Today in History: Itas Diatec Trentino, una debuttante da record

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Di Redazione

5 aprile 2009: alla O2 Arena di Praga l’Itas Diatec Trentino si laurea campione d’Europa per la prima volta nella sua storia, battendo l’Iraklis Salonicco nella finale della Champions League. Una serata indimenticabile per la squadra italiana, che non soltanto riporta nel nostro paese la coppa più importante del continente dopo due anni di assenza, ma sale sul gradino più alto del podio alla sua prima partecipazione in assoluto e dopo un cammino da record: 12 vittorie su 12 partite. È l’inizio di un ciclo magico per Trento, che si consacra definitivamente tra le grandi del volley mondiale.

Un traguardo non facile da raggiungere per la società di Diego Mosna che, sbarcata in A1 nel 2000 acquisendo il diritto di Ravenna, impiega otto anni a centrare l’obiettivo scudetto, dopo l’illusorio primo posto in regular season del 2008. Da lì, però, comincia un’escalation senza fine. Trento conferma l’ossatura della squadra campione d’Italia, con Radostin Stoytchev in panchina e stelle come KaziyskiGrbic in campo; i partenti Nikolov e Jeroncic vengono sostituiti dal miglior realizzatore del campionato, Leandro Vissotto, e dal connazionale Riad.

Il campionato procede a corrente alternata, in un continuo scambio di posizioni in vetta con la Lube: proprio all’ultima giornata, un clamoroso scivolone sul campo di Taranto regala ai marchigiani il primo posto. Ma in Europa, come detto, l’Itas è un rullo compressore: travolge BledBeauvaisVienna nel girone iniziale (lasciando per strada solo tre set), fa polpette del Mallorca negli ottavi di finale (doppio 3-0) e nei quarti si impone senza problemi anche sui temibili polacchi del Czestochowa (3-1 in trasferta, 3-0 in casa).

Nel bel mezzo dei play off nazionali (Trento sta giocando i quarti contro Vibo) arriva la final four di Praga, da record anche per il pubblico: sono ben 12mila gli spettatori che trovano posto nell’arena della capitale ceca. Come da prassi in quegli anni, le squadre della stessa nazione non possono incontrarsi in finale: ne risulta un derby italiano con la Lube in semifinale. In campionato sarebbe stato un accesissimo scontro al vertice, ma in Champions si rivela uno schiacciante successo per l’Itas, che fa fuori la squadra di De Giorgi con un secco 3-0 (25-21, 25-19, 25-23).

In finale c’è l’Iraklis Salonicco dell’italiano Flavio Gulinelli, che ha fatto fuori per 3-1 l’Iskra Odintsovo di Giba, Butko e Verbov. Una sorpresa, ma non troppo: anche i greci hanno vinto tutte le partite disputate in Champions, come i trentini. Che in più devono fare i conti con l’inesperienza, visto che Nikola Grbic è l’unico ad aver già disputato una finale in carriera. Eppure in partenza l’Itas non dimostra certo timore reverenziale: il primo set si chiude con un eloquente 25-12, con un Vissotto straripante.

Foto Lega Pallavolo Serie A

Poi le cose si complicano un po’: l’Iraklis, approfittando dei troppi errori al servizio di Trento, vince il secondo set e riapre la partita. Nel terzo si lotta punto a punto, con parecchi errori, ma l’Itas trova nei muri di Birarelli, Winiarski e Vissotto un’arma fondamentale per chiudere ai vantaggi. Il quarto si apre sull’8-3 per Trento, ma i greci non mollano e restano incollati: serve un devastante turno di battuta di Kaziyski per chiudere la contesa sul 3-1 (25-12, 21-25, 26-24, 25-22) e far esplodere la festa dei 1500 tifosi arrivati dall’Italia.

Leandro Vissotto è il grande protagonista del match con 21 punti, ma il premio di miglior giocatore se lo prende Matey Kaziyski, ancora una volta decisivo; in più ci sono i riconoscimenti per Michal Winiarski (miglior muro) ed Emanuele Birarelli (miglior servizio). Trento entra nella storia dalla porta principale, e ci resterà a lungo: poche settimane dopo dovrà inchinarsi a Piacenza in Finale Scudetto, ma l’anno successivo porterà a casa la seconda di tre Champions consecutive e il primo di ben 5 Mondiali per Club, un altro primato assoluto.

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Today in History: il graffio di Tai Aguero sulla Coppa Italia

Today in History
Di Redazione 18 aprile 2010: al 105 Stadium di Rimini la MC-Carnaghi Villa Cortese vince la Coppa Italia, battendo in una finale al cardiopalmo la Foppapedretti Bergamo. È il primo trofeo nella storia della squadra biancoblu, appena arrivata in Serie A1, e arriva al termine di una partita indimenticabile in cui la squadra di Marcello Abbondanza, in vantaggio per 2-0 e avanti 18-14 nel terzo set, rischia clamorosamente di farsi sfilare la Coppa. Alla fine però arriva la festa, nel segno di una fuoriclasse assoluta come Tai Aguero, la cui foto in posa da "gatta nera" scrive la storia della competizione. Villa Cortese fa notizia per il solo fatto di esistere: è espressione di un paese di poco più di 6000 abitanti - ma anche di un colosso mondiale delle macchine industriali -, è arrivata in A1 sull'onda di quattro promozioni consecutive dalla serie C e ha tirato fuori dal cilindro un mercato faraonico, con gli ingaggi di monumenti del volley italiano e internazionale come Paola CardulloManuela SecoloSara AnzanelloLindsey Berg e la stessa Aguero, oltre alla portoricana Aury Cruz. Una squadra costruita per vincere fin dalla prima stagione. [caption id="attachment_157995" align="aligncenter" width="678"] Foto Rubin/LVF[/caption] L'impatto sul campionato è in effetti da urlo, anche se qualche passo falso di troppo nel girone di ritorno (a Perugia e in casa contro Jesi) relega le cortesine al secondo posto in regular season a due punti da Pesaro, nonostante la parità nel numero di vittorie. Ma prima che inizi l'avventura nei play off arriva la Coppa Italia, quell'anno stranamente posizionata nella fase più calda della stagione. Villa si è qualificata a febbraio eliminando Novara con un doppio 3-1 nei quarti di finale, che hanno visto il passaggio delle prime quattro della classifica. La prima semifinale regala subito una grande sorpresa: la favoritissima Scavolini Pesaro cade contro Bergamo con uno 0-3 senza appello, segnato da una prova maiuscola della "Divina" Francesca Piccinini (21 punti). Poi scende in campo la MC-Carnaghi, seguita da un corposissimo gruppo di tifosi, ed è un'altra partita a senso unico: 3-0 su Jesi in poco più di un'ora, con 7 muri-punto di una scatenata Anzanello. La finale sarà dunque Villa-Bergamo, destinata a diventare una "mini-classica" nelle poche stagioni della parabola biancoblu. [caption id="attachment_157997" align="aligncenter" width="678"] Foto Rubin/LVF[/caption] Davanti a 4600 spettatori la sfida regala subito spettacolo: il primo set è un'altalena di emozioni, dal break di 7-12 per la Foppa al 22-22 siglato da un muro di Secolo, fino alla chiusura con tre attacchi consecutivi di Aguero. Bergamo prova a reagire nel secondo parziale (3-6, 14-16) ma ancora una volta viene raggiunta: sul 22-22, manco a dirlo, decide Tai con due attacchi vincenti inframmezzati da un muro di Anzanello. Nel terzo set Villa Cortese vola avanti 5-2 e 13-9, l'ingresso di Lucia Bosetti è l'ultima carta a disposizione di Micelli, ma sembra ormai troppo tardi. Invece sta per iniziare un'altra partita, ancora più emozionante: dal 18-14 la Foppapedretti rimonta fino al meno uno, e poi va al sorpasso con Antonella Del Core (20-21). Il servizio di Furst fa il resto e ancora Del Core riapre la partita. La MC-Carnaghi sbanda, Bergamo domina il quarto set con un parziale di 0-7 sempre sulla battuta della tedesca, e un ace di Bosetti manda tutti al tie break. Per Villa Cortese sembra concretizzarsi l'incubo: Cruz e Secolo non passano in attacco, e in avvio di tie break anche Aguero subisce due muri di fila per il 4-6. [caption id="attachment_157996" align="aligncenter" width="678"] Foto Rubin/LVF[/caption] Ma nel momento più difficile la MC-Carnaghi trova le energie per mettere la freccia: Berg mura Del Core per il pareggio (6-6), Anzanello firma l'allungo (9-7), Aguero consolida il vantaggio (13-10). Un appoggio vincente di Cruz vale il match point, annullato da Furst; al secondo tentativo Tai attacca per tre volte e alla fine trova il mani-out vincente del definitivo 3-2 (25-23, 25-22, 23-25, 17-25, 15-13). L'opposta italo-cubana chiude con 34 punti e un'infinità di palloni attaccati: 84, quasi la metà dei 171 di squadra, con appena due errori! È lei, insieme a Sara Anzanello (18 punti, 7 muri) l'assoluta protagonista del trionfo che porta i tifosi biancoblu a coniare lo slogan: "Veni, vidi, Villa". https://www.youtube.com/watch?v=YjbKto-Gdqs Quanto sia fondamentale l'apporto di Aguero, la MC-Carnaghi lo scoprirà poi a sue spese anche in finale scudetto: sarà proprio l'infortunio di Tai in Gara 1 a indirizzare la serie decisiva contro Pesaro e dare alla squadra biancoblu, fino a quel momento dominatrice assoluta, il primo di una lunga serie di dispiaceri tricolori. Il feeling con la Coppa, invece, continuerà anche nella stagione successiva a Catania: sempre contro Bergamo, sempre sotto il segno di Tai.