Il Berlin vuole un libero d’esperienza e chiama Dustin Watten, il libero vegano

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Di Redazione

Sta diventando decisamente ambiziosa la campagna di rinforzo del Berlin Recycling Volleys. Continua l’aggregazione di giocatori di talento o di esperienza. Arriva oggi l’ufficialità della firma su un contratto biennale per Dustin Watten, libero statunitense che si è formato con una splendida e lunga carriera universitaria nel corso della quale ha anche superato ogni record in quanto a difesa: maggior numero di difese nella stagione, maggior numero di difese in una singola partita, maggior numero di partite con almeno dieci difese.

Watten ha continuato il suo percorso di crescita in Finlandia, Francia, Brasile e Polonia continuando a giocare regolarmente anche con la nazionale americana con cui è diventato campione del mondo giocando da titolare. Ora – a 31 anni – arriva un’altra sfida: “La squadra è ambiziosa, molti dei giocatori che sono qui al Berlin li conosco, alcuni sono amici. Credo avremo modo di fare una stagione di altissimo livello” dice Watten confermando il suo progetto biennale. Il nome di Watten pare sia stato fatto ai dirigenti del Berlin da Erik Shoji, che prima di venire a giocare in Italia ha militato nel Berlin lasciando un ottimo ricordo. Come suo fratello Kawika (lo scorso anno in palleggio a Monza) del resto.

Il Berlin è rimasto scottato dall’esclusione nella fase finale di Champions League: l’obiettivo per questa stagione oltre al titolo tedesco è quello di essere competitivi in Europa.

Una curiosità interessante, Watten è vegano: “Da tempo ho deciso di non mangiare carne, ancora prima di venire in Europa – spiega – ma quando ho vissuto in Francia ho dovuto prendere una decisione seria circa questo regime alimentare. Chiunque mi chiedeva perché odiassi uova o maiale, tacchino o vitello e se davvero non mangiassi il pesce da quando ero ragazzino… Una persecuzione! Quando mi hanno servito un piatto di pasta all’uovo condito con un ragù di carme e fagioli ho capito che era il momento di passare a un altro livello… Mi preparo il cibo sempre, ovunque, e mangio solo quello che preparo io”.

 

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