Moma Anderlini, la parola a Lucia Mantovi

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Di Redazione

Il Covid-19 ha fermato anche loro, le ragazze della Serie B2 della Moma Anderlini , che dopo un inizio di stagione in salita, in zona rossa per tutto il girone di andata, avevano iniziato una decisa risalita della classifica. Protagonista indiscussa tra le anderliniane, Lucia Mantovi, libero classe 2002, al suo sesto anno con la maglia della Scuola di Pallavolo Anderlini.

Proprio a lei chiediamo qual è stato il segreto per questa decisa inversione di rotta che ha portato la Moma Anderlini dal tredicesimo all’ottavo posto.

Sicuramente partita dopo partita abbiamo trovato quell’armonia di squadra che a inizio anno mancava siccome eravamo un gruppo tutto nuovo, con un organico diverso rispetto alla scorsa stagione. Inoltre, non che sia una scusante, abbiamo avuto qualche infortunio che non ci ha permesso di essere al completo rallentando ancor di più questo processo di amalgama. Superati questi ostacoli abbiamo preso consapevolezza che se avessimo fatto qualche altro passo falso ci saremmo trovate in una situazione irrecuperabile, questo ci ha dato la forza di reagire e con un bellissimo lavoro di squadra siamo riuscite a rialzarci.

Ormai è certo da settimane l’annullamento delle finali nazionali giovanili. Dopo il bellissimo quarto posto dello scorso anno fin dove sareste potute arrivare quest’anno?

Le finali nazionali sono sempre un obiettivo molto ambito e il loro annullamento è stato un colpo duro per tutti. La scelta però è più che condivisibile, anche perché la sospensione degli allenamenti non avrebbe potuto offrirci la possibilità di arrivarci con la nostra forma migliore e il livello di pallavolo che avremmo potuto raggiungere. Detto questo, anche se non posso affermarlo con certezza essendo che la palla è rotonda, credo che avremmo potuto raggiungere le finali nazionali.

Questo potrebbe essere stato il tuo ultimo anno giovanile e presumibilmente l’ultimo con la maglia della Moma Anderlini, cos’è stata per te la Scuola di Pallavolo Anderlini?

È stata come un’amica che mi ha presa per mano e accompagnata dall’Under 13 all’Under 18. Mi ha permesso di vivere emozioni indescrivibili, belle e brutte, come giocare due volte al Palapanini e scendere in campo per la Coppa Italia di B2, oppure perdere la semifinale provinciale Under 14 al tie-break per 13-15, un ricordo che brucia ancora. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con le migliori realtà italiane e di giocare contro delle grandissime atlete. Ha richiesto tanti sacrifici, ma mi ha fatta sognare e ho visto realizzarsi tanti dei miei sogni. 

Se questo fosse l’ultimo anni mi dispiacerebbe vederlo così, inconcluso. Sarebbe la fine di un percorso che speravo finisse diversamente. Non mi resterebbe che guardare al futuro e lanciarmi nel “mondo delle grandi”.

Tornando al presente, come procedono le tue giornate in quarantena?

Sono una persona abbastanza abitudinaria e mi piace mantenere degli orari fissi per scandire le mie giornate. Mi sveglio presto per collegarmi con la scuola e fare le video lezioni. Nel pomeriggio studio e faccio un’oretta di esercizi fisici per mantenermi in forma. Dopo cena chiamo i miei amici o guardo qualche film.

In quanto giovane talento della prima squadra sicuramente sei da esempio per le molte coetanee che giocano per la tua società, cosa ti senti di consigliargli per superare al meglio queste giornate?

Proporrei di fare regolarmente esercizio fisico per non vanificare gli allenamenti fatti prima del virus, ma penso che ogni pallavolista non si sia fatto sfuggire qualche palleggio qui e là in questo mesetto. Consiglio anche le interessanti dirette Instagram che la Scuola di Pallavolo propone e che trattano molti aspetti spesso sottovalutati, come per esempio salute e l’alimentazione.

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