare uno sfogo. Tra tanti testi sicuramente scorretti e molto difficili da spiegare perché provocatori al limite dell’insulto, Flint insieme all’altro leader della band, Liam Howlett, si scaglia contro i luoghi comuni sentenziando che ogni cosa buona nasce da qualche distruzione. Flint è convinto che è solo dopo avere raso al suolo che si possa ricostruire. E questo ovviamente vale anche per i rapporti. Sui testi dei The Prodigy si sono scritte tesi e libri: perché alcuni dei loro messaggi sono stati presi alla lettera da alcune persone, che ne hanno fatto un pessimo uso. “Firestarter” è un violentissimo brano drum and bass che celebra chi dà fuoco alle polveri. Che si tratti di una protesta, di una festa, o anche semplicemente di una discussione. “Sono quello che inizia i guai, quello che scatena la gazzarra; sono quello che si alimenta di paura, il pericolo pubblico, sono un folle piromane, il randagio detestabile, la sporcizia infestata…” . Lennox Lewis, grande campione di boxe, confessò di avere ascoltato questo brano più volte prima di salire sul ring. Vinse un oro olimpico e sei titoli mondiali.

“Firestarter” eseguita dai Prodigy al Rock am Ring Festival del 2009

5) Cercami e distruggimi

I Velvet Revolver nacquero dai resti di Guns and Roses e Stone Temple Pilots. Gruppo straordinario, menti malatissime: il cantante della band Scott Weiland fu più volte arrestato per droga. Dopo l’ultimo arresto, poco prima che morisse di overdose, il giudice gli disse… “la mando in galera perché sono un suo fan, e vorrei che questa esperienza le salvasse davvero la vita”. Le cose non andarono così. Ci sono vite che sono destinate a bruciare in modo dirompente lasciando una luce accecante e un po’ malsana. In questa canzone Weiland parla delle sue dipendenze e del suo rapporto con sua moglie: “Curami, lavami con l’acqua per ripulirmi dai miei peccati, quando mi cerchi sai che puoi distruggermi, bruciami la mente ma tienimi sempre sotto controllo…” Il testo in realtà è molto più esplicito aggressivo e durissimo. La canzone è una bomba. La eseguirono per la prima volta nel leggendario David Letterman Show lasciando di stucco pubblico, conduttori e musicisti dell’orchestra. Fuori dalla diretta Letterman disse una frase che restò storica: “Questo brano è meglio di una seduta analitica, se sopravvivete al prossimo anno sarete una delle più grandi rock band della storia…”

Dall’esibizione del David Letterman Show… “Slither”

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