Viaggio da "incubo" per l’Imoco Volley Conegliano

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Di Redazione

Possiamo definirlo il “viaggio della speranza” quello affrontato dall’Imoco Volley Conegliano per raggiungere Berlino. Come riportato da “Il Gazzettino Treviso” le pantere hanno perso la coincidenza a causa di un ritardo del volo, causando l’annullamento del primo allenamento nella città tedesca.

La ventina di minuti di ritardo del volo per la capitale austriaca ha causato la perdita della coincidenza a Schwechat, motivo per cui l’arrivo dell’intera squadra (costretta a Vienna ad essere divisa in due voli) all’aeroporto Tegel è avvenuto solo poco prima delle 18, per circa 7 ore di viaggio al netto delle trafile burocratiche. Un dettaglio non insignificante visto che alle 17 era previsto alla Max Schmeling Halle l’allenamento iniziale della 4 giorni tedesca dell’Imoco.

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“Grazie per ogni istante di bellezza che hai saputo regalare”: addio a Matteo Piazzetta

Oltre il Volley

La società del Belluno Volley, con tutta la comunità sportiva e non, e la stessa redazione di Volley News, si unisce al dolore della famiglia per la prematura scomparsa di Matteo Piazzetta, uno dei protagonisti della prima stagione dei biancoblù in Serie A3 e di due campionati di B.

Ecco il ricordo della società...

Un vero “rinoceronte”, che in campo sfoderava grinta. Ma fuori era tutta un’altra musica. Perché Matteo era luce. Era gentilezza. Era uno di quelli che salutano per primi. Che aiutano senza dirlo. Che sorridono anche quando avrebbero il motivo per non farlo.

Dall’alto dei suoi 2 metri, o quasi, attaccava con la mano sinistra, con i suoi proverbiali “tiri mancini”. E lo faceva con eleganza, ma anche con l’efficacia di chi sa che la pallavolo è fatta di equilibri sottili.

Al di fuori del palazzetto, invece, lo si poteva scorgere con una macchina fotografica in mano, mentre cercava l’inquadratura perfetta. O magari assorto davanti a un quadro: era innamorato dell’arte. Le immagini, diceva, parlano dove le parole si fermano.

Forse per questo, ora che Matteo è stato colpito da un male che non guarda in faccia nessuno, siamo senza parole. Perché di fronte a una scomparsa così prematura, a 36 anni ancora da compiere, anche la cronaca si ferma. E lascia spazio al ricordo. Il ricordo di un ragazzo solare, dallo sguardo limpido e dai modi gentili.

Chi lo ha conosciuto sa che era impossibile non volergli bene. Lo sapevano in spogliatoio, lo sapeva chi lo incrociava dopo una partita. Matteo non c’è più, però resta quella luce. Resta in chi lo ha allenato, in chi ci ha giocato assieme o lo ha incrociato da avversario, in chi ha condiviso con lui sogni ed emozioni. E, soprattutto, resta il suo modo di essere. Il suo modo di stare al mondo. Che non faceva rumore, ma lasciava il segno.

Ciao Matteo. E grazie. Per ogni muro. Per ogni “tiro mancino”. Per ogni sorriso. Per ogni istante di bellezza che hai saputo regalare: a noi. E alla pallavolo.