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La Bolla di Valeria Papa: ma io, in realtà, sono una terrapiattista?

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Di Redazione

Dopo due settimane dall’ultimo argomento, torna l’appuntamento con la Bolla di Valeria Papa:

Lo so, lo so sono passate due settimane dalla mia precedente Bolla e non starete più nella pelle pensando su quale argomento sentenzierò questa volta: bene vi stupirò, non so su cosa scrivere e nemmeno mi va molto. Sono sul divano di casa, manca poco alla scadenza che mi è stata concessa per inviare le mie righe di riflessione e sinceramente vorrei utilizzare questo tempo per guardare la mia serie del momento: “The Mandalorian”, col mio nuovo piccolo grande idolo: “baby Yoda”. Non mi sento molto ispirata perché in questo momento ho la sensazione che ogni argomento su cui potrei scrivere sia in realtà poco importante, vista la difficoltà del periodo che stiamo vivendo, o di non essere compresa. E questo mi porta a credere che probabilmente sarebbe meglio se tacessi.

L’unico argomento di cui mi viene da parlare infatti, ma sul quale probabilmente manco solo io a esprimere un parere, è il Covid: vaccino si, vaccino no, scuole aperte, scuole chiuse, 5 persone in un metro quadro sull’autobus perché c’è ricambio di persone ok, ma i teatri vanno chiusi, Zangrillo o Galli, Barbara D’urso o Piero Angela, la prima (vorrei trovare un aggettivo non troppo offensivo, ma scusate proprio non mi viene) che urla su una spiaggia “non ce n’è di Coviddi” o il CTS?, la Terra è tonda o è piatta? Insomma quei grandi dilemmi che ci tengono impegnati per buona parte delle giornate, e sinceramente faccio un pochino fatica a concepire come alcuni possano destare anche solo il minimo dubbio nella mente di qualcuno. Scusate ancora, lo so, ci siamo ripetuti tante volta che il Covid ci avrebbe reso delle persone migliori, perdonate il mio sfogo, ma la rabbia che sento in questo periodo e che si scatena soprattutto quando ascolto o leggo alcune cose, non tira fuori proprio il lato migliore di me. Mi ero illusa che una malattia con una diffusione così rapida e così aggressiva, soprattutto per alcuni, ci avrebbe fatto comprendere quanto il mondo sia interconnesso, non solo tecnologicamente parlando, e che forse sarebbe potuto bastare il rispetto del diritto alla vita di tutti per consentirci di continuare le nostre con un livello di attenzione il più alto possibile.

Ci è stata data una dimostrazione tangibile dell'”effetto farfalla”: «lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l’uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza». Non dico di arrivare all’elettrone, ma questi mesi hanno ampliamente provato che ora, più che mai, ogni azione che compio potrebbe avere delle conseguenze profonde sulle vite altrui, arrivando al punto di poterne spezzare una per un effetto domino, talmente lontano da me, da non venirlo nemmeno a sapere mai. Scusate ancora: sono riuscita a sentenziare anche oggi, ma per farmi perdonare vi mando un abbraccio virtuale nella più sincera speranza di poter tornare a farlo presto per davvero, magari al palazzetto dopo una partita. Per ora intanto posso tornare ad occuparmi di un’incombenza fondamentale: provare che in realtà la terra è piatta!

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