(ph. Trabalza)

Mosna: "Se riuscissi a far convergere tutti sull’idea playoff, potrei ripensare alle dimissioni"

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Di Redazione

L’Italia intera vuole ripartire, e non è da meno il numero 1 di Trento Diego Mosna.

Il  presidente dimissionario della Lega volley non sta all’idea che il campionato si fermi e arrivederci a settembre ed intervistato dall’Adige ne spiega i motivi: «Non ci penso nemmeno. Pensi che da quando ho lanciato l’idea dei play off da disputare in estate, in una cornice importante e che offrirebbe grande visibilità come l’Arena di Verona, ho ricevuto decine e decine di telefonate di sostegno e ho rilasciato più interviste di quando abbiamo vinto il primo scudetto».

Insomma, il partito di chi non accetta l’idea dei campionati di volley chiusi sta aumentando i suoi iscritti? «Direi che il movimento del voler giocare è in forte crescita. Nessuno vuole scavalcare il Ministro dello sport e la Federazione, ma in molti vorrebbero cercare di dare un senso a questa stagione, fare una classifica che – anche se non sarà la più giusta, vista la situazione senza precedenti che abbiamo vissuto – avrebbe però il pregio di aiutare la Confederazione europea a preparare la lista delle squadre che avranno diritto di partecipare alle coppe l’anno prossimo. E aiuterebbe i club a superare in qualche maniera la gravissima crisi economica in cui siamo immersi».

Però la Fipav, la Federazione, pare ferma sul suo “no”. «Se rimarrà ferma sulle sue posizioni, non si potrà procedere in alcun modo: la sua decisione è sovrana e va rispettata. Ma anche in seno alla Fipav c’è qualcuno che ritiene sbagliata la scelta di bloccare tutto. Ad esempio al Sud, dove il problema del coronavirus si è manifestato in modo meno drammatico. Per molti quello stop suona come una resa».

Una resa a chi? Chi sarebbe a vincere? «Appunto. Penso che così non vincerà nessuno. Mentre se si riuscirà a riprendere – naturalmente con tutte le precauzioni del caso – vince lo sport. E non si veda questa faccenda come una battaglia tra istituzioni perché non è così. Anche in Lega non eravamo tutti coesi nel voler tentare di proseguire la stagione: del resto questa pandemia ha accentuato gli aspetti più egoistici di ognuno di noi e dunque ha portato molti a chiudersi. Ora però c’è un progetto e mi sembra che ottenga consenso. Il problema sarà solo se qualcuno s’irrigidirà per una questione di principio».

A proposito di questioni di principio: se dovesse andare in porto questa sua proposta sarebbe disposto a ritirare le dimissioni da presidente di Lega volley? «Penso che se riuscissi a far convergere tutti su quest’idea dei playoff significherebbe che sono riuscito a far tornare unito il movimento, dunque a svolgere al meglio le funzioni di un presidente. In questo caso potrei ripensarci».

A fare da apripista a tutti gli altri sport e comunque il calcio. Quel mondo già da giorni sta discutendo con il ministro Spadafora la possibilità di tornare in campo. Farà da traino anche al volley? «Credo che il calcio sia molto più avanti rispetto a noi: loro hanno già redatto un protocollo di sicurezza che deve essere valutato. Certo, se il calcio ripartirà, che senso ha che gli altri sport rimangano fermi?»

Juantorena dice che non sa cosa farà. Modena fa sapere a Zaytsev che se troverà un club disposto a pagargli lo stipendio pieno, lo lascerà andare nonostante il contratto quadriennale. Alla Trentino Volley come siete messi? «Iniziamo col dire che noi abbiamo già pagato a tutti i sette stipendi che dovevamo. E non mi risulta che ci siano giocatori che vogliono andare via. Certo bisogna capire che si va verso una stagione di riduzione di ingaggi e fino a quando l’economia non riprenderà a girare, non torneranno a salire. Ma questo vale in tutto il mondo».

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