La Serie B contro lo stop: "Non si può buttare via il lavoro di sette mesi"

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Di Redazione

Cresce il malcontento anche nelle serie inferiori dopo la decisione della Fipav di porre fine alla stagione senza assegnare promozioni e retrocessioni. A soffrire maggiormente sono naturalmente le squadre che al momento dello stop erano al comando dei propri gironi, come la Amati Pietro Villa d’Oro di Modena, prima nel girone F di B2 femminile. Il direttore sportivo Manuel Armaroli si fa portavoce della protesta sul Resto del Carlino Modena: “Annullare tutto è asfissiare qualunque passione, gettare al vento quanto fatto in sette mesi di palestra“.

Nei giorni scorsi Armaroli si era confrontato con i vertici federali sottoponendo una proposta alternativa: “L’idea – spiega – è nata un mese fa, quando si è capito che non sarebbe stato possibile tornare in campo. Quale idea? Quella di revisionare strutturalmente i campionati, nell’ottica di contenere i costi della prossima stagione e al contempo gratificare le società che avevano lavorato bene, creando entusiasmo: un collante fondamentale per volontari, partner, tifosi“.

Questa la riforma immaginata dal dirigente emiliano: “Per il settore femminile, incrementare la A2 di 4 squadre, la B1 di un girone e la B2 di un altro. Più gironi anche al maschile, e il tutto poi a cascata sulle altre serie. La necessità di reintegrare subito un numero importante di squadre nasce dal passato: troppi i gironi zoppi in queste ultime stagioni per defezioni dell’ultimo minuto. Il rischio enorme, lasciando tutto così, è che ci siano pochissime squadre al momento della chiusura delle iscrizioni, i gironi siano meno e quindi le spese aumentino: visto il periodo, un’ulteriore mazzata“.

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