haak imoco
Foto Rubin/LVF

Le pagelle della finale: Haak e De Gennaro punti fermi, Thompson una garanzia

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La pallavolo è quello sport dove si gioca 6 contro 6, e alla fine vince Conegliano. Nell’ultimo atto dei Playoff di Serie A1 2022-2023 l’Imoco sconfigge Milano dopo una battaglia durata cinque partite e mette in bacheca il suo quinto scudetto consecutivo, confermando quella fama di cannibale che le permette di vincere ogni trofeo in Italia dal 2019. Da febbraio di quell’anno infatti non c’è alcuna competizione nazionale che sia stata vinta da un’altra squadra, e questo offre la misura dell’epopea della squadra allenata da Daniele Santarelli, che si conferma anche stavolta quella da battere nonostante la rivoluzione sul mercato della scorsa estate.

E dire che, al ribaltone, ci avevamo quasi creduto: la Vero Volley non accetta nemmeno per un secondo il ruolo di sparring partner e aggredisce da subito le venete, portandosi addirittura avanti nella serie per 2-1, trascinata da una sontuosa Jordan Thompson. Insomma, sarebbe bastata una partita a porre fine all’egemonia Imoco: ed invece sul più bello le Pantere ferite ricominciano a graffiare, tornano a esprimere il loro gioco pareggiando i conti, ed infine vincono la decisiva Gara 5 non senza sofferenza.

Se da una parte è vero che Isabelle Haak si conferma determinante come è successo spesso e volentieri nell’arco della stagione, stavolta pare decisamente una vittoria collettiva, dove fanno la differenza anche la voglia di non mollare mai di Joanna Wolosz e Monica De Gennaro, l’energia delle giovani centrali Marina Lubian e Sarah Fahr, e soprattutto l’ingresso dalla panchina di Alexa Gray nel momento più delicato. Insomma, la lezione è chiara: mai dar per morta Conegliano prima che sia finita.

Ma veniamo alle pagelle delle singole giocatrici, tenendo conto di tutte le partite della serie.

Sarah Fahr Prosecco DOC Imoco Conegliano
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PROSECCO DOC IMOCO CONEGLIANO

Joanna Wolosz voto 8,5. Qualora servissero controprove, la palleggiatrice polacca dimostra una volta di più di essere fondamentale come nessun’altra per Conegliano. A fare la differenza è la sua distribuzione del gioco, che si adatta perfettamente alle diverse circostanze proposte dalle partite: quando può utilizzare le centrali lo fa con regolarità; quando la ricezione la fa correre o nei momenti caldi si appoggia alle attaccanti di palla alta, che tirano la carretta senza preoccuparsi più di tanto. E poi una voglia di trascinare, uno spirito di sacrificio e una dedizione da vera capitana (per lei anche 8, punti di cui 1 ace e 4 muri).

Isabelle Haak voto 9. Non sono le sue migliori performance stagionali in termini di statistiche (media di 25 punti a partita con il 44,7% di efficacia in attacco, 2 ace, 10 block, ma anche 26 errori complessivi). Eppure, c’è un motivo per il quale l’opposta svedese esercita un’azione devastante sugli equilibri della serie: quando l’Imoco ha bisogno di portare a casa qualche punto importante ci pensa lei. Non importa la qualità della ricezione, la velocità dell’alzata, la posizione da cui attacca, né la possibilità di eseguire o meno la rincorsa. Il risultato è quasi sempre un colpo vincente che passa sopra o al fianco del muro. Non importa neppure la composizione del muro, perché “Bella” sa stringere la diagonale e trovare degli angoli indifendibili per potenza e precisione.

Kelsey Robinson-Cook voto 7,5. Il primo dato che cattura istintivamente l’attenzione è il suo 27,3% di positività in attacco (32 su 117). Non granché, in effetti, ma è importante considerare il fatto che Wolosz la attiva con il contagocce e che lei fa molta attenzione a non commettere errori o subire troppe murate. In questo modo gioca e rigioca, spesso appoggiandosi sulle mani delle avversarie per ricostruire, cercando di non regalare mai nulla. Dove fa la differenza, però, è nei fondamentali di seconda linea: in ricezione è una garanzia assoluta (52,1% di perfetta) e in difesa compie dei recuperi fondamentali. La schiacciatrice statunitense è dunque l’elemento meno dedito ai virtuosismi in grado di tenere saldo l’equilibrio della squadra.

Kelsey Robinson Prosecco DOC Imoco Conegliano
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Kathryn Plummer voto 7. Quando c’è da “picchiare” lo fa senza troppi fronzoli ed è proprio lei la seconda miglior realizzatrice di Conegliano in questa serie con 60 punti (28 solo in gara 3), ma trovare la marcia in più in questa finale è davvero complicato. Alterna colpi ottimi ad errori grossolani, insiste tanto, talvolta senza lucidità (46,2% di positività in fase offensiva, 0 ace, 7 muri, 27 errori di cui 12 al servizio). Il suo gioco risente di alcune imprecisioni nei fondamentali di seconda linea (34,2% di ricezione perfetta e 10 ace subiti), che ogni tanto finiscono per condizionare anche le altre Pantere.

Marina Lubian voto 8. Aspettavamo con una certa impazienza questa serie, quale affidabile cartina tornasole per capire la consistenza reale della crescita esponenziale della centrale piemontese registrata a partire dalla scorsa estate. Il campo dà tutte le conferme del caso, non c’è che dire: migliore in campo in Gara 1, precisa in attacco (57,1% di positività), puntuale sulle fast dove sciorina tutta la sua velocità, alla fine mette a referto 49 punti, tirando fuori tutta la sua grinta. Compiti a casa per il futuro: lavorare sul muro (5 block in 5 partite) e limitare gli alti e bassi (vedi gara 2 e gara 5)… poi, si salvi chi può!

Sarah Fahr voto 8,5. Essere una buona centrale è possibile, senza dubbio. Essere considerata un’ottima centrale, o di livello mondiale, sembra una sfida un po’ più complessa. Non per la numero 19 dell’Imoco, che dopo il lungo stop per infortunio torna grande protagonista anche in una finale con 51 punti complessivi, destreggiandosi benissimo in primo tempo (67,3% di efficacia in fase offensiva) e risultando granitica a muro con 15 stampate a referto. Da sottolineare soprattutto la sua eccellente prova in gara 5, quando sigla 12 punti (con il 63% di efficienza, 1 ace e 0 errori), imbrigliando completamente le attaccanti del Vero Volley (4 muri).

Monica De Gennaro voto 9. Le schiacciate dei frombolieri gialloblu sono certamente spettacolari ed efficaci. Ma nel trionfo dell’Imoco sono altrettanto fondamentali le difese e le ricezioni (74,5% di positiva e 58,2% di perfetta) di “Moki”. Acrobata senza paura, capace di leggere il gioco e rispondere alle bordate che arrivano dall’altra parte della rete, ma all’occorrenza anche regalare alzate in bagher sempre precise. Per le sue compagne di squadra è indispensabile avere a fianco una giocatrice che trasmette una tale sicurezza.

Marina Lubian Prosecco DOC Imoco Conegliano Vero Volley Milano
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Alexa Gray voto 8. Alzino la mano quanti, alla vigilia di Gara 5, avrebbero scommesso in un titolo di MVP della finale al di fuori del duo Haak-Thompson. E quanti pensavano a Gray tra le papabili? Forse nessuno, lei no di certo. Tantomeno in una stagione dove si è adattata al ruolo di riserva. I suoi meriti aumentano esponenzialmente se pensiamo quale ingrato compito coach Santarelli le affibbia: dare la svolta a una partita che aveva preso una piega sbagliata per Conegliano. Il martello canadese non sente pressione e alla fine riesce a mettere in campo una prova di lucidità e carattere (25 punti con il 69% di efficacia in attacco, il 67% di ricezione positiva, 1 ace e 2 muri), che ridà linfa vitale anche alle compagne. Insomma, una serata da ricordare e che ricorda a tutti il valore di questa giocatrice.

Robin De Kruijf voto 6,5. Quando c’è bisogno di un maggior contributo dalle centrali, entra col piglio di chi non ha nulla da dimostrare. La sua fast non è sempre graffiante (5 su 15 in fase offensiva), anche se a muro porta centimetri importanti nella metà campo dell’Imoco.

Alessia Gennari voto 6. Come sempre viene schierata per portare qualità in seconda linea, detto fatto. Migliora la ricezione (57,1% di positiva e 29,0% di perfetta) e porta sicurezza in difesa.

Ylenia Pericati voto 6. Chiamata in causa per il giro dietro a partire da Gara 3, assolve il suo ruolo in maniera ottimale facendo respirare Plummer e dando maggiore solidità alla squadra (42,9% di ricezione perfetta su 14 palloni).

Non giudicabili: Roberta Carraro, Federica Squarcini, Stephanie Samedy e Anna Bardaro.

Jordan Thompson Vero Volley Milano
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VERO VOLLEY MILANO

Alessia Orro voto 7,5. È l’anima della squadra, il metronomo del gioco milanese, ma anche una palleggiatrice capace di chiudere questa serie con 17 punti, di cui 8 in attacco. Ma quello che più piace di Orro è l’atteggiamento in difesa, dove è onnipresente e tira su una miriade di palloni smorzando a tratti l’euforia delle avversarie. Brava a sentire il magic moment di Thompson e a servirla con grande continuità, anche se non sempre riesce a coinvolgere al meglio le centrali.

Jordan Thompson voto 8. Non si può parlare di consacrazione totale, perché quella, di fatto, è già arrivata nel corso della stagione. Semmai la conferma a un livello dove troviamo poche altre opposte in Italia. La giocatrice statunitense rappresenta il braccio armato della Vero Volley, un elemento che a tratti risulta quasi immarcabile: vive un passaggio a vuoto importante in gara 4, ma per il resto è sempre presente, si dimostra una garanzia per le compagne, una spalla su cui si può contare in attacco (121 punti complessivi con il 41,1% di positività e solo 9 errori nel fondamentale).

Jordan Larson voto 7. In partite ad alta tensione come quelle di una Finale Scudetto servono le qualità tecniche e i nervi saldi delle vere leader. Nonostante una sconfitta che lascia l’amaro in bocca, “The Governor” dimostra di possedere entrambe le doti con prove a tutto tondo. Più che il 35,4% in attacco, comunque non disprezzabile in gare con diverse azioni lunghe, vanno evidenziati il peso specifico dei suoi 44 punti, il 54,2% in ricezione positiva (32,3% di perfetta), ma soprattutto la capacità di rispondere sul campo a qualche frettolosa critica, ricevuta dopo una prima parte di stagione alla ricerca della forma migliore.

Jordan Larson Vero Volley Milano
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Miriam Sylla voto 6. Quando tutto fila liscio dà l’impressione di essere un buon fattore per Milano grazie alla varietà di colpi in attacco che si ritrova e all’energia che mette in campo, ma appena il gioco si fa duro fatica a mettere la palla a terra e risulta un po’ fragile in ricezione. Nel complesso è una serie appena sufficiente per la numero 17: chiude con 35 punti, il 25,6% di efficacia e 9 errori in fase offensiva, il 49,0% di ricezione positiva, il 27,4% di perfetta e 13 errori nel primo tocco.

Raphaela Folie voto 7. Ha nell’assoluta regolarità di rendimento il suo marchio di fabbrica. Anche quando viene chiamata poco in causa dall’alzatrice o viene marcata dalle avversarie i numeri la premiano ed inoltre è sempre pronta a piazzare la zampata al momento giusto. In attacco tutto sommato fa vedere buone cose (21 su 49 con 3 errori), a muro ruggisce 12 volte (ben 5 in gara 5), mentre in battuta è devastante soprattutto nella prima partita della serie (4 ace).

Jovana Stevanovic voto 5,5. Premessa: puntare il dito contro “Jole” e affermare che la maglia di un club che punta a vincere sia ormai diventata un vestito troppo largo per lei è un esercizio abbastanza inutile, almeno se l’obiettivo è tenersi a una certa distanza dai j’accuse da Bar Sport. È altresì vero che in questa finale – così come nel resto della stagione – non abbiamo visto la versione migliore della centrale serba. Ha difficoltà ad andare a segno con la fast (34,9% di positività in attacco) un po’ per una questione di timing con le alzate, un po’ perché le traiettorie dei suoi colpi sono facilmente leggibili. Anche a muro mancano ritmo e continuità (5 block): così dare una mano alla squadra sporcando più palle possibili sotto rete diventa complicato.

Raphaela Folie Vero Volley Milano
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Beatrice Parrocchiale voto 6,5. Quando si ricevono i siluri di Lubian e Haak spesso bisogna pensare a limitare i danni, cercando di evitare di subire almeno il punto diretto e il libero milanese questo non lo fa sempre bene, dato che incassa 13 ace su 107 interventi e tocca positivamente il 49,5% dei palloni e il 31,8% in maniera perfetta. In difesa, però, ci mette grande determinazione prolungando tante azioni.

Magdalena Stysiak voto 6,5. Trovare spazio con una Thompson in formato stellare non è affatto facile, ma quando entra in Gara 4 la polacca dimostra sempre di essere molto più che una semplice riserva (12 punti con il 48% di positività in attacco). Avere un’altra opposta di alto livello, con caratteristiche un po’ diverse rispetto alla titolare, è sinonimo assoluto di garanzia.

Edina Begic voto 6,5. Chiamata in soccorso quando le bande non girano, dimostra grinta da vendere e gioca scampoli di spessore. Obiettivo per 27 volte della battuta avversaria, le percentuali sono 70,4% di ricezione positiva e 40,7% di perfetta; in attacco mette a referto 6 punti su 19 tentativi (31,6% di efficacia).

Dana Rettke voto 6. Terza centrale nelle rotazioni di coach Gaspari, si fa trovare pronta quando chiamata in causa (6 su 14 in attacco e 1 muro). La combinazione tra età e qualità è dalla sua parte, pertanto ne sentiremo parlare eccome nel futuro più prossimo.

Sonia Candi sv. Entra solo per provare a mettere a terra il suo servizio: in Gara 3 ci riesce alla grande, visto che un suo ace decide il quarto set.

Non giudicabili: Averie Allard, Beatrice Negretti e Anna Davyskiba.

di Alessandro Garotta

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