Federica Stufi: "Spirito di squadra, attenzione e fame fanno la differenza tra una formazione vincente e un gruppo di atlete forti"

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Di A.G

Federica Stufi è una centrale grintosa, determinata e sempre con il sorriso sulle labbra. In estate ha varcato il Ticino togliendosi i gradi di capitano della Unet E-Work Busto Arsizio per mettersi in gioco con la maglia della Igor Gorgonzola Novara e puntare dritto a quello che non le era mai riuscito prima nella sua lunga carriera: vincere qualcosa di importante e giocare in Champions League.

Poter contare su giocatrici in grado di dimostrare il proprio valore quando chiamate in causa può fare la differenza tra una stagione ottima e una superlativa. Stufi lo sa bene e fin dai primi allenamenti si è messa a disposizione di coach Massimo Barbolini, dimostrando serietà e professionalità, qualità fondamentali per giocare in un club che vuole raggiungere grandi risultati.

Tra passato e futuro, Federica ci racconta il suo obiettivo presente nel mirino: mettere le mani sulla Coppa Italia.

Com’è nata la sua passione per il volley?
Ho seguito le orme di mia sorella che in seconda elementare ha iniziato a giocare a pallavolo. Non mancavo mai alle sue partite e nel cortile di casa imparavo i fondamentali insieme a lei. Poi a 6 anni in un torneo mi chiamarono per sostituire una bambina assente e da lì iniziai a giocare nella squadra di mia sorella”.

La pallavolo, come ogni sport, è fatta di emozioni. Qual è stata la sua soddisfazione più grande?
Il momento più bello della mia carriera è stata la finale Scudetto con la maglia di Villa Cortese. Due anni prima avevo dovuto smettere di giocare fino a che non ho scoperto di essere celiaca. È stato difficile ritrovare la forma fisica; sono ripartita dall’A2 e dopo poco tempo sono arrivata a giocarmi una finale. Anche se abbiamo perso a gara 5 ho provato emozioni uniche: per me quella sconfitta ha avuto il sapore di una vittoria”.

C’è stata qualche delusione che ricorda con dispiacere?
Una delle delusioni più grandi è stata la sconfitta con Kazan in finale di Cev Cup quando ero a Busto Arsizio. Quella finale mi ha lasciato l’amaro in bocca. Ci è mancato davvero poco per vincere, ma per fortuna lo sport offre sempre la possibilità di riprovarci”.   

Veniamo al presente. Come si trova a Novara e quale idea si è fatta dell’ambiente che circonda la Igor?
A Novara mi trovo benissimo. La società ha un’organizzazione meravigliosa: noi giocatrici dobbiamo pensare solo alla pallavolo visto che non ci manca niente. Apprezzo molto la vicinanza degli sponsor e dei tifosi. La loro passione è un motivo di orgoglio e ci fa dare quel qualcosa in più per andare oltre ai nostri limiti. Nello spogliatoio c’è un bel clima: l’entusiasmo, il divertimento e la condivisione sono fondamentali per disputare una grande stagione”. 

Manca sempre meno alla Final Four di Coppa Italia. Cosa dovrete dimostrare per avere la meglio sulle altre squadre?
Lo spirito di squadra, l’attenzione e la fame di vittorie fanno la differenza tra una formazione vincente e un gruppo di atlete forti. Nelle partite secche ci può essere un fattore emozionale forte, ma dovremo cercare di rimanere concentrate sul nostro obiettivo e non dare la possibilità alle avversarie di impostare il proprio gioco. Non bisogna sottovalutare la semifinale perché è uno step importante per arrivare a giocarsi il trofeo”.

Come arrivate alla Final Four a livello fisico, mentale e tattico?
Gennaio è stato un mese impegnativo in cui abbiamo giocato ogni tre giorni. In questo percorso abbiamo imparato l’importanza di dare il massimo fin dal primo punto, mettere l’avversario nelle condizioni di sbagliare e saper leggere al meglio le diverse situazioni di gioco perché dove non arriva il fisico ci deve arrivare la testa”.

In semifinale dovrete affrontare Busto Arsizio, squadra in cui ha militato per due stagioni. Com’è stato l’addio alla UYBA?
Mi sono lasciata bene con la UYBA. A Busto ho vissuto due anni molto belli in cui ho apprezzato sia la città sia i tifosi. Incontrare la mia ex squadra in semifinale di Coppa Italia mi darà una carica maggiore”.

A dicembre avete vinto al tie break a Busto. Com’è stata la sua prima partita da ex al Pala Yamamay?
Credo che sia stata una partita combattuta e avvincente. Stavamo rischiando di perdere 3-0, ma siamo state brave a non mollare e a ribaltare il risultato. È stato emozionante vincere davanti ai miei genitori che erano venuti a fare il tifo”.

In tutte le partite non fa mai mancare il suo sostegno alle compagne di squadra. Quanto è importante lo spirito di gruppo nella pallavolo?
La sinergia di gruppo è come una magia che permette alle giocatrici di trovare risorse impensabili. Non si gioca solo per se stessi, ma anche per le proprie compagne: l’unione e la sana competizione all’interno di un gruppo sono importanti per la crescita della squadra”.

Ha ancora tanto da dare alla pallavolo… ma quali sono i suoi progetti futuri? 
Ho diverse passioni, però non mi sento ancora pronta per decidere. Penso che quando arriverà il momento di smettere di giocare, la vita mi mostrerà la strada”.

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