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Hit Parade: un passo avanti, uno al fianco e un pensiero importante

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Di Stefano Benzi

Nella nostra Hit Parade di oggi ci sono spunti allegri e altri di riflessione attenta e impegnata su un fatto del quale si parla moltissimo in Corea del Sud. Un angolo un po’ più serio. Per una volta…

1) Un passo sempre e comunque avanti

Otto squadre in Champions League sono un risultato assolutamente straordinario per il nostro volley. Un en-plein clamoroso che ha promosso tutte le squadre iscritte ai quarti di finale: con la certezza – anche se ci costa due derby – che avremo la certezza di avere almeno una squadra italiana in semifinale sia in ambito femminile che maschile. Il sogno di avere tre semifinaliste non è poi così assurdo anche se gli abbinamenti a questo livello non sono mai semplici. Avversarie turche per Novara e Busto, rispettivamente Fenerbahce e Eczacibasi, mentre la Lube affronterà lo Zaksa Kedzyezin Kozle che sta dominando il campionato polacco e all’Itas Trentino tocca un Berlin Recyling sulla carta fortissimo ma in crisi dall’inizio della stagione. Staremo a vedere.

Il tema conduttore però, per tutti, è quello di portare la competizione a un altro livello. Fare un passo avanti.

C’è una canzone che tutti conoscono e avranno sentito almeno una volta nella vita. Ma magari non sanno di chi è, o qual è la sua storia. “One Step Beyond” è una canzone che anche gli italiani che non parlano l’inglese possono cantare: perché è quasi interamente strumentale e l’unica frase, la stessa rappresentata dal titolo, viene recitata dall’MC della band, il trombettista Chas Smash Smith. La canzone in realtà ha molta storia alle spalle: la incise nel 1967 Prince Buster, un leggendario cantante jamaicano che faceva ska, quando lo ska in Europa era ben lontano dall’essere noto. Questo genere esplose a Coventry e si diffuse negli anni ’80 in tutto il Regno Unito. Il brano diventò un tormentone anche grazie al video dei Madness, un supergruppo di dodici elementi anche se la base della band era di ‘soli’ sette elementi. Il gruppo era famoso per le sue session invasion… secoli prima dei flash mob i musicisti si nascondevano fuori dalle stazioni della metropolitana di Londra: e cominciavano a suonare all’improvviso, coinvolgendo la gente nel loro “Nutty Train”, il bizzarro trenino a passo sincopato che provocava lombosciatalgia anche a quelli davvero allenati.

Questo il video originale dei Madness di “One Step Beyond”

2) Fianco a fianco (nonostante tutto)

Vale però la pena di capire come si è arrivati a un risultato del genere. Se in ambito femminile Busto deve ringraziare la sua costanza e caparbietà che ha fruttato due vittorie importantissime  nella seconda fase del girone, ma anche la vittoria dell’Eczacibasi che era sicuro del primo posto del girone ma non del ruolo di testa di serie. E ha dato tutto per ridimensionare la Dinamo Mosca eliminando di fatto la squadra russa, una delle superfavorite, e promuovendo la UYBA. Il passaggio di Modena è ancora più interessante dal punto di vista narrativo. Perché la Leo Shoes gioca malissimo e perde con il Knack Roselare. Ma a consentire alla squadra emiliana l’accesso ai quarti di finale è stata la gigantesca prestazione di Ivan Zaytsev contro il Verva Varsavia. La differenza è davvero minima. Un coefficiente dello 0.0062. Quattro punti appena in meno da parte dei polacchi allenati da Andrea Anastasi. O se vogliamo i 18 punti di Ivan Zaytsev, decisivo proprio nel tie-break conclusivo.

Zaytsev e Modena non si sono lasciati benissimo. Ci sono state un po’ di discussioni e i tifosi emiliani da una parte lo rimpiangono e dall’altra lo rinnegano. Un po’ come non si perdona la fidanzata della quale si è perdutamente innamorati ma che ha deciso di prendere il volo. Una delicata situazione di incastri e di stati d’animo che suggerisce un brano molto specifico. Gli Eurythmics sono stati un gruppo pop straordinario per oltre venti anni. Il duo era composto dalla meravigliosa Annie Lennox e dal geniale compositore e produttore Dave Stewart. I due sono stati insieme per molti anni, come coppia per poi separarsi proprio mentre il loro sodalizio artistico incontrava il grande successo. Quando arrivò il grande successo, e i due litigavano parecchio, Annie chiese a Dave Stewart una canzone allegra e di festa perché era stanca di cantare cose tristi. Nacque “Right by Your Side”. Dave Stewart scrive un delizioso calypso, qualcosa che non aveva mai composto prima e che rimarrà una gemma nella sua immensa produzione (oltre 650 canzoni). Le parole sono state scritte da Annie: “Dammi due braccia forti per proteggermi, dammi tanto amore da dimenticarmi di me stessa. Ho bisogno di sbilanciarmi per alleviare il casino in cui mi trovo. Quando la depressione inizia a vincere, ho bisogno di essere al tuo fianco. Ognuno di noi ha bisogno di amore, tutti hanno bisogno di dare e ricevere amore. Ogni giorno può trascinarci a fondo ma non c’è più niente da temere quando l’amore arriva in città”.

Questo il video ufficiale di “Right by your side” degli Eurythmics

3) Il bullismo che non ti aspetti

Il bullismo è qualcosa di estremamente serio. Che non sempre viene affrontato in modo profondo. Ci sono paesi che ignorano e si nascondono dietro leggi inesistenti o inadeguate. Altri che si impauriscono quando qualche esplode in tutta la sua gravità. Ma di fatto il mondo intero sta scoprendo che il bullismo si nasconde nelle scuole, nelle palestre, a volte nelle aziende. E sono poche le famiglie e le istituzioni che dimostrano di avere gli strumenti per fronteggiare questa emergenza. Senza porre l’accento su aspetti che sono poco chiari di una vicenda della quale si sta scrivendo molto, ci ha stupito il clamore che ha travolto due grandissime campionesse di pallavolo sudcoreana, le sorelle Lee Da e Lee Jae Yong. Le due sono un autentico simbolo per tutto il paese: giocano nelle Pink Spiders che stanno dominando il campionato, nella nazionale che giocherà alle prossime olimpiadi. Sulle due pesano accuse rilevanti di bullismo, fatti gravi, abusi commessi nei confronti di compagne di squadra e di scuola. Sono venute fuori testimonianze pesanti e le due giocatrici hanno ammesso le loro responsabilità. Le Pink Spiders le hanno subito messe fuori squadra rimediando tre pesanti sconfitte. Si parla di squalifica. Ma le due atlete sono finite in una autentica gogna mediatica tra scuse pubbliche, accuse e un enorme volume di voci e pareri da parte dei social network. In Sud Corea, dove il bullismo è un problema serio, soprattutto nelle caserme e nelle accademie sportive giovanili, stanno cercando di rendere questo caso un vero e proprio episodio catartico per tutto il paese. Che cosa succederà non è dato saperlo. Ma il clamore della vicenda è davvero enorme.

Ci sono molte canzoni che parlano di bullismo o body shaming: meritano di essere citate “Mean” di Taylor Swift, “Make it Stop” dei Rise Against, “Beautiful” di Christina Aguilera o la drammatica “Walking the Demon” dei Bullet for my Valentine. Quella più intensa in assoluto non può che essere “Jeremy” dei Pearl Jam. La canzone prende spunto da un vero fatto di cronaca: ed è talmente drammatica che non viene nemmeno naturale l’idea di doverla spiegare. Perché la storia è tragica e l’epilogo è il peggiore possibile. Jeremy Wade Delle è un ragazzino di 15 anni che si uccide con una revolverata nella sua classe, stanco di essere preso in giro dai compagni. Un episodio che cambierà per sempre il modo di percepire determinati episodi negli Stati Uniti. Eddie Vedder la farà propria scrivendo una canzone terribilmente concreta che al mantra “Jeremy spoke in class today” che si ripete incessantemente per tutto il refrain, contrappone una riga che viene cantata spesso solo nelle versioni live: “Vivere è la migliore vendetta verso chi ti ferisce”.

Le versioni di Jeremy sono due: una è dal vivo. Perché i Pearl Jam dal vivo sono una delle cose più belle e intense che la vita possa riservare a una persona che ama il rock and roll. Impagabili. E imperdibili. E l’altra è la versione del video originale che nel 1991 fu censurata e non andò mai in onda. Oggi, quella stessa versione, all’epoca considerata troppo ‘forte’ ed esplicita, è stata ripristinata, premiata e viene mostrata nelle scuole americane il 4 maggio, giornata mondiale contro il bullismo.

“Jeremy”, eseguita dal vivo dai Pearl Jam al Lollapalooza, nel sambodromo di Sao Paulo, il 31 marzo di 2015: 100mila persone che intonano il coro.

La versione integrale del video originale: prodotto nel 1991 e ripristinato senza censure vent’anni più tardi.

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