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Un mese di stop per Grebennikov: tornerà in Francia per curarsi

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Jenia Grebennikov, libero francese dello Zenit San Pietroburgo, si fermerà per almeno un mese e tornerà in Francia per seguire una nuova terapia medica. Lo ha annunciato la società russa, spiegando che il problema è una lesione al tendine del quadricipite sinistro, che gli permette comunque di giocare, ma preoccupa l’atleta e lo staff medico della nazionale francese, soprattutto in vista dell’appuntamento con le Olimpiadi di Parigi 2024: “Riesco a gestire bene due set, ma al terzo inizio a sentire davvero molto dolore, soprattutto quando faccio movimenti bruschi” racconta Grebennikov.

Rientrato in patria, il libero – che a dicembre aveva già saltato 8 partite per un infortunio al ginocchio – si sottoporrà a infiltrazioni di Plasma Ricco di Piastrine (PRP), una terapia che ha lo scopo di stimolare la rigenerazione dei tessuti, in cui è specializzato il medico della nazionale francese. “Se tutto va bene – spiega il giocatore – dopo 8-10 giorni si può iniziare a lavorare sulla gamba. Questo è importante, perché ultimamente, a causa di questo problema, ho perso il tono muscolare della gamba sinistra, che normalmente era sempre stata più forte della destra. Per essere sicuro di farmi trovare pronto per i playoff e giocarli al 100%, oltre che ovviamente per evitare il ripetersi dell’infortunio, ho bisogno di fare del lavoro fisico“.

Durante la mia carriera – continua Grebennikov – non ho mai avuto infortuni gravi, e anche per questo motivo faccio fatica a identificare l’intensità del dolore. Ad esempio, quando lavoro con un terapista per la riabilitazione e mi chiede di valutare il mio dolore su una scala da 1 a 10, non ho modo di rispondere: non so scegliere un valore, perché non ho mai provato dolore. È capitato soltanto che mi facesse un po’ male la schiena, ma è normale, succede a tutti gli atleti professionisti“.

Nella stessa intervista alla società il libero parla anche del rapporto con il nuovo allenatore dello Zenit, l’italiano Sergio Busato: “Lavora con le migliori squadre del mondo da moltissimo tempo, sia club che nazionali, ed è molto bravo con la tattica. Mi piace anche il fatto che, quando possibile, programmi tante sedute doppie di allenamento, come si fa in Italia. Sono necessarie, perché bisogna spiegare molte cose e cercare di trasmettere alla squadra ciò di cui ha bisogno. Onestamente mi piace quello che fa: è interessante, ha un’opinione diversa, una visione diversa che cerca di instillare nella squadra. Ma è difficile cambiare qualcosa in meno di un mese. Penso comunque che abbiamo iniziato a lavorare meglio; per esempio si vede che stiamo toccando molti più palloni a muro e in difesa, e combattiamo sempre fino in fondo. Purtroppo, però, in diverse occasioni non siamo riusciti a chiudere partite in cui eravamo avanti“.

(fonte: VC Zenit SPB)

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