Trevor Clevenot protagonista di #AskTo: "Io universale? Se giochi con il sorriso, dai sempre il 100%"

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Di Redazione

Trevor Clevenot si racconta nel format #AskTo, la rubrica della Powervolley Milano. Lo schiacciatore francese in maglia numero 17  parla di sé tra aneddoti del passato, il sacrificio “universale” di questa stagione e passioni extra volley.

«Stare a casa è difficile per tutti – le parole del transalpino –, ma è la sfida alla quale siamo chiamati tutti. Anche io non so più cosa fare, però dobbiamo farlo perché è una cosa più grande di noi. Dobbiamo cercare di essere sorridenti. Io sono fatto così: come mi vedete in campo. Cerco di essere sempre positivo. Mi piace sorridere e godermi i momenti della vita».

Come dimostra la Clevenot Dance, nata come esultanza e resa celebre sul maxischermo dell’Allianz Cloud e come gif su Instagram. «E’ nata per caso alla fine di un bagherone. Per ridere e scherzare ho fatto questo balletto e l’ho conservato».

Lo sport, in particolare la pallavolo, nel sangue di Clevenot. «Ho iniziato a giocare da ragazzino a 13-14 anni, ero sempre con il pallone in mano quando ero in spiaggia, giocando a beach volley. Dopo aver giocato a calcio e a tennis, ho iniziato a praticare pallavolo anche perché mio padre era un ex giocatore». Fuori da questo mondo però Trevor è pieno di interessi. «Non seguo tantissimo il calcio – prosegue il francese nell’#AskClevenot sui canali social ufficiali di Powervolley, ma tifo Paris Saint Germain, anche da prima dell’arrivo degli emiri. Mi piace però uscire, fare shopping e poi qui a Milano ci sono tantissime cose da fare». 

Salto indietro nel tempo con il ricordo che va al sold out del Forum dello scorso anno: «A dir poco incredibile: sapevamo che era un appuntamento importante per la società ma anche per noi. Abbiamo fatto una delle migliori partite della stagione e poi la gente tifava per noi. È stato emozionante». Questa stagione invece una dei migliori match è quello in trasferta a Civitanova. Ma Clevenot ci tiene a sottolineare un aspetto: «Non abbiamo fatto una grandissima partita, nel senso che tecnicamente non abbiamo giocato al meglio delle nostre qualità, ma abbiamo vinto da squadra, sapendo soffrire e mettendo in campo il nostro spirito». 

Uno spirito esaltato da una stagione in cui Milano ha dovuto fare di necessità virtù con il francese chiamato a sacrificarsi più degli altri. «Abbiamo sempre creduto in noi stessi. Il coach ha trovato un sistema diverso, ci abbiamo creduto sempre al 100% e siamo riusciti a toglierci delle soddisfazioni. Io universale? Questa capacità mi ha permesso di vedere la pallavolo in un’altra maniera e mi ha fatto crescere tantissimo. Ho dato la mia disponibilità e mi sono divertito: quando giochi con il sorriso riesci a dare il 100% senza problemi. Sicuramente questa cosa di giocare in spiaggia quando ero più giovane mi ha aiutato tantissimo».

Chiusura dedicata ai rimpianti delle ultime due stagioni in Powervolley, con i ricordi che si focalizzano sempre sui quarti di finale di Coppa Italia: «Siamo sempre scesi in campo con l’obiettivo di vincere e provare a vincere quel trofeo. Con Modena due anni fa probabilmente abbiamo giocato meglio di loro ma siamo mancati nei momenti chiavi del match, quest’anno invece contro Trento abbiamo giocato molto male, ma questa è la pallavolo. Dobbiamo imparare dagli errori per migliorare». Nella pallavolo come nella vita.

(Fonte: comunicato stampa)

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