Héléna Cazaute: “In Italia voglio crescere anche come persona”

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Di Alessandro Garotta

Nella vita di ognuno di noi c’è un momento particolare, quello in cui i sogni diventano realtà e la nostra mente inizia a viaggiare nei ricordi per farci rivivere il duro lavoro vissuto ogni giorno, con la speranza sempre viva. È difficile immaginare cosa Héléna Cazaute proverà vedendosi catapultata nel volley italiano con la Reale Mutua Fenera Chieri, di certo il talento e l’esperienza ad alti livelli non le mancano: nonostante la giovane età, si è già imposta come una delle migliori schiacciatrici del panorama francese, centrando quest’anno la doppietta Scudetto – Coppa di Francia con la maglia dell’ASPTT Mulhouse e venendo anche eletta MVP della stagione. 

Attualmente in ritiro con la Francia per preparare i Campionati Europei, Cazaute ci ha parlato del suo percorso nella pallavolo e delle aspettative per la prima avventura nella Serie A1 italiana, dove cercherà di fare il definitivo salto di qualità. 

Héléna, per cominciare ci racconti qualcosa di lei. Come si descriverebbe? 

Mi definirei una persona solare: in compagnia mi piace fare battute e far ridere la gente. Quando serve, però, divento seria e mi adopero per raggiungere i miei obiettivi“.

Come è nata la sua passione per la pallavolo? 

Ero molto piccola quando ho avuto i primi contatti con la pallavolo, sicuramente favoriti dal fatto che mia madre era un’allenatrice. Dopo aver provato anche altri sport come il tennis e la ginnastica, intorno agli 8 anni ho maturato la decisione di proseguire solo con il volley, mentre a circa 14 anni è iniziato il mio percorso da schiacciatrice“. 

Foto Cev

Quali sono i momenti della sua carriera che ricorda con maggior piacere? 

Ho vissuto tanti momenti meravigliosi nel mio percorso, dagli inizi fino ad ora, e sono veramente felice di questo. In particolare, penso che ricorderò sempre con grande affetto i titoli vinti in Francia durante le esperienze a Cannes e Mulhouse (n.d.r. Coppa nazionale 2018 e Scudetto 2019 con l’RC Cannes, e doppietta Coppa-Scudetto 2021 con l’ASPTT Mulhouse)”.

Quanto è stata importante per lei l’esperienza a Mulhouse? 

A Mulhouse mi sono trovata benissimo: l’organizzazione era ottima, a noi giocatrici non mancava nulla e perciò potevamo pensare solo a fare bene in campo. Si era creata una grande sintonia all’interno del gruppo che, insieme al duro lavoro in palestra e a quello con il nostro mental coach, ci ha permesso di ottenere grandi risultati. Sono davvero contenta di aver giocato in questo club e spero che in futuro possa crescere ulteriormente“”.

In quali aspetti è cresciuta maggiormente nelle ultime stagioni? Dove può ancora migliorare? 

Penso di essere migliorata tecnicamente nella ricezione e nel servizio, e mi sento più forte anche fisicamente e mentalmente. Per quanto riguarda l’attacco e il muro ci sono ancora buoni margini di miglioramento, ma in generale continuerò a lavorare su tutti i fondamentali per cercare di fare sempre meglio“.

Quali sono le sensazioni per la sua nuova avventura con la Reale Mutua Fenera Chieri? 

Giocare nella Serie A1 italiana è sempre stato uno dei miei sogni, visto che è il campionato migliore al mondo. Perciò, quando ho ricevuto la proposta da Chieri, l’ho accolta con grande entusiasmo, anche perché avevo sentito parlare molto bene della società e dell’allenatore. Inoltre, a giugno sono stata a Chieri per alcuni test medici e devo ammettere di essere già innamorata della città, della gente e dell’atmosfera familiare che si respira all’interno del club“.

Foto Instagram Héléna Cazaute

Sarà la sua prima esperienza all’estero: obiettivi e aspettative? 

L’obiettivo è di crescere non solo come giocatrice ma anche come persona: penso che andare all’estero e avere a che fare con una nuova lingua e una nuova cultura sia un’ottima possibilità di confronto e arricchimento umano. Per quanto riguarda il campo, farò del mio meglio per aiutare la squadra, mi impegnerò al massimo affinché la prossima stagione sia per noi fantastica e piena di risultati positivi“. 

Come sta andando l’estate con la nazionale francese? 

Direi piuttosto bene, sono davvero soddisfatta dei risultati ottenuti finora. Abbiamo terminato il torneo di qualificazione agli Europei al primo posto e sfiorato la Final Four di Golden League. Dobbiamo continuare a lavorare affinché il nostro livello di gioco possa crescere e arrivare a un livello superiore: facciamo un passo alla volta sapendo la strada è ancora lunga“.

Cosa si aspetta dal Campionato Europeo? Dove possono arrivare ‘Les Bleus’? 

Ci piacerebbe migliorare il risultato dell’ultimo Europeo, anche se le avversarie che dovremo affrontare sono molto valide. Abbiamo lavorato sodo per guadagnare la possibilità di giocare questa competizione; ora è il momento di mostrare quello che abbiamo imparato negli ultimi quattro anni e raccogliere i frutti del nostro impegno“.

Quali sono i suoi sogni nel cassetto per il futuro? 

Il mio sogno più grande è di vincere le Olimpiadi. Inoltre, vorrei che con il passare degli anni la mia passione per la pallavolo rimanga sempre la stessa“. 

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Le riflessioni di Pippo Lanza: “Ritiro? Non ci penso proprio. Estero? Ho preferito Cisterna”

Sale in Zucca

Non abbiamo bisogno di un nuovo esame di maturità per percepirci pascoliani e tantomeno abbiamo necessità di un autunno dolciastro per pensare a Filippo Lanza come in quei versi di Lavandare, in cui si dice che il vento soffia e nevica la frasca e tu non torni ancora al tuo paese

Come ogni stagione da quando ormai oltre quindici anni fa, ho avuto a che fare con Filippo, non ho mai capito perché le sue scelte mi abbiano sempre lasciato come ogni sua partenza, ovvero come un aratro in mezzo alla maggese. È così anche quest’ultima peregrinazione, che da Taranto lo porta oggi a Cisterna di Latina è stata sorprendente, inaspettata. Non ho mai capito cosa mi aspetti dai suoi percorsi, ma è come se ogni anno la sua presenza cadenzi i miei anni in questo mondo e i suoi anni di presenza granitica in Superlega.

Per un istante, quando l’ultima palla è caduta a terra e la retrocessione della squadra di cui Pippo difendeva i colori con la fascia di capitano, è stata matematica, ho pensato che la sua delusione fosse troppo grande per non ripartire altrove, nel senso di un campionato diverso, così come era stata la sua fuga in Polonia o in Cina solo pochi anni fa. Pensavo di conoscerlo, lui che ci stupisce ogni qualvolta ha bisogno di capire che non è il campionato italiano a mancargli, ma siamo noi a sentirci orfani di un Lanza esemplare; pensavo di averne capito il meccanismo, ovvero che quando qualcosa ha toccato troppo le tue corde, tu che hai sacrificato tutta la tua vita in nome di questo sport, prendi il volo ineluttabilmente.

Invece eccoci qui, in una assolata mattina di bagagli tarantini, con una casa venduta, due figli e una compagna che viaggiano con te, pronti a tuffarsi in una nuova avventura che promette scintille come in tutta la carriera di Filippo.

“I bimbi crescono, il più grande ha tre anni e mezzo, la piccola ha due anni. Ma non sono assolutamente pronto a lasciare questo sport. Sì, ho pensato che l’estero potesse essere la soluzione dopo quest’ultima stagione a Taranto, e la scelta sarebbe ricaduta su un momentaneo allontanamento dall’Italia solo per una questione economica, perché in Italia stiamo sempre tutti molto bene. Forse, se analizziamo bene la situazione, l’amaro della retrocessione ha spostato il pensiero per qualche settimana perché non sapevo bene cosa volessi dal futuro e i pensieri per un po’ non mi hanno fatto vivere le cose con la lucidità che ho di solito. Ho pensato anche di fare il terzo, per avviarmi verso la seconda fase della mia carriera, dato che quest’anno ho compiuto 34 anni. Sono rimasto a pensare ed è arrivata Cisterna, una bella chiamata e una piacevole sorpresa”.

Foto Lega Volley Maschile

Quindicesima stagione in Superlega.

“Ho ancora voglia di poter competere con le altre squadre e ho ancora voglia di giocare e fare la mia parte. Dentro di me quel Filippo competitivo si è leccato i baffi quando ha avuto in mano la possibilità di giocarsi un altro anno la Superlega. Perciò eccomi qui”.

Faccio l’avvocato del diavolo. Sarà difficile archiviare una stagione come questa?

“A Taranto mi sono tolto parecchie soddisfazioni, compreso il fatto di essere tornato dall’estero, prendendomi la fascia da capitano e dimostrando di poter dare ancora molto di me stesso al campionato di A1. La stagione passata è stata molto travagliata, non è stata solo una questione di sfortuna perché ci sono stati anche dei grossi demeriti da parte nostra che ci hanno portato a chiudere la stagione con la retrocessione in serie A2. Chiudo comunque questa esperienza in Puglia col rammarico di non aver salvato Taranto, ma con un bagaglio che si è certamente arricchito molto”.

foto Lega Volley

Adesso da cosa riparte?

“Parto innanzitutto dal fatto che il progetto presentato mi sembra buono e l’ambiente di lavoro e l’organizzazione societaria mi è sembrato ottimo. Dovremo convergere tutto questo nel lavoro giornaliero e dare valore ai nostri punti di forza, nascondendo le debolezze che una squadra non tra le prime della classe certamente potrebbe mostrare. Mi piace prendere ad esempio la Grottazzolina di quest’anno che ha fatto numeri straordinari alla fine, senza avere mostri sacri in squadra, ma riuscendo a trovare quella motivazione giusta che nel corso della stagione ha permesso a tutti di fissarsi degli obiettivi e di dare il massimo per conquistarli. Noi dovremo lavorare su questa falsariga e lottare per ogni punto e contro ogni squadra per rosicchiare punti importantissimi sin dalla prima giornata. Per ora, per quello che ho avuto modo di vedere della squadra che sarà, la fiducia nella riuscita della missione è massima”.

In panchina ci sarà Morato nella sua prima esperienza in Superlega.

“Ci siamo parlati, non ci siamo mai incrociati da avversari e sono contento di essere stato voluto anche da Daniele. Mi ha chiamato perché il mix tra giovani e giocatori di esperienza deve poter dare i suoi frutti e sono felice del fatto che abbia riconosciuto l’esperienza che ho maturato soprattutto negli ultimi anni”.

foto Walter Nobile

A che punto del suo percorso personale è arrivato?

“Mi mancano certamente meno anni di gioco di quelli che ho già fatto, questo è certo. Per il resto non ho ancora prospettato nulla di ciò che sarà la mia vita futura. Con i primi soldi in carriera ho comprato una casa a Riva del Garda, ma non so dove mi porterà la vita, né dove le scelte famigliari mi condurranno nei prossimi anni”.

Ogni tanto mi capita di vedere alcuni suoi highlights. Cosa è cambiato rispetto al Filippo di dieci anni fa?

“Tanto. Posso dire cosa non è cambiato, ovvero il fatto che faccio tutto questo perché per me la pallavolo è un grande divertimento e farlo mi appassiona e mi diverte ancora”.

Intervista di Roberto Zucca
(© Riproduzione riservata)