Matteo Cecchini, dal Campionato Italiano al sogno dei tornei internazionali

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Di Roberto Zucca

È tornato con la sua solita grinta, la sua tempra, e se vogliamo una freddezza in campo che lo rende uno dei giocatori più enigmatici della scena del beach volley nostrano. Matteo Cecchini conquista un argento nella tappa di Cagliari del Campionato Italiano che molto dice sulla sua capacità di recupero e sulle sue ambizioni future sulla sabbia tricolore:

Dispiace per l’argento, perché personalmente punto sempre al massimo livello dell’asticella. Con Davide Dal Molin non riusciamo mai ad allenarci assieme ed arriviamo ai tornei per disputare le partite, nelle quali spesso viene fuori proprio questo aspetto. Sugli errori bisognerebbe lavorare ma non si ha la possibilità. Esco sempre dal campo pensando di poter fare di più”.

Quel di più sarà realtà già dalla tappa di Cirò Marina sarà realtà?

Giocherò il torneo con Paolo Ingrosso. È un amico e quando abbiamo giocato assieme ci siamo divertiti. Quindi sarà un’occasione per ripetersi. È un giocatore che stimo molto sia dentro che fuori dal campo”.

Comunque il suo segno in questo campionato italiano l’ha lasciato.

“Sono stato fermo a Milano per un infortunio alla caviglia e sono rientrato per la tappa di Cesenatico, nella quale abbiamo disputato delle partite di alto livello pur arrivando settimi“.

Il suo team non è passato inosservato agli occhi dei media, vero?

Secondo me abbiamo fatto il primo passo per un team ad alto livello. Siamo seguiti a 360 gradi e stiamo iniziando ad avere una bella sembianza. Si punta a migliorarsi negli anni a venire. Con mio fratello abbiamo lavorato coinvolgendo tutte le figure che possono essere di supporto ad un team”.

Di cosa c’è bisogno per crescere ancora?

Io credo che per affermarsi come squadra di alto livello serva una serie di professionalità importanti, dai centri che ci seguono, a team manager e allenatori come Filippo. L’obiettivo è quello di tornare a competere nei tornei internazionali per continuare quello che ho iniziato alcuni anni fa. Per arrivare a ciò è necessario lavorare anche in un’ottica di questo tipo“.

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