Leon e CR7, quando lo sport si nutre di campioni

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Di Redazione

Cos’hanno in comune Wilfredo Leon e Cristiano Ronaldo? Molto più di quanto si possa pensare. Carlo Forciniti, sulle pagine del Corriere dell’Umbria, spiega perchè i due fuoriclasse, con i loro recenti trasferimenti a Sir Safety Perugia e Juventus, hanno già portato un po’ di “rivoluzione” nello sport italiano.

Due storie diverse ma in fondo più simili di quello che si possa pensare. Due trattative impossibili solo all’apparenza sfociate in dei clamorosi colpi di mercato in grado di cambiare non soltanto i destini delle squadre interessate ma di un intero movimento sportivo.

Eredità del passaggio di Wilfredo Leon dallo Zenit Kazan alla Sir Conad Perugia e di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid alla Juventus. Due acquisti epocali, studiati nei minimi dettagli ed andati a buon fine con, tra gli altri, l’obiettivo di riuscire a conquistare l’Europa. Scherzando ma non troppo e facendo la tara alle dovute proporzioni economiche dei due trasferimenti, si potrebbe dire che il presidente Gino Sirci possa essere stato fonte d’ispirazione per il numero 1 della Juventus, Andrea Agnelli.

Tra campioni d’Italia, in fondo, ci si intende. Eppure, ad uno sguardo più approfondito, nelle due operazioni a tinte bianconere c’è più di un parallelismo, di una similitudine. C’è la voglia di provare a regalare ai propri tifosi il più forte giocatore del mondo. Su Leon, almeno, non ci sono dubbi in merito. C’è la perseveranza di inseguire un sogno che piano piano si trasforma in suggestione che sfocia poi in un capolavoro di mercato. C’è la finalità di rendere la propria squadra oggetto delle attenzioni di tutto il mondo sportivo, sia esso pallavolistico o calcistico. C’è la necessità, infine, di soffiare alla concorrenza il giocatore che più di altri si è frapposto tra la bramosia di vincere in Europa e la possibilità di farlo davvero.

Nelle ultime due edizioni delle Final Four di Champions League, infatti, Leon e Kazan hanno sconfitto Perugia in finale prima ed in semifinale poi. Cristiano Ronaldo, dal canto suo, è stata la nemesi per eccellenza della Juventus nelle ultime due spedizioni europee. E allora, perché non tentare di farseli “amici”? Perché non provare a prenderli? Se lo è chiesto più volte Sirci che ha cominciato a “corteggiare” il fuoriclasse cubano proprio dopo il primo incontro tra Sir e Kazan a Roma nell’aprile del 2017. In quei giorni ha cominciato a prendere forma l’ “operazione Leon” . Calma, lungimiranza e capacità di persuasione sono state le armi di cui si è dotato il management perugino per tenere aperto il dialogo con l’entourage del giocatore. Nei mesi successivi, il confronto tra le parti si è intensificato, l’interesse è maturato in un matrimonio che dà lustro all’Umbria sportiva e fa sognare ad occhi aperti i Sirmaniaci, smaniosi di vederlo all’opera sul campo da Block Devil e non da avversario. Quando, un mese fa, Leon è sbarcato ufficialmente nel mondo Sir, si è capito fin da subito quanto trasporto ci sia intorno alla sua figura.

Un’aspettativa del tutto simile a quella che da qualche ora sta caratterizzando il popolo juventino, letteralmente “impazzito” dopo l’ufficializzazione dell’acquisto di Cristiano Ronaldo. E pazienza se volley e calcio sono due mondi diversi, se sia Leon che Ronaldo o solo uno dei due riusciranno a portare i rispettivi club alla terra promessa. Al momento è solo un dettaglio perché entrambe sembravano essere delle trattative praticamente impossibili, trasformatesi in delle operazioni che daranno invece una nuova dimensione non solo alle squadre interessate ma anche all’intero movimento sportivo pallavolistico e calcistico.

(Fonte: Corriere dell’Umbria)

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