Tinet Gori Wines

Sturam: “Consapevoli che l’eventuale ripresa non potrà essere comoda e senza ostacoli”

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Di Redazione

La Tinet Gori Wines si interroga sul futuro. Si è tenuta ieri una consulta della Lega Pallavolo in videoconferenza che ha come di consueto coinvolto tutti i dirigenti dei sodalizi affiliati.

All’ordine del giorno c’erano le cosiddette Linee Guida sulla riduzione dei compensi dei tesserati per fronteggiare la crisi economica derivante dall’emergenza epidemiologica. La Commissione nominata dalla Lega non ha raggiunto un accordo coi procuratori, ma i club adotteranno queste linee guida, che per la Serie A3 prevedono un taglio salariale del 25% dei compensi pattuiti.

Ma il vero punto focale della riunione riguardava le strategie di ripresa dell’attività in un momento di turbolenza che ha visto anche le dimissioni del presidente della Legavolley Diego Mosna.

Il prossimo anno sarà un altro anno olimpico e quindi si è prospettata l’esigenza di terminare i campionati entro aprile per permettere a chi ha atleti di interesse internazionale di poter giocare fino alla fine a ranghi completi. Problema che dovrebbe riguardare in maniera esigua le squadre di A3, che quindi potrebbero cominciare il proprio campionato in ottobre, come di consueto.

La questione importante ora è capire quali saranno le modalità e le tempistiche della ripresa. Ma la situazione contingente rende difficile fare previsioni certe.

Non conosciamo lo sviluppo della pandemia da qui a qualche mese – è il parere del Direttore Sportivo della Tinet Gori Wines, Luciano Sturame questo rende difficile fare una programmazione “normale”. Dobbiamo capire se si potrà giocare a porte chiuse o con gli impianti a capienza ridotta. In quel caso sarà importante avere un protocollo preciso per gestire al meglio entrate e uscite del pubblico e chiarire esattamente quali siano le responsabilità di società e dirigenti.

Sarà necessario definire quali modalità di allenamento adottare, come comportarsi in caso di contagi (anche a livello di contratti) e se sia necessario sanificare gli ambienti ad ogni allenamento o solo ad intervalli regolari. Questa non è una questione secondaria perché oltre che un ausilio al mantenimento della salute incide sui costi e va inserita nel bilancio annuale. Personalmente faccio fatica a capire se c’è consapevolezza di ciò che stiamo vivendo.

Capisco che è anche un’attività lavorativa e che ci sia voglia di riprendere. Forse il grande ottimismo è anche un meccanismo di difesa. In ogni caso credo dovremmo essere tutti consapevoli che l’eventuale ripresa non potrà essere comoda e senza ostacoli”

(Fonte: comunicato stampa)

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