La scomparsa di Kobe Bryant lascia un grande vuoto anche nella pallavolo

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Di Redazione

La tragica scomparsa di Kobe Bryant, fenomeno del basket e celebrità internazionale, ha lasciato sotto shock gli appassionati di sport di tutto il pianeta. Pochi atleti come il campione dei Los Angeles Lakers hanno saputo attraversare le generazioni offrendo performance di altissimo livello per decenni e abbinando uno strabiliante palmares sportivo al debordante successo mediatico. Il dolore è ulteriormente acuito dalla morte, nello stesso incidente aereo, della giovane figlia Gianna, appena 13enne e avviata a sua volta a una brillantissima carriera.

Amante dello sport a tutto tondo, Bryant era anche un grande appassionato di pallavolo: molti lo ricordano per le sue apparizioni in tribuna, sia sui campi da Beach Volley che su quelli indoor, durante le Olimpiadi del 2008 e 2012 (oltre che come assiduo spettatore degli US Open di tennis). Non tutti sanno, invece, che Kobe aveva anche fondato una squadra nella Orange County: il Mamba Volleyball Club, parte della Mamba Sports Academy di Thousand Oaks (California), che prende nome da uno dei suoi storici nicknames (“Black Mamba”, appunto).

Foto Mamba Volleyball Club

La squadra della Orange County è affidata a Caitlin Ledoux, beacher che vanta 4 medaglie nel World Tour e pallavolista di successo a livello universitario, e organizza numerosi corsi e camp estivi nel tentativo di contribuire a formare quello che sul sito ufficiale del club è definito “Total Player“. Ma Kobe, in questo simile a molti genitori “comuni”, aveva anche un motivo molto più personale per interessarsi alla squadra: del team bianconero, infatti, fa parte Natalia Diamante Bryant, la figlia più grande del campione, classe 2003, che veste anche la maglia della Sage Hill High School.

(fonte: Mambavb.com)

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