Il Top & Flop di gara 5: Zaytsev zittisce gli scettici, la Lube si perde sul più bello

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Di Roberto Zucca

In alto i cuori umbri sono rivolti al tricolore. Perugia vince un meritatissimo scudetto in gara 5 davanti ad un pubblico straripante e festoso per tutta una regione e per una città che si dimostra volley dipendente. Una partita perfetta, quella giocata dal sestetto di Bernardi, che ha saputo approfittare anche di alcuni incredibili cali fisiologici di Civitanova, apparsa quasi incapace di conquistare anche solo un set che potesse in qualche modo minare la superiorità della Sir. Vince una squadra ben assortita, amministrata da un enorme De Cecco e da elementi che sono stati in grado di vincere tutto e di spingersi al di là di qualsiasi obiettivo. Per la Lube un’occasione persa, che alla bella poteva essere gestita in maniera completamente diversa.


Il top
: Ivan Zaytsev. Non se ne abbia a male Atanasijevic, che in questa annata ha spesso fatto la parte del mattatore, ma  è Ivan ad aver accompagnato la squadra soprattutto nei momenti più complicati della gara. Rimane concentrato attimo dopo attimo e chiude due palle sul finale che valgono un intero campionato. Non è stata una stagione semplice per lo Zar, portato a Perugia con numerosi intenti e spesso finito con l’essere la pietra dello scandalo, macchiatosi della colpa di essere per alcuni più popolare che bravo. Ecco, in questo campionato, il nostro Zaytsev ha forse dimostrato che quelle accuse, reali o velate, siano in realtà infondate. La bravura c’è, ed è superiore alla popolarità. E lo ha notato anche De Cecco, regista di questa grande squadra, che stasera si è affidato alla banda azzurra per tutto ciò che concerneva la fase della paura. E le sue speranze non sono state per niente tradite.

Di questa squadra, che nella prossima stagione, secondo rumors, apparirà con numerosi volti nuovi e senza alcuni dei protagonisti di questa stagione, va il merito di aver lottato molto, forse anche tanto individualmente, per riscattarsi dai fantasmi di un passato che adesso appare come qualcosa di lontanissimo.

Il flop: la Lube superficiale. Quella dello scudetto cucito. Quella convinta di poter disputare una stagione tale e quale alla scorsa, e in cui gli avversari avrebbero sofferto proprio l’essere di fronte alla Lube. Una stagione per la squadra di Medei, in cui è mancato forse l’essere squadra, l’essere uniti per un obiettivo concreto. Le vittime sacrificali sono sembrate essere gli americani, a cominciare da Sander, che ha giocato un campionato discutibile dall’inizio del girone di ritorno, a Christenson, che soprattutto nei playoff, è apparso distratto e confuso. A farne le spese più di tutti è sembrato essere Kovar, spesso utilizzato per silenziare Sander nelle sue fasi decrescenti, e che andava promosso a titolare fisso senza possibilità di appello. Insomma, una Lube che per il prossimo anno dovrà guardarsi dentro e ripensare a un organico che faccia non solo immagine, ma che sia in tutti i suoi reparti desiderosa di vincere. Come lo era la Lube dello scorso anno.

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