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Nimir Abdel-Aziz: “Trento è una delle squadre più forti del mondo”

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Di Redazione

Da palleggiatore ad opposto: Nimir Abdel-Aziz, nuovo posto due dell’Itas Trentino si racconta nella bella intervista rilasciata al quotidiano L’Adige, tra passato presente e futuro.

Hai già spiegato che il cambio di ruolo è avvenuto per caso, in Francia. Per sostituire l’opposto titolare… «Sì, proprio per caso. Anzi, per fortuna. E dico per fortuna perché adesso, in questo ruolo, sono molto più felice in campo. Sono convinto che la testa conti molto nelle cose che facciamo tutti i giorni. E la mia credo che da tempo mi dicesse questo: sei un’attaccante».

L’anno scorso si diceva che avevi già rinnovato con Milano. Poi si era parlato di una firma con una squadra giapponese. Alla fine sei arrivato a Trento. Cosa ti ha convinto? «Erano tutte chiacchiere. A leggere certi giornali dovevo andare da qui, poi da li… Invece sono qui, a Trento. Forse bastava chiedere direttamente a me o al mio procuratore».

Ora comunque apprendiamo che non era vero niente. «Non ho mai visto un contratto dal Giappone. E se non l’ho mai visto, sembra strano che abbia potuto firmarlo, no? In realtà va detto che a Milano stavo bene. Anzi, benissimo. Mi hanno preso in squadra dopo un solo anno che giocavo opposto e mi hanno fatto crescere moltissimo. Ma il mondo dello sport è così: se passa un treno devi prenderlo al volo».

E quel treno per Nimir si chiama Trento. «Alla fine Trento è una delle squadre più forti del mondo, è organizzata molto bene, la rosa che è stata costruita è molto importante, fatta per vincere».

Di solito, a livello di gioco, l’opposto deve legare innanzitutto con il palleggiatore. Come sta andando con Giannelli? «Bene. Abbiamo appena cominciato a giocare sei contro sei e così per il gioco bisognerà aspettare ancora un po’».

Il fatto di essere stato a tua volta un palleggiatore aiuta il rapporto? «Soprattutto nel non continuare a chiedere palloni perfetti. So cosa vuol dire quando ti continuano a stressare con la storia “dammelo un po’ più alto, dammelo più veloce…”. Meglio che ognuno pensi a fare il suo».

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