La vittoria degli Highlanders: la Scozia vince il trofeo delle “piccole nazioni”

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Di Redazione

Hanno festeggiato come si conviene: un coro in antico dialetto scozzese, assolutamente incomprensibile ma che parla di ‘patria, onore, tradizione e di gloria per il fiore di Scozia’ (è il Thistle, una sorta di cardo, se ne parla nell’inno scozzese e compare anche nel film “Highander), oltre a qualche shot di ‘doppio’, altra tipica tradizione scozzese: un boccale di birra forte (non meno di 10°) all’interno del quale viene immerso rovesciato uno shot di puro whisky scozzese. Si beve tutto d’un fiato e la dinamica dei fluidi fa il resto.

Il Tartan Army della pallavolo battendo la Groenlandia per 3-0 (25-11, 25-14, 25-18) aveva messo una prima mano sul trofeo ma poi doveva aspettare anche che la rappresentativa delle Far Oer, che giocava in casa, battesse l’Islanda. All’Islanda servivano due set per vincere la coppa: e sul 2-1 gli scozzesi non avevano alcuna voglia né di festeggiare né di bere. Poi, quando l’ultimo pallone delle Far Oer è caduto a terra per il definitivo 3-1 (25-22, 21-25, 25-22, 25-22) la festa è impazzita.

Il sogno della squadra scozzese, alle prese con una faticosissima impresa di fidelizzazione e di divulgazione nelle scuole superiori del paese, è che presto la Scozia possa entrare nelle competizioni vere e proprie uscendo dalla nicchia dei piccoli paesi. Oggi il campionato scozzese è poco più che una manifestazione amatoriale pur con qualche individualità discreta che finisce per andare a giocare in Inghilterra o in Olanda.

La Scozia è un paese assolutamente incredibile, da sogno: e la pallavolo mantiene una realtà dopolavoristica ammirevole: la federazione scozzese è giovanissima, appena 13 anni di vita.

Il campionato di Premier League scozzese conta sei squadre il Forza Ragazzi City of Glasgow che fa capo alla Cambridge High School, il City of Edinburgh, il South Ayrshire (regione da sogno nei pressi di Kilmarnock), il VA Vortex di Aberdeen, il Nuvoc e i Jets di Edimburgo. Sei anche le squadre femminili con Edimburgo che ne ospita ben cinque. Il movimento è in crescita grazie anche ai tantissimi giocatori che arrivano dall’estero per studio o per lavoro, ma la strada da fare è tanta. Il trofeo delle Piccole Nazioni è stato accolto con grandissima soddisfazione a Edinburgo con lunghi brindisi in tutte le facoltà all’urlo di Slainte Mhath! (si pronuncia Slància e vuol dire alla salute in scot).

(Fonte: Scottish Volleyball Association)

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