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Marco Falaschi: “Taranto si è salvata perché tutti ci abbiamo creduto”

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Ho sempre pensato che chi acquista Marco Falaschi lo faccia con la consapevolezza di acquistare un’esperienza. Marco è un enorme bagaglio, un vero professionista, forgiato da vent’anni di pallavolo, e cresciuto quando questo sport era abitato, negli spogliatoi, da gente che dovevi prendere a modello, se questa professione volevi diventasse la tua vita. Falaschi oggi è tutta questa esperienza e anche di più, e quest’anno lo ha dimostrato diventando un riferimento costante per tutti i componenti della Gioiella Prisma Taranto, i quali, pur soffrendo e sudando sette camicie, hanno meritato la conquista di una importantissima salvezza.

Sapevamo che sarebbe stato difficile sin dall’inizio. Sapevamo che ogni domenica, anche un set, un punto, sarebbero stati decisivi per arrivare a compiere ciò che io chiamerei impresa. Ossia restare in Superlega, al posto di una squadra come Siena, che quest’anno aveva sicuramente un organico più competitivo e anche un budget per la costruzione della squadra differente dal nostro o da quello di altre compagini“.

Marco Falaschi Gioiella Prisma Taranto
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Perché ci siete riusciti voi?

Perché ci abbiamo creduto tutti assieme, perché la società ha sperimentato e vinto delle belle scommesse, scegliendo di giocare con alcuni giocatori e perché abbiamo saputo fare bene. Io lo voglio dire, perché anche i numeri danno ragione a questa salvezza. Siamo stati una delle cinque migliori compagini in attacco e, per una che si deve salvare, questo ha fatto la differenza“.

Non è stato facile.

Non è semplice ripartire certi lunedì, quando hai giocato e perso, pur concludendo l’incontro con percentuali buone. Ma devi ripartire. Ce l’abbiamo fatta, concludendo il girone d’andata con otto punti e raddoppiandoli al girone di ritorno, evitando l’assalto finale di Siena, che all’andata aveva fatto meno punti di noi“.

Quando parla di scommesse vinte a chi o cosa allude?

Al fatto che siamo stati in grado di esprimere un gioco capace di ricevere complimenti da parte di tutti. Non mi è capitato spesso di vedere che una squadra che non naviga a metà o nelle zone alte della classifica, arrivi ad essere un ostacolo così difficile e riconosciuto da parte degli avversari. Fa piacere“.

Marco Falaschi Gioiella Prisma Taranto
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Se le chiedo invece a chi allude?

Posso dire che sono felice per l’anno di Oleg Antonov. È tornato a giocare con continuità e con numeri importanti. Ma poi alludo anche alla società, che con noi non ha mai fatto pressione o si è mai lamentata per il rendimento. Abbiamo ripagato col lavoro ogni settimana di contratto, e i vertici hanno sempre conosciuto l’impegno e lo sforzo di ognuno di noi“.

Stagione finita. Ma lei che è uomo di volley fino al midollo, chi seguirà?

Io seguo tutto e tutti. Non faccio il tifo per qualcuno. Durante la prima fase ho visto Milano giocare una bella pallavolo ed eliminare Perugia. Anche Civitanova si è ripresa, e qui non posso che fare un applauso ad Ivan Zaytsev, che ha condotto un anno impeccabile, dal punto di vista professionale e personale. Sfido chiunque a non commettere sbavature in una stagione come la sua, o a giocare certe partite ricoprendo ogni ruolo in cui l’allenatore decide di schierarti“.

Il suo nome è stato accostato a Trento.

“(ride, n.d.r.) Ah sì?“.

Anche se si dice che andrà a giocare a Padova, alla fine.

Guardi, posso dirle che ci sono stati interessi e contatti con alcune società del Nord Italia“.

Marco Falaschi Gioiella Prisma Taranto
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Cosa vorrebbe trovare al Nord?

Vorrei provare ad alzare l’asticella della squadra di cui farò parte, ma dipende dal tipo di squadra che sarà. A 35 anni mi piacciono ancora le sfide e provare a fare le imprese come quest’anno. È stato un anno bello e mi sono divertito molto“.

Tra qualche settimana inizieranno i collegiali azzurri. Lei arriva da un bronzo come capitano ai Giochi del Mediterraneo.

L’estate scorsa è stata una bella soddisfazione guidare il gruppo azzurro nella spedizione dei Giochi. Mi sono trovato molto bene con i ragazzi, e chissà se quest’anno ci sarà la possibilità di indossare ancora quella maglia…“.

di Roberto Zucca

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