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Abusi nella pallavolo, Alessandra Marzari: “È una vergogna non agire”

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Passano i mesi e gli anni, ma purtroppo il flusso di notizie che riguardano gli abusi sui minori nel mondo dello sport, e in particolare della pallavolo, non accenna a diminuire. Anzi: proprio negli ultimi giorni due casi gravissimi, quelli dell’allenatore radiato in Trentino dopo le accuse di violenza sessuale e dell’ex pallavolista rinviato a giudizio per pornografia minorile, hanno dimostrato che il tema è disgraziatamente fin troppo attuale, anche se è raro che finisca sotto i riflettori.

Vista l’allarmante frequenza con cui episodi di questo genere si verificano e i numeri drammatici rivelati qualche mese fa da un’indagine sul tema, ci si aspetterebbe che l’argomento degli abusi nello sport fosse al primo posto nell’agenda di tutte le istituzioni. Invece è raro persino sentirne discutere, per non parlare degli interventi concreti.

Anche nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno della Federazione Italiana Pallavolo si è accennato solo marginalmente al tema: su sollecitazione di Volley NEWS, il presidente Giuseppe Manfredi ha promesso che nell’ambito delle neonate attività di responsabilità sociale Fipav Caresci sarà anche un progetto specifico sul tema degli abusi sui minori e cercheremo di farci dare una mano da qualche azienda specializzata. Organizzeremo anche incontri con le nazionali giovanili, i tecnici delle società e i dirigenti. Chiaramente sarà un lavoro a livello preventivo, perché dal punto di vista repressivo non c’è nulla da discutere: si procede con la radiazione e la trasmissione degli atti all’autorità giudiziaria“.

A chiedere un’attenzione molto più elevata è Alessandra Marzari, presidente del Consorzio Vero Volley e da sempre in prima linea nella lotta a molestie e violenze: “Sono quattro anni che il tema degli abusi è stato messo all’attenzione di CONI e Federazione – dice la dirigente – ma chi abusa dei bambini che con innocenza e passione si avvicinano allo sport non se n’è accorto. Pressoché nulla è stato fatto, se non per la strenua volontà di alcune associazioni come Change The Game. È la prova di come la violenza agisca indisturbata nei nostri sistemi istituzionali, quando a farne le spese sono le persone più fragili e più indifese. Non agire in maniera significativa e decisa su questo tema è una vergogna di questo sport“.

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