Coronavirus e pallavolo: il dettaglio dei fattori di rischio

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Di Redazione

Sta facendo discutere in queste ore il report sui fattori di rischio nelle discipline sportive consegnato dal Coni al Ministro dello Sport, nell’ambito delle misure per il contenimento della pandemia di coronavirus. Al di là delle famigerate “tabelle” sui singoli sport, il documento redatto dal Politecnico di Torino contiene una serie di ulteriori informazioni utili, dalla definizione delle misure di prevenzione a quella dei sistemi di vigilanza, fino ad alcuni casi di “beta testing” su sport selezionati.

Quanto alla parte centrale del documento, va precisato che le tabelle dei fattori di rischio sono state compilate dalle singole Federazioni sportive associate al Coni e al CIP, oltre che dalle Discipline sportive associate e dagli Enti di promozione sportiva. Si spiegano così le significative differenze tra le varie discipline, come quelle (macroscopiche) relative al calcio, che secondo la FIGC presenterebbe meno rischi di altri sport non di contatto.

Secondo le valutazioni della Federazione Italiana Pallavolo, il nostro sport – anche nella variante paralimpica del Sitting Volley – occupa la fascia più alta di rischio in molti dei criteri individuati: contatto tra atleti, numero e dimensioni degli spogliatoi, ambiente chiuso, impossibilità di utilizzo dei dispositivi di protezione, della telemedicina e del telecoaching, il tutto sia in allenamento sia in partita. Un rischio minore ma comunque elevato (fascia 3) è associato al contatto tra tecnici e con pubblico e accompagnatori, al numero degli atleti in campo e a quello degli ufficiali di gara.

Diverso il discorso per il Beach Volley, in cui le voci al massimo livello di rischio riguardano solamente i dispositivi di protezione e la telemedicina (oltre all’ “ambiente chiuso”, che nel caso specifico sembrerebbe tuttavia un errore di compilazione). Il rischio è considerato invece moderato per quello che riguarda contatto tra atleti, numero dei giocatori e spogliatoi, e basso (fascia 1) per i contatti tra allenatori, pubblico e direttori di gara.

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Potsdam sceglie Micoli, è lui il nuovo coach: “Desideravo allenare una squadra tedesca”

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Dopo la partenza di Riccardo Boieri, passato al Mladost Zagabria, il Potsdam aveva puntato su Vladimir Kapris come suo successore nel ruolo di head coach, ma l'allenatore serbo alla fine ha ceduto alla corte del VakifBank Istanbul, dove lavorerà insieme a Giovanni Guidetti.

Così, il club tedesco ha scelto Stefano Micoli: "Il curriculum di Stefano Micoli la dice lunga- commenta soddisfatto Eugen Benzel, amministratore delegato della SC Potsdam Sport & Marketing GmbH - Ha un'esperienza incredibile. Siamo convinti che sarà in grado di plasmare una nuova squadra e che il suo lavoro con noi darà i suoi frutti anche nei prossimi anni".

Il 57enne tecnico originario di Bergamo può vantare un percorso che lo ha portato a lavorare in Italia sia in serie A1 e A2, per oltre 20 stagioni, che più volte anche all'estero: “Quando ho saputo che il Potsdam aveva bisogno di un nuovo allenatore, e in tempi brevi, ho segnalato subito il mio interesse - spiega lo stesso Micoli - Avevo sentito parlare molto bene della società da amici allenatori come Alberto Salomoni e Riccardo Boieri e non nego che c'era già il desiderio di allenare una squadra tedesca. Per questo non vedo l'ora di conoscere meglio il nuovo ambiente, le persone del club, i tifosi e la città".

Stefano Micoli ha firmato un contratto a Potsdam fino al 2027, con un'opzione per un'ulteriore stagione.