Foto Tonno Callipo Volley

Manuele Lucconi riparte da Vibo: “Sotto pressione do il mio meglio”

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Di Roberto Zucca

Spesso le prime impressioni non sono quello che contano. Spesso le lenti con cui si guarda lo sport non sono in grado di restituire tanto la nitidezza, quanto l’essenza di un atleta. Manuele Lucconi è esattamente ciò che non appare sul campo da pallavolo, ossia un concentrato di forza, spavalderia e aggressività fisica, con la quale è stato in grado di decollare rapidamente in A3 con la maglia di Catania, passare alla Gioiella Prisma Taranto, della quale ha vestito la maglia fino a qualche settimana fa, e approdare infine nella Tonno Callipo Calabria Vibo Valentia dei campioni in A2:

Avrò le ultime visite in questi giorni, che stabiliranno se il recupero fisico si avvia verso la fine. Ciò significa poter riprendere il lavoro interrotto due mesi fa a causa di un infortunio alla spalla. Il professor Porcellini mi ha seguito molto bene e vorrei poter rientrare presto in campo. Sono molto fiducioso“.

Perché arriva ora a Vibo?

Mi sono state date garanzie sul fatto che il mio recupero potrà avvenire con la massima serenità e mettendomi a disposizione tutto ciò di cui ho bisogno per poter riprendere“.

Foto Prisma Taranto Volley

Nessuna pressione, quindi.

Non parlo di pressione, perché io con la pressione do il mio meglio. Sono uno abituato a scendere in campo e dare tutto ciò che ha per fare sì che la squadra porti a casa il risultato. Sono un atleta estremamente competitivo e detesto perdere. Non parlo quindi della pressione per riprendere, quanto della serenità nel poterlo fare“.

A Taranto cosa lascia?

Un paio di persone con cui mi sono trovato molto bene. Per il resto hanno conosciuto Manuele Lucconi per ciò che è, ossia una persona onesta, sincera, che non si sottrae di fronte alle responsabilità o a ciò che pensa. Sono partito con le migliori intenzioni quest’anno e tengo a dire che fisicamente stavo molto bene. Sono molto dispiaciuto per l’infortunio“.

L’impatto con la Superlega come è stato? Salire due gradini alla volta non è da tutti.

Mi sono reso conto della serietà dell’ambiente, e del fatto che tutto rispetto alla A3 è profondamente diverso. Ho scelto Taranto perché mi piaceva il progetto proposto, anche se sapevo di avere davanti Tommaso Stefani, che è stato un ottimo compagno di squadra. Quindi sapevo che non sarei partito da titolare. Ho avuto altre proposte dalla A2 sempre come secondo. Ho deciso perciò che se dovevo partire da secondo, almeno lo avrei fatto dalla Superlega“.

foto Lega Volley

Adesso a Vibo si deve vincere.

Mi è chiaro, ed è giusto così. È una squadra in cui dai primi giorni, ho respirato un’aria buona. Il gruppo mi piace. Mi ha ricordato molto Catania, una squadra con cui ho trascorso una bellissima stagione e con cui ci siamo anche divertiti parecchio“.

Lei è uno che al gruppo, alle persone, crede molto.

Mio padre mi dice che sono troppo buono. Io sono uno che all’interno di un gruppo non avverte competizione. Sono quello che tende una mano, e non per dare una zampata, e sono un ragazzo che ha bisogno di sentirsi accettato e benvoluto. Lo sport e la squadra per me sono questo“.

Si dice invece che lei abbia un carattere molto forte. Per mascherare le fragilità?

Di certo ho le mie insicurezze e le mie fragilità. Ma ho anche un pregio, io sono esattamente ciò che lei sente al telefono o vede di persona. Sono onesto, schietto, dico ciò che penso. Anche se parlare alle volte ha un prezzo, lo so e ne sono consapevole. Ma sono una persona estremamente sincera“.

È consapevole che spesso questo non paga in questo mondo?

Non mi interessa quanto paga. Io sono questo, nel bene e nel male“.

Foto Saturnia Aci Castello

Quanto le è servita l’esperienza seppur breve in Superlega per capire qualcosa di più sul Lucconi pallavolista?

A livello di gioco mi è servita tanto, perché ho capito i punti in cui devo lavorare per migliorare, o quelli in cui ho impostato un buon lavoro già dalla A3, ossia magari qualche colpo con cui giocavo in quella serie. La A2 avrò modo di scoprirla. In generale credo che siano campionati profondamente diversi in cui bisogna cimentarsi, provare e portarsi a casa del lavoro da fare per migliorarsi“.

Quest’estate ha provato anche il beach. Ho letto che in campo Lucconi è definibile come un cavallo.

“(ride, n.d.r.) Partiamo dal presupposto che è un mondo in cui mi sono trovato molto bene, ma è profondamente diverso da quello della pallavolo. Mi sono trovato molto bene e ho già cominciato a pensare alla prossima stagione estiva, nella quale credo lavorerò con Marco Caminati“.

Un atleta spavaldo, magnetico, come lei.

Marco è una guida. Prima di tutto è uno con il quale sono stato totalmente schietto e gli ho detto che io a beach non so giocare, ma che ero a disposizione per poter maturare le migliori competenze da lui. Ha saputo capire cosa fossi in grado di esprimere in campo, e consigliarmi, starmi accanto e aiutarmi a comprendere come performare al meglio. Vorrei che questa coppia potesse proseguire ciò che abbiamo fatto questa stagione“.

Ci ha mai pensato che l’estate per lei potrebbe diventare un’occasione per riabbracciare l’azzurro?

Non mi ci faccia pensare“.

Perché?

Perché ci penso e sogno di vestire la maglia della nazionale da quando sono piccolo. Capisco che quest’anno è una stagione particolare, ma vorrei davvero con tutto me stesso ritrovare due persone come Recine, con cui ho giocato per tanti anni nelle giovanili e Yuri Romanò. Sono due amici in grado di essere di ispirazione. Voglio lavorare, migliorarmi davvero ed essere un loro compagno di squadra“.

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