Foto Ufficio Stampa Scuola di Pallavolo Anderlini

S.d.P. Anderlini, Coletta: “La scuola e lo sport siano di vitale importanza”

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Di Redazione

Continua il viaggio nel mondo della Scuola di Pallavolo Anderlini. Oggi è il turno di Barbara Coletta, una matematica sui campi da pallavolo.

Di cosa ti occupi nella vita? “Sono una professoressa di matematica e scienze di scuola media, quindi mi ‘prendo cura’ di adolescenti”.

Che ruolo/i ricopri all’interno della Scuola di Pallavolo? “Quest’anno alleno le due Under 12 maschili, percorso iniziato lo scorso anno in Under 11, e sono dirigente in Under 19 maschile”.

Da quanto tempo fai parte di questa grande società? “Ho iniziato a lavorare in Anderlini 6 anni fa”.

Come sei entrata a farne parte? “Dopo una lunga pausa dal mondo della pallavolo ho dato la mia disponibilità come secondo allenatore nel gruppo squadra di mia figlia. Ho avuto la fortuna di lavorare con Davide Zaccherini che è stato un ottimo aiuto per il mio aggiornamento tecnico. Successivamente sono passata ad allenare le squadre Under 11 maschili e sono diventata secondo allenatore/dirigente in quella che era l’Under 14 maschile, attuale Under 19 Gialla. La collaborazione in questi anni con allenatori come Bosi, Campedelli, Guidotti, Mantovani, Bernardi e Patt è stata veramente preziosa sia dal punto di vista tecnico che umano”.

Cosa ami di questo mondo? “Amo il mondo della pallavolo perché ti permettere di crescere sotto tutti i punti di vista: ti mette in competizione con gli avversari, a volte con i compagni di squadra e spesso con te stesso. La competizione ti porta a fare del tuo meglio, fare fatica per raggiungere un obiettivo, imparare dagli errori, prenderti le tue responsabilità, e in tutto ciò non ti senti solo perché con te c’è la squadra. La pallavolo giovanile ha un fortissimo potere nella crescita non solo sportiva ma anche umana dei ragazzi, è una famiglia con tutti i pregi e difetti!”.

Qual è il ricordo più bello che hai degli anni vissuti in Scuola di Pallavolo? “Momenti belli ce ne sono stati tanti: partite emozionanti vinte contro ogni pronostico, il sorriso e le lacrime dei ragazzi, la complicità con gli allenatori con cui ho lavorato e con cui ho condiviso la crescita dei nostri atleti, i ritiri e i tornei, un video di ricordi di una stagione pazzesca e lettere e messaggi di affetto delle persone con cui ho lavorato”.

Cosa ti porti dietro della pallavolo nella tua vita quotidiana? “La pallavolo è presente nelle mie lezioni di matematica a scuola (giuro! chiedete ai miei alunni), nella richiesta di disciplina e nel rispetto delle regole (accentuato dall’essere una prof), nel non cercare alibi e scuse, nel far fatica e impegnarsi, nell’assoluta necessità di collaborare con i colleghi di lavoro per raggiungere l’obiettivo comune, nel porsi obiettivi da raggiungere e saper essere punto di riferimento per chi collabora con me e per i ragazzi, in palestra e a scuola, che spesso mi cercano e si confidano anche per problematiche che vanno oltre la matematica o la pallavolo”.

Cosa ti sta insegnando la condizione attuale? “In questo momento difficile per tutti credo che la mia convinzione che la scuola e lo sport siano di vitale importanza per la crescita dei ragazzi sia ormai un’idea condivisa da tutti. I danni sui ragazzi causati dalla didattica on line e della mancanza di attività motoria e della socializzazione hanno creato, in soli tre mesi, adolescenti fragilissimi che chiedono attenzione e sono spaventati e disarmati contro qualsiasi tipo di problema. Nonostante le preoccupazioni, cerchiamo di essere presenti per i ragazzi nel rispetto di tutti i protocolli perché crediamo che ciò che facciamo vada oltre un voto di matematica o una partita vinta”.

(Fonte: comunicato stampa)

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