Grbic: “Alleno delle star che tengono i piedi per terra, quanto è gratificante”

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Di Redazione

Vetta in solitaria, 10 gare vinte e un solo stop contro la Leo Shoes Modena, seppur al tie break. E’ il curriculum dell’avvio di stagione della Sir Safety Conad Perugia. Una corazzata, una big che lotta per lo scudetto in un campionato di altissimo livello. Preparando l’impegno in Champions League contro i francesi del Cannes, Perugia non può non pensare allo scontro al vertice che l’attende il prossimo weekend: proprio contro quella Lube Civitanova che la insegue in classifica.

Ma, per Nikola Grbic Civitanova non è l’unica contendente allo scudetto di quest’anno: “E’ una delle tante. E lo dico perché mi sono reso conto di essere tornato in una Superlega di livello altissimo. Il campionato italiano ti spinge a migliorare sempre, non hai un attimo di respiro, nemmeno contro le squadre sulla carta meno forti. È bello avere dei test tanto attendibili, perché da ogni partita si può imparare qualcosa” dichiara in un’intervista di Roberto Barbacci per il Corriere dello Sport.

Ripercorrendo la carriera del tecnico serbo, Grbic è tornato alla Sir Safety dopo 6 anni e subito ha preso in mano la squadra, trasformandola in un rullo compressore.

Quando hai giocatori di un certo spessore, non solo bravi tecnicamente ma professionisti dentro e fuori dal campo, allora puoi pensare di accelerare un percorso di crescita. Siamo stati bravi a capire dove concentrare i nostri sforzi per migliorare il più in fretta possibile. Il rapporto è decollato velocemente e la risposta del gruppo è stata ottima, anche perché tutti hanno compreso qual era il loro compito”.

E’ una squadra composta da molti dei migliori giocatori in circolazione nella Superlega, con veri e propri fuoriclasse e una lunga panchina. Pensando alle singole individualità, Grbic ammette: “Quando ero giocatore non riuscivo mai a godermi nulla, poiché ero un perfezionista: c’era sempre qualcosa che non mi soddisfava appieno e cercavo dettagli da migliorare. Col tempo ho cominciato ad accettarmi, però ho capito che essere perfezionista ti spinge a migliorarti, perché non hai modo di sederti. Leon mi ricorda molto il Gbric giocatore: a 30 anni ricerca ancora la perfezione e ogni giorno cerca di assicurarsi il modo per continuare ad essere il fuoriclasse che è. Ma potrei dire lo stesso di Anderson, di Giannelli o altri ancora: sanno di essere delle star, eppure tengono i piedi per terra e pensano a lavorare. Allenare questo tipo di giocatori è gratificante”.

Qual è quindi il segreto di questa Sir Safety Conad Perugia temuta da molti?

“Nessuno, qui c’è solo da lavorare e restare umili. Serve dimostrare sul campo di meritare la posizione di classifica”.

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