Nello sport adesso è proibito abbracciare: e baciare, e stringere le mani, e litigare

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Di Stefano Benzi

Difficilmente anche i più grandi appassionati di cinema ricorderanno una bella pellicola che venne distribuita solo in circuiti indipendenti e che passò alla storia soprattutto per il gran numero di comparse che animarono la scena finale. Si intitolava “Proibito Baciare”.

Un virus costringe l’uomo a tenere le distanze dai suoi simili: niente abbracci, niente strette di mano, i baci vengono puniti con il carcere. La PolMed, polizia medica, vestita di verde e nero con un casco simile a quello delle guardie imperiali di Guerre Stellari, arresta seduta stante chiunque venga sorpreso a baciarsi in pubblico. In sintesi… il film, la cui storia è ambientata nel futuro – ma paradossalmente proprio ai giorni nostri, nel 2021 – finisce bene. Il virus è battuto, la PolMed sconfitta.

Il regista, Nicola Di Francescantonio, per la scena finale del film ambientato a Genova, un colossale bacio di massa in piazza De Ferrari, chiamò a raccolta mezza città. In centinaia a pomiciare sotto la fontana.

Questa lunga premessa solo per augurarsi che anche questo film del coronavirus finisca al più presto perché lo sport senza pubblico e senza umanità… non è proprio un bel vedere.

Cogliendo alla lettera l’invito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ieri anche la PZPS, la lega polacca, ha chiesto alle squadre di ignorare il protocollo del prepartita e del terzo tempo. Niente strette di mano, o abbracci: da limitarsi anche all’interno della stessa squadra. In Cina ora ci si complimenta con un incrocio di piedi, un calcetto al piede del compagno: si chiama Foot Shake.

In NBA è passata la stessa richiesta con misure ancora più restrittive: niente autografi ai fan, niente five prima o dopo la gara ai tifosi, vietatissimo prendere penne per qualche firma, o scattare selfie a distanza troppo ravvicinata. I tifosi ovviamente non l’hanno presa bene ma le regole sono regole e in questo momento di grande emergenza i protocolli possono salvare la vita visto il modo in cui si è diffuso il contagio. Con la speranza che una volta risolto il problema non occorrano altre norme per tornare alle vecchie, care e (mal)sane abitudini. Baci e abbracci, urla di gioia ma rimbrotti anche a muso duro. Gioire e abbracciarsi, ci manca anche l’arrabbiarsi per la verità.

Per ora sopportiamo, dannato Coronavirus… non ci prenderai anche questo.

 

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