Foto Morris Paganotti/Roma Volley Club

Hit Parade: canzoni da vittoria, ritmi da maratona e una sinfonia dolceamara

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Di Stefano Benzi

Come ogni settimana le principali notizie di pallavolo riviste a suon di musica: torna la nostra Hit Parade, per riepilogare insieme gli ultimi 7 giorni ma soprattutto per riscoprire alcuni brani del passato (e non). Oggi parliamo di promozioni in A1, di nazionali e di volley mercato, anche se in una chiave particolare…

  1. 1. L’Elevation di Roma in A1 femminile

Il ritorno di Roma nel massimo campionato femminile va salutato con entusiasmo. Un bel progetto, che è cresciuto nel corso degli ultimi due anni e che si è concretizzato con pieno merito al termine di un campionato estenuante e di una stagione difficilissima. L’Acqua e Sapone Roma Volley Club, che domenica ha battuto Cutrofiano concretizzando il salto di categoria, l’anno prossimo sarà nel massimo campionato. Non senza qualche curioso passaggio di sceneggiatura: nell’ultima partita, ormai ininfluente, ieri contro la Omag, si sono ritrovati di fronte i tecnici Saja e Cristofani.

Con quest’ultimo che lascia Roma per approdare alla Bartoccini Fortinfissi Perugia; e con Saja che potrebbe prendere il suo posto proprio sulla panchina romana. In ogni caso, grande impresa: con Valeria Papa splendida protagonista dopo il suo ritorno in Italia dal Brasile e una grande Clara Decortes, che in sole 13 partite ha messo a terra 166 punti. Un bilancio eccellente rispetto a quello di giocatrici che hanno disputato il doppio delle sue partite e il triplo dei suoi set.      

Visto che si parla di promozione, di salto di categoria, vale rispolverare uno dei brani che tempo fa avevano suggerito all’interno della colonna sonora del riscaldamento degli atleti. “Elevation” fu composta dagli U2 per il loro primo album del terzo millennio, terzo singolo di “All that you can’t leave behind“. Una canzone che la band aveva pronta da tempo, ed era stata conservata nel cassetto in attesa dell’occasione giusta. Che arriva nel momento in cui al gruppo viene chiesto un brano per la colonna sonora di Tomb Raider: alla composizione partecipa con sintetizzatori e programmazione anche il grande Brian Eno, che decide di rivoluzionare il brano con un tappeto di suoni avvolgenti creati con un sequencer sui quali Bono si diverte a urlare un pre-chorus che diventerà uno dei momenti più amati dal pubblico dei loro concerti.

A Milano, stadio di San Siro, l’esecuzione di “Elevation” nel live del 2005 è una delle più belle di sempre.

2. La maratona verso le Olimpiadi

I campionati sono ormai quasi del tutto conclusi: mancano pochi dettagli per chiudere la Serie A2, Gianlorenzo Blengini e Davide Mazzanti sono già al lavoro per dare tensione alle squadre azzurre, testare le novità, togliere un po’ di tossine e lanciare una volata lunghissima – addirittura estenuante – fino alle Olimpiadi di Tokyo. Un lavoro molto complicato al termine di una stagione difficilissima nella quale il bello deve ancora venire e tutto dovrà essere molto equilibrato.

Gli azzurri hanno iniziato il primo raduno a Cavalese già il 23 aprile, e da domenica sera saranno nuovamente in ritiro a Roma con un gruppo di lavoro di 18 atleti tra i quali anche Zaytsev, doppio allenamento quotidiano fino al 20 maggio. Da giovedì la nazionale femminile è al lavoro nel collegiale in Val di Fiemme. Le Olimpiadi cominceranno il 23 luglio: ma per le nostre rappresentative sono già qualcosa di estremamente concreto perché anche tutti gli atleti del Volley, così come previsto dal CONI per tutta la rappresentanza azzurra che andrà a Tokyo, si sottoporranno al vaccino, nei due hub dello Spallanzani di Roma e del Palazzo delle Scintille della Fiera di Milano. La campagna è iniziata ieri.

La stagione sembra essere sempre di più una maratona: per alcuni atleti che si sono radunati a luglio, la speranza è che possa concludere con qualche grande gioia olimpica tra il 7 agosto, finale maschile, e l’8, finale femminile.

C’è una canzone estremamente rock che raramente manca nella compilation dei runner più tecnici, quelli che corrono con le cuffie nelle orecchie e che scelgono la musica sulla base dei BPM, i beats per minute, le battute al minuto. Ed è Sex on Fire dei Kings of Leon. Primo singolo dell’album “Only by the Night” che li impose all’attenzione del pubblico anche nel nostro paese, “Sex on Fire” – curiosamente – non parla di sesso.

In realtà il titolo fu un errore del tecnico mixer, che non scrisse sul nastro adesivo della registrazione “Set’s on Fire”, ovvero set us, dacci fuoco, ma “sex”. Al gruppo piacque e rimase così. Il brano parla di obiettivi ambiziosi, e anche se il testo è stato adattato dopo il bizzarro errore in sala d’incisione, uno dei versi sembra ritagliato apposta per gli sportivi che sono in lizza per qualcosa di grande: “…Non è per sempre, ma è solo per stanotte: perché siamo ancora i migliori e i più grandi….” Un brano per lanciare il riscaldamento a velocità sostenuta in attesa di creare la base per il fondo.

Il 22 febbraio 2005 i Kings of Leon si presentano nello show di David Letterman per suonare dal vivo “The Bucket” che chiude la trasmissione dal vivo. Ma la loro esecuzione è talmente straordinaria che il conduttore, grande appassionato di musica, chiede loro un altro brano per il pubblico in piedi che li acclama. In pochi secondi la band parte con una delle versioni più belle mai registrate di “Sex is on Fire”, mai andata dal vivo in tv, distribuita molti anni dopo solo su YouTube.

3. Micah, i tortellini e la pizza hawaiana

Un saluto speciale a un giocatore speciale: c’è un gran via vai in Superlega, al momento soprattutto in uscita con giocatori che purtroppo lasciano il nostro campionato. Micah Christenson, come noto, ha accettato il lungo corteggiamento dello Zenit Kazan con cui ha firmato un sontuoso contratto. La squadra russa è alle prese con un considerevole rinnovamento: nuovo il tecnico, Alexey Verbov, nuova tutta la linea offensiva che punterà anche su Dmitry Volkov.

Kazan ha annunciato sui social l’arrivo di Micah con la foto di una pizza hawaiana: ananas sciroppato, formaggio fresco, prosciutto cotto e peperoni. Agghiacciante. Senza contare il fatto che la pizza hawaiana non è nata alle Hawaii ma a Detroit, da un cuoco canadese di origine greca. Auguriamo a Micah ogni bene perché è un ragazzo simpatico, divertente, di enorme talento e ci auguriamo di riabbracciarlo presto nel nostro campionato. Una cosa è certa. Rimpiangerà i tortellini di Modena così come torta al testo e Ciaramicola di Perugia. Nel caso ci faccia sapere: organizziamo spedizioni di sopravvivenza.

Per lui, americano di Honolulu grande protagonista a Los Angeles, abbiamo scelto una canzone che di hawaiano non ha nulla: Bittersweet Symphony fu inserita dal gruppo britannico The Verve nel loro terzo album “Urban Hymns”. Il brano, costruito su un refrain di violini rubato a “The Last Time” dei Rolling Stones, ebbe un enorme successo e provocò un caso diplomatico. Gli Stones fecero causa alla band: salvo poi rendersi conto che un capolavoro non può essere un plagio e girare all’autore della band – Richard Ashcroft – ogni diritto e royalty.

Un successo dettato anche dal video, che vede Ashcroft, cantante irritante e scorbutico, che attraversa un marciapiede affollato ignorando tutto e tutti, urtando persone e camminando sulle macchine in sosta. La canzone contiene un messaggio inquietante rivolto a chi lavora solo per denaro… “La vita è una sinfonia dolceamara, cerchi di sbarcare il lunario, e quando ti scopri schiavo del denaro muori. Vieni, ti porterò sull’unica strada che conosco, quella che porta al centro, dove tutte le vene si incontrano”. Una splendida allegoria per dire che gira e rigira alla fine si torna sempre al cuore.

Due versioni di “Bittersweet Symphony”: la prima è quella del video originale (643 milioni di visualizzazioni). La seconda è una straordinaria versione dal vivo registrata nel 2008 a Glastonbury. Richard Ashcroft con il microfono indica esattamente il luogo dove tutte le vene si incontrano…

E per finire ecco la nostra playlist su Spotify, aggiornata con i nuovi brani!

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