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Tutte a caccia dell’oro di Tokyo: la Cina è la squadra da battere

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Di Eugenio Peralta

Mancano soltanto poche ore all’inizio del torneo olimpico femminile di Tokyo 2020, che prenderà il via domenica 25 luglio, ma definire gerarchie e scenari della competizione a cinque cerchi è ancora difficile, e lo resterà probabilmente anche a gare iniziate. L’Olimpiade giapponese si presenta sulla carta come una delle più equilibrate di sempre, con almeno 5 nazionali su 12 in lizza per l’oro e altre due che possono comunque puntare a una medaglia. Una formazione da battere però c’è, ed è la Cina campione in carica, che rispetto alle contendenti sembra avere una marcia in più.

Foto FIVB

Il pronostico più facile è sicuramente quello che riguarda la Pool A, in cui due squadre sono nettamente favorite: la Serbia campione del mondo e d’Europa e il Brasile. La nazionale di Zoran Terzic ha a disposizione un sestetto di assoluto valore con giocatrici del calibro di Boskovic, Rasic, Ognjenovic e Mihajlovic: l’unica incognita, un po’ come per l’Italia, è legata alla lunghissima astinenza da gare ufficiali, visto che alla VNL la squadra balcanica si è “nascosta” schierando una formazione giovanissima.

Le verdeoro di Zé Roberto possono a loro volta contare su una squadra estremamente competitiva, con Gabi e Tandara come punte di diamante: molto dipenderà dalla consacrazione dell’estrosa palleggiatrice Macris, ma soprattutto dal completo recupero fisico di Natalia in posto 4. Attualmente la seleçao è forse la meno convincente tra le “big”, ma resta avversario ostico per chiunque. Attenzione poi al Giappone padrone di casa, che già a Rimini ha dimostrato di poter dare filo da torcere a tutti, grazie al talento della giovanissima Aki Momii in regia e agli attacchi di Koga, Kurogo e Ishikawa.

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Prenota un posto nei quarti di finale anche la Repubblica Dominicana, all’appuntamento conclusivo per una generazione di successo che con le varie De La Cruz, Rivera e Brayelin Martinez (quest’ultima, in realtà, sarà ancora sulla scena a lungo) ha portato la piccola isola caraibica a giocarsela alla pari con le grandi. Il destino sembra segnato invece per le ultime due partecipanti: la Corea del Sud di Stefano Lavarini, che nonostante Kim Yeon-Koung difficilmente potrà inserirsi tra le prime 4 del raggruppamento, e il Kenya affidato al brasiliano Luizomar.

Decisamente più incerta la Pool B, quella dell’Italia, che naturalmente resta una delle grandi favorite per la vittoria finale e ha la medaglia come obiettivo minimo. Le condizioni di Miriam Sylla sono al momento il nodo principale da sciogliere per una formazione che, nonostante la lunga sosta, ha meccanismi ed equilibri collaudatissimi, oltre a poter disporre di una Paola Egonu ormai decisamente affermatasi come stella del volley mondiale.

Foto: sportdonna.it

Sulla strada delle azzurre ci sarà da subito la Cina, che come detto parte in pole position: Jenny Lang Ping ha a disposizione una rosa persino più competitiva di quella di Rio 2016, con un sestetto da sogno che alla classe di Zhu Ting unisce la potenza di Li Yingying e la precisione di Ding Xia, per tacere del resto. L’unica piccola crepa nella corazzata cinese è il divario tra il sestetto titolare e le altre giocatrici della rosa: solo Zhang Changning è una più che valida alternativa, per il resto il livello delle seconde linee è decisamente inferiore e anche una sola defezione potrebbe causare qualche intoppo.

Non finisce qui, perché nello stesso gruppo troviamo anche gli USA, grande incompiuta olimpica che però alla VNL ha fatto sfoggio di carattere e continuità. La qualità è come al solito eccelsa, da Bartsch a Poulter passando per Larson e Drews, per non parlare delle veterane Hill e Akinradewo, e la ricchezza delle alternative infinita; manca forse una giocatrice in grado di “svoltare” nei momenti difficili, ma per le medaglie le americane ci sono, eccome.

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La Turchia di Giovanni Guidetti è sicuramente la scheggia impazzita del torneo: la strada verso le semifinali è in salita, ma quello che è certo è che Erdem, Karakurt e compagne faranno soffrire chiunque, e nei quarti l’impresa è sempre dietro l’angolo. Prima però le turche dovranno conquistarsi la qualificazione: a contendergliela ci sarà la Russia di Sergio Busato, che si presenta un po’ in tono minore ma può pur sempre contare sulle eterne Startseva e Goncharova e sul giovane fenomeno Fedorovtseva, tra le altre. Cenerentola designata l’Argentina, per la quale la qualificazione è già un enorme successo: Nizetich e compagne giocheranno senza nulla da perdere e per questo andranno prese con le molle.

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