Monza, Di Martino: “Tante assenze ma grande prestazione. Al completo diremo la nostra” (VIDEO)

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A causa delle tante defezioni (i centrali Mosca e Averill, le bande Zaytsev e Juantorena, addirittura anche coach Eccheli per motivi famigliari), alla vigilia in molti avranno probabilmente pronosticato una brutta figura per Monza in semifinale di Supercoppa, e invece la Vero Volley ha dimostrato carattere da vendere, un buon gioco, una consapevolezza da grande squadre quale è diventata nel corso delle ultime stagioni.

A confermarlo a fine gara sono le parole di uno dei pochi veterani rimasti tra tanti volti nuovi, Gabriele Di Martino.

“Peccato per il risultato ma sono contento della prestazione – dice in esclusiva ai nostri microfoni – Veniamo da un momento difficile, lo sappiamo, abbiamo tanti infortunati, questa squadra è un mix tra giovani ed esperti, quindi esprimere ora un alto livello in allenamento e in gara è difficile in questo momento, però – sorride – oggi abbiamo dimostrato che il gruppo c’è e abbiamo tanto materiale con cui lavorare. Ripeto, abbiamo tanto da lavorare, ma oggi la prestazione nei singoli fondamentali è andata molto bene”.

E a proposito della consapevolezza acquisita con le tante finali giocate la passata stagione, soprattutto quella scudetto, Di Martino racconta che “è vero, la squadra è cambiata, molti giocatori sono cambiati, ma la società, il club, si è rafforzata. Abbiamo la consapevolezza che possiamo raggiungere tutti gli obiettivi dell’anno scorso e oggi è stato bello, perché questa Supercoppa ce la siamo guadagnata. Ora aspettiamo di tornare al completo e poi si inizia il campionato”.

Infine un commento sui due big che quest’anno faranno parte del roster di Monza, ovvero Ivan Zaytsev e Osmany Juantorena. “Ivan ha portato molta positività che serviva in questo momento dove in allenamento non riusciamo nemmeno a schierare un sestetto. Serviva, sono e siamo molto contenti, a prescindere dalla qualità del giocatore che sappiamo benissimo quello che ha fatto. E quello che farà, perché è molto carico”.

“Lo stesso vale per Juantorena. Abbiamo due giocatori di altissimo livello, penso che questo mix tra giovani e giocatori più esperti può dare una mano su tutto il campionato”.

Intervista di Giuliano Bindoni

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Rinaldi, biennale in Giappone: “Vi racconto perché vado, i dubbi iniziali e… Modena”

Sale in Zucca

Osaka Blazers Sakai. Tutto o niente. Bianco o nero, o bianco e rosso se si ragiona per cromatismi della vita, e per la nuova bandiera d’appartenenza pallavolistica di Tommaso Rinaldi. La vita è fatta di cambiamenti, spesso radicali, di sfide che portano uno dei primi di italiani, ma di quelli che si candidano ad essere primi della classe a sbarcare nel campionato nipponico, dopo un passato anche recente fatto di Modena, patria del tifo sfegatato, del palazzetto che si riempie dell’entusiasmo e della mitomania, che è poi tipica del giapponesismo del volley. Lui è Tommaso, occhi di ghiaccio, voglia ed esigenza di essere più grande dei suoi 24 anni, destino di essere grande tra i grandi. 

L’entusiasmo per questa nuova avventura c’è tutto, anche se il pensiero di rinunciare a ciò che lo rende uno dei volti più interessanti della Superlega è tuttora presente.

“Osaka è nata per caso. È una destinazione a cui non avevo mai pensato finché all’inizio dell’anno, l’allenatore dei Blazers mi ha contattato su Instagram per sondare la volontà o la mia curiosità di giocare in un campionato così lontano da casa. Se vogliamo, lontananza a parte, è un campionato davvero diverso dal nostro, ma stimolante”.

Non voglio parlare della trattativa in sé. Volevo capire come è iniziato il suo processo di lento sradicamento da una città che lei ama tanto.

“C’è stato subito il confronto con la mia famiglia e con il procuratore anche solo per capire assieme cosa pensassimo di un passo del genere. Non ho ragionato pensando a ciò che mi veniva offerto, non è stato quello l’aspetto che mi incuriosiva di più. Ho pensato se fosse un’opportunità a quest’età e se davvero il Giappone potesse rappresentare un investimento sulla mia carriera”.

Che risposta si è dato?

“Sono rimasto colpito dall’attenzione e dal pensiero fatto da parte della società. Inizialmente ho pensato anche a Modena, perché non volevo lasciarla. Al di là della società in cui sono cresciuto, in cui ho vissuto per moltissimi anni, il pensiero è andato a ciò che mi ha dato tanto e che avrei dovuto lasciare. Ho un’offerta biennale a Osaka, segno che il progetto è lungo e che la volontà di fare bene c’è tutta”.

So che troverà un giocatore che già conosce.

“Sì, Matt Anderson. Saremo compagni di squadra e potremo fare assieme una bella stagione”.

Anderson e Rinaldi. Possiamo fare delle similitudini?

“Mi dica”.

La pallavolo giapponese vive di simbolismo, un po’ come tutta la cultura. Penso ai vostri due volti. C’è tanto marketing. Siete molto belli, siete due volti innocenti, siete un po’ uno stereotipo occidentale. Il volley un po’ pop vende biglietti?

“Sicuramente faremo clamore. Se parliamo di canoni estetici, rappresentiamo forse qualcosa di pulizia e trasparenza, non so quanto questo conti. Sono un popolo molto devoto alla pallavolo, molto attento, che esprime con moderazione ed educazione la propria gratitudine e il proprio affetto e simpatia nei confronti degli atleti”.

L’emozione c’è?

“C’è curiosità. Partirò ad agosto e sarò solo in questa prima fase. Se mi vuole chiedere quanta paura ho della solitudine, del fatto che sarò dall’altra parte del mondo per la prima volta per così tanto tempo, le dico che dovrò imparare a gestire tutto, ma sono fiducioso. Papà e mamma sono stati determinanti e mi hanno lasciato libero, senza il rimpianto di non avermi più a Modena a due passi da casa”.

Rinaldi, mi fa specie vederla diventare così grande.

“Sono cresciuto anche io. Questa è una grande occasione arrivata nel momento giusto”.

Intervista di Roberto Zucca
(©Riproduzione riservata)