Davide Saitta scrive al Papa: "Aiutaci a non giocare nel giorno di Natale"

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Di Redazione

Si alza di livello, e non di poco, la battaglia di Davide Saitta per non scendere in campo nel giorno di Natale, quando è in programma la sfida di SuperLega tra Itas Trentino e Consar Ravenna.

Il palleggiatore della squadra romagnola, che da cattolico praticante si è sempre opposto fermamente alla partita del 25 dicembre, si è reso protagonista di un estremo tentativo di ottenere lo spostamento della gara: lo ha fatto scrivendo direttamente a Papa Francesco, in una lettera pubblicata oggi sul quotidiano Avvenire.

Chiedo aiuto Papa Francesco, vogliono ‘rubarmi’ il Natale!” così esordisce Saitta, che poi spiega: “Sono cresciuto in una famiglia cristiana che mi ha educato alla Fede e a vivere intensamente i tempi liturgici di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua. Sento molto la responsabilità di essere anch’io per mia figlia un buon padre. Questo Natale 2019 sarà il primo di mia figlia Noemi. (…) Sono un pallavolista e gioco per la Consar Ravenna, società che milita nella Superlega italiana, e il 25 dicembre, nonostante il mio “grido” sarò costretto a scendere in campo e a lasciare la mia famiglia dalla Vigilia fino alla notte del Santo Natale“.

Dapprima mi sono rivolto al direttore generale della società trentina, successivamente all’amministratore della Lega Pallavolo Serie A, persone che stimo enormemente (…). Ho proposto di giocare alle 16 del 24 dicembre convinto che il magnifico pubblico trentino, tra i migliori in Italia per sportività, per attaccamento alla squadra e per affluenza al palazzetto, risponderebbe ‘Presente!’ anche nella data da me proposta. Invece, quello che sono riuscito a ottenere è stato: ‘Solo se chiamasse il Papa!”. Soltanto in questo caso la partita sarebbe anticipata al giorno 24“. E così, dopo lunga riflessione (“sarebbe molto più semplice lasciar perdere e non espormi“), Saitta ha deciso di scrivere direttamente a Sua Santità.

Credo che il nostro sport, da sempre veicolo di importanti valori sportivi e di vita – conclude il palleggiatore – possa sacrificare un minimo della sua spettacolarità per fare spazio a Gesù che viene nelle nostre vite e dare la possibilità a chi come me ne sente la necessità di celebrarlo e lodarlo. Perché il Natale, così come la Pasqua (anche il 12 aprile si giocherà), sono i giorni su cui ruota la mia intera esistenza in quanto uomo e cristiano“.

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