Davide Saitta: "Chi sminuisce la gravità di questo virus è ridicolo"

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Di Redazione

Davide Saitta, capitano della Consar Ravenna, è stato intervistato oggi da Il Resto del Carlino Ravenna, sulla situazione particolare che sta vivendo tutta Italia e in particolare gli sportivi professionisti abituati a passare quasi tutto il giorno in palestra.

Saitta, dal punto di vista ‘sportivo’ come ve la passate? «Ci atteniamo alle regole, cercando di tenerci in forma in casa, nell’eventualità che si debba ricominciare a giocare».

Avete un programma individuale? «Sì, il nostro preparatore ci ha consegnato una scheda con esercizi da svolgere giorno per giorno, fino a sabato. Non tocchiamo il pallone e non facciamo i pesi. L’eventuale ripresa sarà dura, però ci adatteremo».

II tran tran domestico come si gestisce? «In casa siamo in quattro. Oltre a mia moglie e a mia figlia ho anche la suocera, over 70, dunque c’è anche una componente di paura. L’attenzione è massima. Per fortuna siamo sereni, anche perché, tutti stanno osservando la quarantena fin da quando erano uscite le prime notizie, cioè da quasi un mese. Da quando poi è scattato l’allarme, esco solo io per fare la spesa».

Come ci si mantiene in forma? «Nel pieno rispetto delle norme, ovvero senza creare assembramenti di persone, e sulla base anche del decreto che permette agli atleti teoricamente ‘olimpici’, sono sceso nel cortile di casa a fare qualche esercizio aerobico. Ho fatto 15′ di corsa all’una di notte, ovviamente da solo».

Le giornate in casa come trascorrono? «È dura, non lo nego. II frigo e la credenza ti ‘chiamano’ costantemente. Abbiamo il divieto di mangiare la pasta alla sera, cercando di evitare anche tutti gli altri eccessi. È ovviamente difficilissimo, perché davanti alla tv ti viene spontaneo mangiare qualcosa».

«Penso alle persone che soffrono, a quelle che ci stanno lasciando. Di coronavirus si muore per patologie pregresse, ma muoiono anche operatori sanitari giovani, 50-60 anni. Chi sminuisce la gravità di questo virus, è ridicolo. Si tende a far passare il concetto che i giovani non sono immuni.

E invece, siamo chiamati tutti a rispettare le regole perché, altrimenti, lo sforzo per il contenimento viene vanificato. È un appello che rivolgo anche agli amici del sud che ancora non hanno capito cosa sta succedendo. Finché non ti arriva in casa, non ci si rende conto della gravità della situazione».

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