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Dal fischietto alla monetina, tutti i dubbi degli arbitri USA sul post-pandemia

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Di Redazione

C’è una componente del mondo pallavolistico su cui ci si interroga raramente, ma che avrà un ruolo centrale nella cosiddetta “Fase 2“. Gli arbitri saranno una figura fondamentale per verificare il rispetto delle norme anti-Covid e, al tempo stesso, dovranno a loro volta sottoporsi a una serie di restrizioni per limitare la diffusione della pandemia. Su questi temi si riflette già ora negli USA, il paese più colpito dal coronavirus: Ed Tucholski, uno dei principali direttori di gara del campionato NCAA, ne ha parlato in un’approfondita inchiesta pubblicata su VolleyballMag (qui l’articolo originale).

Iniziamo dalle buone notizie: secondo un recente sondaggio di Referee Magazine, due terzi dei fischietti americani sono pronti a tornare sul seggiolone, benché quella degli arbitri sia una categoria a rischio negli USA per l’età media piuttosto elevata. E Marcia Alterman, responsabile arbitrale di sei delle principali conference NCAA, riferisce che tra i direttori di gara già contattati per riprendere l’attività “neppure uno ha detto che non tornerà. Molti non hanno ancora risposto e forse sono incerti, ma il 100% delle risposte ricevute è stata: ‘Sì, ti prego, rimettimi al lavoro’“.

Per ricominciare bisogna però tenere conto di molti aspetti tecnici che si concretizzano in una serie di regole da rispettare: l’arbitro, ad esempio, dovrà portare con sé gel e salviettine disinfettanti e mascherine il più possibile anonime (senza loghi di squadre o sponsor), mentre i guanti sono facoltativi. Il direttore di gara dovrà arrivare in palestra già in uniforme – mentre l’eventuale divisa di ricambio dovrà essere lasciata in auto – e sarà dispensato dai tradizionali controlli di altezza della rete e pressione dei palloni, che saranno a cura della società ospitante. Quest’ultima dovrà fornire anche le bandierine per i giudici di linea.

C’è poi il dilemma del fischietto: apparentemente incompatibile con la mascherina, ma potenzialmente pericoloso se non la si indossa. In NCAA ci si aspetta che il fischietto elettronico sia reso obbligatorio nella maggior parte delle palestre, anche se bisognerà regolarne l’intensità (dato che quasi ovunque si giocherà a porte chiuse). E gli occhiali? Indossando la maschera c’è il rischio che si appannino: l’arbitro dovrà quindi portare con sé una buona scorta di panni per tenerli puliti.

Verificate tutte queste condizioni preliminari, i direttori di gara dovranno probabilmente anticipare di qualche minuto il loro arrivo in palestra per sottoporsi ai necessari controlli sanitari (come il check della temperatura). E qui inizierà il vero lavoro: controllare che vengano rispettati il numero di persone ammesse in campo, l’utilizzo esclusivo dei palloni, il distanziamento tra giocatori e tutte le altre norme previste dai protocolli sanitari. Queste potrebbero variare da Stato a Stato: si ipotizza, ad esempio, che possa essere eliminato l’obbligo del cambio di campo.

In discussione anche altri due aspetti del rituale pre-gara che riguardano direttamente gli arbitri: il colloquio con dirigenti e allenatori, che dovrà essere il più breve possibile e focalizzarsi sulle norme di sicurezza, e il lancio della monetina, che sarà probabilmente eliminato garantendo il diritto del primo servizio alla squadra di casa, ma potrebbe riproporsi in caso di tie break. Ovviamente anche la stretta di mano iniziale sarà bandita.

Anche durante la partita all’arbitro non mancheranno certamente gli aspetti da monitorare: per le sostituzioni occorrerà più tempo, dato che la zona di riscaldamento sarà distanziata dalla panchina, e il pallone dovrà essere regolarmente sanificato. Ci si interroga anche sul ruolo di moppers e raccattapalle: dovranno essere eliminati o, al contrario, dotati di un equipaggiamento più adeguato? Infine c’è l’abbigliamento dei giocatori: mascherine e guanti saranno sicuramente consentiti, sui pantaloni lunghi esiste già qualche dubbio in più.

Insomma, un lungo elenco di adempimenti che senza dubbio renderà ancora più impegnativo il lavoro degli arbitri, non soltanto negli USA: “Alla fine della giornata, non c’è dubbio, sarete mentalmente affaticati. Ma un giorno, quando la pandemia sarà nello specchietto retrovisore e la pallavolo tornerà a una stagione normale, voi e gli altri ufficiali di gara sarete più forti, avendo sperimentato condizioni così critiche” conclude Tucholski.

(fonte: VolleyballMag)

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