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Alessandra Marzari: “Le scarpe rosse sono un simbolo, ma sulla violenza nulla è cambiato”

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Di Redazione

È stato un weekend tutto nel segno del no alla violenza sulle donne quello della pallavolo italiana: in occasione della giornata internazionale celebrata il 25 dicembre, la finale di Supercoppa Italiana e tutte le partite di Serie A1 femminile si sono aperte con l’allineamento sotto rete di una serie di scarpe rosse, un simbolo della lotta contro questa piaga sociale e della vicinanza alle vittime. “Un sentito momento di riflessione – lo definisce in una nota Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volleyun simbolo portato avanti insieme a tante altre iniziative, anche se di fatto niente è cambiato dal punto di vista delle normative sul tema della violenza nello sport“.

La presidente del Vero Volley coglie infatti l’occasione per tornare su un tema che le sta particolarmente a cuore e che nelle ultime settimane è al centro dell’attenzione pubblica, quello degli abusi e delle violenze nello sport: “All’interno del mondo sportivo rimane una distanza e una non connessione tra la giustizia ordinaria e quella sportiva, tra le procure dei tribunali e quelle federali. Questo fa sì che i ‘predatori’, anche in un momento di battage mediatico come quello al quale stiamo assistendo, possano continuare ad agire indisturbati“.

Eppure basterebbe così poco per migliorare la situazione – sottolinea Marzari – come ad esempio portare da quattro a otto stagioni sportive il termine per l’esercizio dell’azione disciplinare qualora si tratti di violazioni commesse con abusi e/o violenze, interrompendo così la prescrizione. Cosa c’è bisogno che accada ancora? Cosa c’è ancora da capire? Non sono bastati neanche i fatti emersi nel mondo della ginnastica…

Se i differenti ambiti della giustizia non si incontrano, se la normativa resta questa – conclude la presidente del Consorzio – possiamo mostrare delle scarpette rosse o colorare anche le panchine, ma i predatori continueranno a colpire le loro vittime rovinando la vita di bambini e bambine. E’ l’ora dei fatti concreti indicati da Change the Game, dalle altre associazioni e da tutti coloro che si occupano di questo lato oscuro dello sport che sembra non entrare mai nell’agenda delle istituzioni“.

(fonte: Consorzio Vero Volley)

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