La curiosa storia delle sorelle De Bortoli, fra B1 e serie A1

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Di Redazione

«Se volete l’una, prendete anche l’altra».

Così mamma Lilia e papà Roberto hanno risposto ai dirigenti della società sportiva di San Donà quando hanno bussato alla porta di famiglia per tentare di accaparrarsi Giorgia, la maggiore delle sorelle De Bortoli.

Da quel momento, dopo un primo anno con Silvestrini, Giorgia e Chiara si sono allenate agli ordini di Beppe Giannetti, il grande tecnico di pallavolo giovanile recentemente scomparso.

E con quella risposta, i loro genitori hanno scommesso, o meglio investito, sul futuro delle figlie nate a 18 mesi di distanza. Con sacrificio, perché ogni giorno della settimana il pulmino le passava a prendere a Spinea alle 17 e prima delle 23 non le riportava a casa.

«Talvolta si andava oltre le undici ma i nostri genitori erano sempre lì ad aspettarci per cenare tutti assieme, ogni sera».

Parola di Giorgia, 23 anni appena compiuti, la maggiore delle due sorelle e fresca di laurea in ingegneria dell’energia.

È la miglior realizzatrice del Duetti Giorgione e quest’anno non è mai stata richiamata in panchina, nemmeno per uno scambio. Il suo inizio di stagione è stato un continuo crescendo in fatto di numeri ma anche di affidabilità e nell’ultimo successo a Pordenone si è rivelata decisiva mettendo a terra 24 palloni su 46 attacchi.

Il sacrificio degli anni giovanili, unito a tanto lavoro palestra, ha fatto sì che oggi Giorgia militi stabilmente in B1 e Chiara vesta da tre anni la maglia del Club Italia aspirando a sbarcare presto in maniera stabile in qualche club di A1.

Sul campionato del neopromosso Duetti, settimo al termine dell’andata, “Debby” non ha dubbi: «Adesso che abbiamo acquistato consapevolezza dei nostri mezzi, possiamo puntare a salire la classifica.

È un bel momento sia per il mio stato di forma che per il clima in squadra. Ciò che conta di più è che in palestra ci alleniamo tutte con grande impegno».

Degli anni passati, Giorgia De Bortoli ha ritrovato a Castelfranco Emma Bateman ammettendo che «è stato come tornare ai vecchi tempi» ma, scherzosamente, c’è una vecchia conoscenza giovanile con la quale non vorrebbe tornare a giocare: «Sicuramente mia sorella Chiara!

Per due motivi: il primo perché significherebbe farla scendere di categoria, secondariamente perché, per esperienza, meglio non mettere due sorelle in campo nella stessa squadra: litigheremmo troppo!».

«Concordo in pieno – sorride “Chia” –. Andiamo tanto d’accordo così!» E intanto, a chi tocca fare la spola fra Castelfranco e Milano per vedere con soddisfazione all’opera le figlie, sono i genitori Lilia e Roberto. Sono una presenza costante che, chiosa Giorgia, «dobbiamo ringraziare, assieme ai nonni, per averci indirizzate e sostenute».

(Fonte: comunicato stampa)

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