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Hit Parade: canzoni per l’addio, il successo e il ritorno

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Di Stefano Benzi

Secondo appuntamento con la nostra Hit Parade: tre notizie alla settimana abbinati a tre brani musicali che potrete ascoltare online o inserire nella vostra playlist. Godetevi la colonna sonora degli ultimi 7 giorni:

1. E ADESSO VATTENE…

Il divorzio tra Piacenza e Andrea Gardini ci ha fatto pensare a una canzone che parlasse di separazioni, magari con un pizzico di risentimento e di gelosia. E tutto sommato la collocazione di questa rubrica è perfetta se pensiamo che un altro grande protagonista della prossima partita della Gas Sales Bluenergy Piacenza, Lorenzo Bernardi, è stato non troppo tempo fa spedito via da Perugia, che sarà proprio la prossima avversaria del Lupi emiliani. Corsi e ricorsi.

La canzone in questione ha una storia davvero unica nel suo genere: la scrisse Lindsay Buckingham, meraviglioso chitarrista in forza ai Fleetwood Mac, quando la band stava realizzando uno dei suoi capolavori, l’album “Rumours”. Buckingham era in balia di un tumulto di sentimenti: la sua relazione con Stevie Nicks, che lui stesso aveva portato all’interno della band, era finita in modo traumatico dopo che la cantante lo aveva prima tradito con Mick Fleetwood, il batterista e fondatore della band, e poi mollato dopo che anche questa relazione clandestina si era interrotta. Buckingham sfogò tutta la sua rabbia in una canzone piena di risentimento, “Go your own way”. In ogni squadra c’è qualcuno che se ne va e che sbatte la porta, e rapporti che non si ricuciranno mai. “Stare con te non era la cosa giusta, ti avrei dato il mio mondo ma non posso cambiare le cose che provo, quelle che tu non vuoi da me. E allora vattene per la tua strada, sarà una delle tue solite giornate di solitudine…” 

La canzone, paradossalmente, è stato uno dei manifesti della band per oltre quarant’anni: il gruppo, tra uscite e ritorni in scena, l’ha cantata come ultimo brano della propria scaletta con Stevie e Lindsay che se la sono cantata letteralmente in faccia, fianco a fianco e guardandosi negli occhi, per separarsi definitivamente quando due anni fa la Nicks chiese il licenziamento di Buckingham. Una grande storia d’amore: ma anche di divorzi, litigi, riappacificazioni, allontanamenti e ritorni. Un gruppo che litiga da mezzo secolo tra coppie scoppiate e decenni di mancata comunicazione. Ma suonano ancora…

Il video è quello registrato nel tour “Dance” del 1997: Buckigham voce e chitarra, Stevie Nicks voce, Mick Fleetwood batteria, Christine McVie tastiere e voce, moglie divorziata del bassista John McVie. Un brano da proteggere come patrimonio dell’umanità. L’inno di milioni di uomini che, tutti – prima o poi – sono stati mollati.

2. LA PRIMA ITALIANA ARBITRO FIVB

Ci ha fatto particolarmente piacere la nomina di Dominga Lot nel quadro degli arbitri internazionali della FIVB. Dominga è una bella donna, di grande intensità e di passioni forti. Riesce a conciliare una famiglia con due figli, un lavoro impegnativo e la sua passione per l’arbitraggio con una costanza davvero straordinaria da anni. Pochi riescono a capire quanta passione ci voglia per essere arbitro, garante, custode delle regole ma anche tutor del divertimento. E anche se l’arbitro di pallavolo non deve sostenere una fatica fisica importante come quella di un arbitro di calcio, chi guarda dalle tribune non può nemmeno immaginare quanta fatica ci sia nel seguire un corso dopo l’altro il lunghissimo sentiero che porta a un traguardo come quello di essere arbitro internazionale della FIVB. Ci sono trasferte, privazioni, ore e ore di macchina per rientrare a casa e svegliarsi in tempo per andare in ufficio e far combaciare tutto il resto.

Per la verità ci sono molti arbitri donna in Italia che meritano altrettanta fortuna: Dominga ha semplicemente spalancato la porta. Ci piace un’immagine dell’arbitro che viene in qualche modo sfiorata da una meravigliosa canzone di Chris Cornell, il leader di Soundgarden e Audioslave tragicamente e prematuramente scomparso non molto tempo fa. In “The Keeper” Cornell affronta una metafora molto dura in cui un uomo si incarica di mantenere il fuoco acceso. Il fuoco della passione, della giustizia, ma anche dell’impegno. È un brano di intensità rara e di una bellezza lancinante: il suo testo è di rarissima efficacia. Un vero capolavoro.

Anche se il brano si riferisce a una storia vera, illustrata dal film “Machine Gun Preacher”, assolutamente da vedere, che non ha niente a che fare con lo sport e con gli arbitri, ci piace pensare ai direttori di gara come a custodi che guardano il gioco da una posizione privilegiata e si fanno carico del rispetto delle regole. Un ruolo impegnativo e difficile. Senza arbitri, senza regole, non ci sarebbe gioco.

Il brano è tratto da una versione live registrata da Chris Cornell al David Letterman Show.

3. BENTORNATA BERGAMO

Abbiamo accolto con particolare soddisfazione la notizia che Bergamo da questa settimana riaprirà il PalaAgnelli a qualche decina di tifosi: sempre troppo pochi rispetto a quelli che la piazza meriterebbe. La Zanetti porta orgogliosamente sulla spalla sinistra – ed è un caso quasi unico in Italia – il simbolo del suo club di tifosi da curva. La Nobiltà Rossoblu. Ci piace molto pensare che dopo una stagione terribile, che ha visto Bergamo pagare in modo drammatico un duro tributo al coronavirus, anche questi piccoli segnali siano un lento progresso verso il ritorno alla normalità.

Se fate un giro a Bergamo vedrete comportamenti seri, rigorosi: mascherine ovunque, anche all’aperto, al parco e sotto i portici, nella zona del passeggio. Bergamo ha affrontato il suo calvario con una dignità immensa. Per questo sottolineiamo con gioia il ritorno del volley nel palazzetto che ha conosciuto i trionfi della Foppapedretti e i cancelli finalmente riaperti anche se per un numero contingentato di persone. È un inizio. Per cui pensando a una canzone che possa rappresentare questa immagine abbiamo scelto un brano surreale e delizioso che ci consente anche una citazione cinematografica, “Naive Melody” dei Talking Heads.

Il brano, scritto da un genio assoluto come David Byrne è diventato il titolo di uno dei film più belli di Paolo Sorrentino, grande fan della band: “This must be the place”. Nel film la band esegue la canzone in una interminabile e minuziosa presa diretta al termine della quale Byrne compare interpretando se stesso in un fenomenale cameo. “Casa, è il posto dove voglio essere anche se penso di esserci già, perché quando arrivo a casa lei apre le ali e allora penso che sia questo il mio posto. Sono un animale in cerca di una tana, per condividere un minuto o due lo stesso spazio con te e sentire che il tuo amore mi fa fermare il cuore e mi amerà fino all’ultimo istante”.

Il video è proprio la lunga presa diretta tratta dal film “This must be the place”, con Sean Penn straordinario protagonista.

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