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Battocchio: “L’obiettivo è far crescere i giocatori in vista della SuperLega”

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Di Redazione

Matteo Battocchio è il primo volto nuovo annunciato in terra canturina. Sostituisce l’ormai ex Coach Cominetti ed intervistato da La Provincia traccia le linee guida per la prossima stagione di Serie A2 che, a suo dire, «non sarà sicuramente un campionato facile».

Il primo pensiero va al cambio di palazzetto e alla conseguente necessità di fare del PalaFrancescucci quel «fortino» che il Parini è sempre stato per Cantù. «In questo momento siamo alla finestra per capire quali saranno le regole dei prossimi campionati tra promozioni, retrocessioni e salvezze. In base a queste allestiremo il roster. Sicuramente ci saranno tanti ragazzi, con l’obiettivo di fare crescere certi tipi di giocatori e di testarli anche in vista di un successivo approdo in SuperLega».

Cantù fucina di potenziali campioni, dunque, ma anche luogo ideale per fare sport nel modo giusto. «La Libertas è considerata un’isola felice, una società dai margini di crescita importanti anche grazie al progetto intrapreso con Monza. La possibilità di lavorare con giovani di prospettiva e di interagire con il Vero Volley è un motivo di crescita importante anche per me». Per uno che si definisce «in formazione continua», entrare in un contesto del genere è un passo davvero significativo.

Ciò, partendo dalla certezza di una società, appunto Cantù, considerata un modello: «Il nome che Cantù ha nella pallavolo italiana è importante. Alla Libertas è riconosciuta serietà dei progetti e delle persone che la compongono e possibilità di lavorare in serenità. Si tratta di componenti importanti per fare bene».

«Mi ha convinto l’essere voluto così tanto da Cantù. Mi sono sentito apprezzato sia dal presidente sia da Monza, perché si tratta di un’operazione fatta tutti assieme. A Cisano c’era un accordo che loro avrebbero voluto rinnovare. Lì mi sono trovato bene e, infatti, ho rifiutato molte proposte arrivate da febbraio in avanti». «L’opportunità concessa dal presidente Molteni, però, era assolutamente da non perdere. Questo non soltanto perla categoria, ma anche per la mia personale crescita».

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