Due fratelli, un solo sogno: giocare in serie A!

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Di Redazione

Che il Veneto fosse terra di sport e di giovani talenti lo sapevamo già. Pallavolo, Basket, Rugby, ma anche calcio, sono tante le discipline a Treviso e dintorni e se il PalaVerde fosse una persona, ne potrebbe raccontare di storie.. vittorie, sconfitte, Scudetti, Champions League, e tanto altro ancora. Ma anche storie di giocatori che hanno calcato quel palcoscenico diventando poi dei veri e propri campioni, ed è quello che auguriamo ai fratelli Agbortabi, trevigiani doc, che sognano la serie A (articolo pubblicato nell’edizione odierna de “La Tribuna di Treviso”).

Fratelli nel pallone, con il sogno di stupire tutti. Riccardo ed Emanuela Agbortabi sono due giovani promesse dello sport trevigiano. Diciotto anni da compiere il primo, sedici già compiuti la seconda, sono entrambi aggregati alla prima squadra del proprio sport del cuore: il basket con TvB per Riccardo, la pallavolo con l’Imoco per Emanuela. Uno è un’ala-centro, l’altra una centrale. «Gioco a basket da quasi cinque anni», attacca Riccardo, «non era il mio sport preferito, mi piaceva di più il calcio. Ma a 13 anni ero già alto oltre 1,90 e papà mi ha consigliato di provare con un altro sport. Guardavo molti tutorial di calcio su YouTube, poi un giorno mi sono imbattuto in un video sul basket che ha catturato la mia attenzione. E’ scattato subito qualcosa, e da lì mi sono innamorato del canestro».

La sorella è altrettanto precoce: «Sono una pallavolista da tre anni. Qualche anno fa sono andata a vedere una partita della nazionale tedesca con mia cugina. Era la prima volta che vedevo un match, e mi piacque tantissimo. Decisi che sarei voluta diventare una giocatrice di pallavolo professionista».

Li hanno spronati il papà, di origini camerunensi, noto istruttore di hip-hop, afro dance e zumba, e la madre, di origini bielorusse, che fa la parrucchiera. «Gli anni del settore giovanile mi hanno aiutato a crescere», riprende l’ala che si allena con Treviso Basket, «ma giocando in C Silver col Ponzano sono maturato molto. Ero in squadra con Ivan Gatto, che mi ha dato tanti consigli per migliorare. Soprattutto mi ha aiutato a vincere la timidezza, e a capire che senza carattere non si arriva da nessuna parte».

Emanuela vuole volare altissimo: «Fin da subito mi sono posta degli obbiettivi importanti: arrivare in Nazionale e giocare nella serie A italiana. E li ho raggiunti entrambi: quest’anno sono stata convocata per un ritiro con la pre-juniores azzurra e ora mi alleno con le campionesse dell’Imoco. Lo confesso, allontanarmi di casa per il ritiro della Nazionale, anche se per pochi giorni, mi ha fatto crescere tanto».

Sembrano molto uniti come fratelli. E hanno anche qualche rito scaramantico prima delle partite. «In effetti siamo molto uniti e cerchiamo di seguirci a vicenda, andando a vedere le rispettive partite quando possiamo. Prima di una gara ci diamo la carica con frasi tipo: “Dimostra quello che sai fare!”», dice il maggiore. «Ci piace parlare assieme e spesso lo facciamo prima di una gara. Questo ci da forza per affrontare gli avversari, qualunque essi siano», conferma la sorella.

Ci si trova di fronte a due ragazzi abbastanza atipici di questi tempi: niente Facebook nè Instagram… «No, in questo nostro padre è stato chiaro. Niente distrazioni. Non siamo ragazzi che vanno in giro per feste, preferiamo concentrarci sui nostri obbiettivi. Zero social, mi dispiace».

Ora sono arrivati in prima squadra, ma tra poco dovranno fare un passo indietro. «Quest’anno giocherò in C Silver con l’Istrana, ma sarò sempre a disposizione della De’ Longhi per dare una mano anche con la prima squadra», chiude Riccardo, «Ho già avuto modo di giocare contro dei senior e la cosa non mi spaventa affatto, anzi. Ora sono dove vorrei essere, e ci sono arrivato perchè ci ho creduto, mettendoci cuore, lavoro, passione. Ho un sogno, quello di giocare in Nba».

«Se penso al percorso fatto finora, non posso che emozionarmi», dice Emanuela, «fino a pochi anni fa venivo al Palaverde a vedere l’Imoco e facevo foto in compagnia delle giocatrici. Ora mi alleno con loro. Ho già raggiunto traguardi importanti, ma non voglio fermarmi. Vorrei portare in alto il nome della mia famiglia». Che ha un altro asso nella manica: la sorellina più piccola, Rebecca, a 11 anni è già una promessa dell’atletica leggera.

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