Andrea Giani: “Le opportunità le abbiamo avute, ma abbiamo commesso troppi errori”

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Di Redazione

Lo aveva detto Andrea Giani già pochi minuti dopo la cerimonia di premiazione della VNL: il difficile, per la Francia, non è vincere, ma trovare la continuità ad alti livelli. Dopo il trionfo alle Olimpiadi era arrivato il tonfo agli Europei, dopo la vittoria di Bologna l’eliminazione nei quarti dei Campionati Mondiali, anche se questa volta i meriti dell’Italia si sommano, se non li superano, ai difetti dei transalpini.

Nel dopopartita dei quarti di finale, il tecnico italiano prova ad analizzare la sconfitta: “A fare la differenza è stato il fatto che nel quarto set, pur giocando bene, non siamo riusciti a fare i break che servivano e abbiamo commesso degli errori che hanno permesso all’Italia di non farsi staccare di 3-4 punti. In quei momenti, che erano i più importanti per portarsi a casa il match, non abbiamo reso al meglio. Le opportunità le abbiamo avute, ma i nostri errori hanno consentito agli azzurri di rientrare. Nel tie break abbiamo incassato 4 punti di fila, poi abbiamo rimontato e siamo rimasti concentrati, ma non è facile quando lo svantaggio è così ampio. Brava l’Italia, questo è lo sport“.

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È stata una partita molto difficile – ammette Yacine Louati, promosso a titolare da Giani nel corso del match – loro hanno picchiato duro, hanno servito molto bene, con serie dai nove metri che ci sono costate care. Soprattutto nel quarto set c’erano i margini per chiudere, ma loro ci hanno fatto male in battuta e sono riusciti a rientrare. Poi c’è stato un momento un po’ strano, con una decisione arbitrale di cui preferisco non parlare. Abbiamo tanti rimpianti, penso che ci sia mancata un po’ di freschezza fisica e mentale, anche perché due giorni prima avevamo giocato una partita molto intensa contro il Giappone“.

Anche Jean Patry mastica amaro: “La partita si è decisa su qualche nostra imprecisione quando avevamo la palla per fare il punto, in particolare in contrattacco, ci siamo messi in difficoltà da soli. Soprattutto nel quarto siamo stati noi a tenerli in partita. A caldo è difficile vedere gli aspetti positivi, non era certo il nostro obiettivo fermarci ai quarti di finale, e anche la rimonta nel tie break è stata tardiva“.

Anche se abbiamo lottato fino alla fine, siamo molto delusi – chiude Jenia Grebennikovloro sono stati più performanti di noi al servizio e in ricezione in certi momenti dalla partita. Abbiamo provato a rimontare alla fine, come abbiamo già fatto altre volte, ma era complicato. C’è uno scambio del quarto set in particolare che ha cambiato un po’ tutto: abbiamo ricostruito male e non siamo riusciti a chiudere, se solo l’avessimo fatto… quel pallone fa molto male. Nel tie break poi ci hanno messo in difficoltà. Uscire ai quarti è sempre dura per tutti“.

(fonte: FFVB)

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Fedrizzi trionfa nell’Emirates Cup con l’Al Nasr: “Una realtà profondamente diversa dalla nostra”

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Un autentico pilastro della squadra ma anche e soprattutto un idolo dei tifosi della Yuasa Battery Grottazzolina che ha vissuto una splendida esperienza di vita a Dubai, subito dopo la fine della stagione regolare. Parliamo di Michele Fedrizzi, schiacciatore e leader della Yuasa che nella post season ha giocato insieme ai propri compagni il Torneo Internazionale di Dubai, anche per preparare i playoff per il quinto posto.

Proprio l’esperienza del Torneo di Dubai (chiusa con il secondo posto dietro la Dynamo Mosca) è stata galeotta perché proprio Fedrizzi è stato contattato, tramite il suo agente, per disputare l’ultima parte di stagione con la maglia dell’Al Nasr di Dubai, nel campionato degli Emirati Arabi Uniti. Otto squadre al via per un livello di volley che la Yuasa ha incrociato in occasione del torneo. Insomma un’avventura che ha visto la luce proprio in quei giorni, unico italiano in quel campionato dove però la componente straniera (atleti europei e soprattutto brasiliani) è molto numerosa anche se il livello non è assolutamente paragonabile a quello italiano. 

“Siamo tornati da Dubai venerdì 22 marzo insieme alla squadra – racconta Fedrizzi – ma in realtà io sono ripartito il lunedì successivo, giusto il tempo di preparare il tutto anche dal punto di vista burocratico. Una realtà certo profondamente diversa dalla nostra e in cui è necessario adattarsi giustamente nel loro modo di vivere e intendere lo sport”.

Il ritorno in Italia avvenuto nelle ultime ore, dopo due mesi ma ben tre competizioni disputate di cui una vinta. “Prima abbiamo disputato i playoff: in finale siamo stati battuti per 2-0. In quella fase la società ha optato per il cambio di allenatore e non è stato semplice adeguarsi per preparare l’imminente Supercoppa, un torneo che infatti è andato male. Poi però ci siamo rifatti con l’Emirates Cup, la seconda competizione più importante dopo i playoff: qui ho potuto alzare il trofeo. E la squadra per l’occasione è stata ricevuta nel Palazzo presidenziale il sabato successivo alla vittoria, peccato io fossi ripartito 24 ore prima e non sia riuscito a vivere quell’esperienza da favola”

Dicevamo un mondo diverso in tutti i sensi in cui occorre adattarsi rapidamente. “Solo Dubai ha quattro squadre, tutte con propri centri sportivi. Tante gare si giocano in campo neutro e in generale la presenza dei tifosi era ridotta. Di certo qui siamo abituati diversamente. La tv locale, la stessa che ha trasmesso le gare del Torneo giocato con la Yuasa, ha trasmessio tutte le fasi finali”

Il racconto degli allenamenti: “Una seduta atletico-tecnica al giorno seguendo anche le loro tradizioni: durante il Ramadam ci si allenava anche in tarda serata, aspettavano il tramonto per permettere loro di non essere digiuni nello scendere in campo. Personalmente oltre all’allenamento tecnico con la squadra, al mattino andavo in palestra per tenere la condizione fisica. Dovevo soprattutto farmi trovare pronto per la Superlega e la Yuasa, anche evitando situazioni eventuali legate ad infortuni”

Ma poi si vivono queste esperienze sia in campo e nello sport ma anche fuori, dove ti trovi a vivere un ambiente e un mondo profondamente differente. “Ho vissuto quasi due mesi in maniera professionale in campo, ma poi ho avuto anche modo di fare il turista perché l’occasione era indubbiamente imperdibile nonostante un caldo incredibile, stabilmente sopra i quaranta gradi. Guai ad uscire nelle ore calde della giornata anche se poi Dubai è bellissima e c’è tutto quello che si può pensare o sognare. Tornare in futuro? Difficile pensare di andare a giocarci stagione intere, sarebbe poi difficile riprendere il ritmo europeo e italiano. Ma una parentesi di qualche settimana o qualche mese merita di essere fatta per quello che lascia anche dal punto di vista umano”.

(fonte: Yuasa Battery Grottazzolina)