Butti: “Cantù in Serie A3 sarebbe stato un sacrilegio”

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Di Redazione

Una stagione andata male può capitare a tutti, e in qualsiasi categoria.

Quella di quest’anno della Libertas Cantù non è stata proprio delle migliori, complici anche una serie di sfortune ed infortuni che, prima dello stop, vedeva la squadra brianzola ad un passo dalla retrocessione.

Luca Butti, il libero biancoblù, però non si nasconde. La Libertas, in A3, sarebbe stata un sacrilegio. Lo dice intervistato da La Provincia, a qualche settimana dal congelamento delle categorie e con la volontà di sottolineare quanto l’anno orribile della sua squadra, alla fine, si sia concluso comunque in modo positivo.

«Siamo contenti perché siamo rimasti in categoria. Per noi era davvero importante, troppo importante mantenere un posto in un campionato che ci vede presenti da 7-8 anni. Questo, anche per rispetto di tutti gli sforzi fatti nel corso dell’anno nonostante le difficoltà incontrate lungo il percorso». Lo stop a tutti i tornei, in fondo, ha dato alla Libertas un lasciapassare insperato per l’A2.

Dal 2013-2014, del resto, la sua Cantù se la gioca alla grande nella seconda serie nazionale, una presenza costante che dimostra come la società della Città del Mobile sia in questo panorama un nome di assoluto primo piano. Questo, ancor più dopo l’alleanza stretta con Consorzio Vero Volley, accordo che consentirà alla Libertas di garantirsi un futuro a medio termine certamente più solido rispetto a quanto avrebbe potuto fare in autonomia.

«L’ultimo campionato è stato praticamente l’opposto di quello che l’ha preceduto. L’anno passato, infatti, è stato una specie di favola e abbiamo addirittura sfiorato la finale perla SuperLega, giocandocela fino alla fine, al tie-break, con Bergamo. Sulle ali dell’entusiasmo fu facile trovare gli stimoli per allenarsi e giocare», ricorda.

«È stata una stagione molto difficile e impegnativa. Siamo riusciti a vincere soltanto due partite, tra l’altro entrambe fuori casa. Siamo riusciti comunque a salvarci, anche se stavolta non proprio per merito nostro», conclude Butti.

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