Francesco Conci, coach dell’UniTrento: “Spero che il progetto possa continuare e radicarsi sempre più sul territorio”

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Di Redazione

Si spengono le luci sul campionato di Serie A3 Credem Banca, novità di quest’anno, ed è tempo di tracciare un bilancio della stagione conclusa anzi tempo. Francesco Conci, coach dell’UniTrento, formazione giovanile della Trentino Volley, che ha preso parte alla nuova categoria con un gruppo di giovani Under 21, intervistato dal quotidiano “L’Adige”, si è detto soddisfatto di quanto fatto vedere dai propri ragazzi.

Che bilancio può fare di questa prima annata in categoria? «Sono molto contento di questa avventura nella quale ci siamo lanciati, dando un’occasione importante a tanti ragazzi. Abbiamo disputato una stagione un po’ strana. Perché siamo partiti fortissimo disputando un girone d’andata pazzesco. Poi complici anche le defezioni di Magalini e Michieletto abbiamo decisamente rallentato, rischiando di vanificare quanto fatto all’inizio. Ma se pensiamo che il nostro obiettivo principale era evitare gli ultimi due posti e lanciare dei ragazzi in prospettiva futura possiamo dire di essere molto contenti. Questa è stata una scommessa vinta e spero che il progetto possa continuare e radicarsi sempre più sul territorio».

Come cambierà ora l’UniTrento? «Abbiamo dimostrato di avere già diversi ragazzi che in categoria ci possono stare. Ci saranno poi alcune variazioni come è normale, ma dopo che lo scorso anno siamo partiti a luglio inoltrato con il ripescaggio ora abbiamo il tempo per strutturare tutto al meglio».

Ed il molto probabile, praticamente certo, passaggio in SuperLega di Alessandro Michieletto è la dimostrazione dell’obiettivo raggiunto dal giovanile, ovvero portare ragazzi in prima squadra. «Ho sempre definito questa squadra un trampolino di lancio. L’esplosione di Michieletto è stata agevolata anche dal fatto di esserci cimentato con questa categoria e che abbia avuto la possibilità di fare esperienze importanti che, magari, giocando in B o C non potevano permettergli di crescere così rapidamente. Questo è il significato di questa squadra, accorciare il salto fra il settore giovanile e la prima squadra. E ci sono altri ragazzi che possono, in uno o due anni, approdare in SuperLega senza andare in giro per l’Italia a farsi le ossa».

Lei cosa ne pensa del passaggio, in avanti, di un anno delle categorie giovanili? «Io ero uno di quelli che era contrario, qualche anno fa, al ritorno alle categorie pari. Ed oggi sono molto contento della decisione della Fipav di tornare alle Under 15,17 e 19. Ma che sia una decisione definitiva e duratura, non vorrei che fra due anni magari si torni indietro. È una cosa buona perché in tutta Europa le categorie sono dispari, Under 17, 19 e 21, e poi perché così facendo si uniforma il percorso nel volley giovanile con quello scolastico. A 19 anni ragazzi e ragazze fanno la maturità scolastica e finiscono anche l’esperienza nel giovanile».

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