Wilfredo Leon si racconta: "Ho rifiutato la nazionale russa, non gioco solo per soldi"

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Di Redazione

In una lunghissima intervista a WP Sportowe Fakty che è quasi una biografia, Wilfredo Leon si mette a nudo a un mese dal suo debutto con la maglia della Polonia. Tantissimi gli argomenti toccati: dagli esordi a Cuba al suo rapporto con il paese natale, dagli episodi di razzismo alla vita in Russia.

Particolarmente interessante il passaggio in cui Leon conferma di aver ricevuto un’offerta per giocare nella nazionale russa: “Giocare per soldi e giocare con il cuore sono due cose completamente diverse. Rappresentare la Russia avrebbe significato giocare solo per i soldi. Ho subito risposto: non funziona così, non c’è discussione. I sentimenti personali valgono più del denaro. Già allora sapevo che, se non avessi potuto giocare con la maglia di Cuba, avrei voluto rappresentare solo il paese di mia moglie, il paese in cui ho vissuto e al quale sono legato dal mio futuro“.

Lo schiacciatore cubano, che anche in nazionale vestirà la maglia numero 9, non fa mancare una frecciatina a Earvin N’Gapeth dopo le dichiarazioni polemiche del francese, secondo cui è ingiusto che Leon giochi nella Polonia. “Il tema del cambiamento di nazionale è delicato. Molte persone non tengono conto del contesto. Non si tratta di un capriccio, non lo faccio per guadagnare di più o per avere più possibilità di vincere qualcosa: il destino mi ha costretto a prendere decisioni difficili. Avrei qualcosa da dire a Earvin su questo, ma preferisco farlo di persona anziché attraverso i media. Personalmente non avrei detto una cosa del genere in un’intervista su di lui“.

Leon accenna anche a episodi di razzismo subiti sia in Russia sia in Polonia: “Io capisco bene il polacco, anche se la gente non lo sa. Spesso non mi riconoscono e mi trattano come un altro straniero con un diverso colore della pelle; qualcuno dice cose che non dovrebbe dire. Ad esempio, l’anno scorso eravamo in fila a un ristorante e dietro di me un gruppo di persone faceva commenti del tipo: ‘Che cosa ci fa qui questo nero?’. Ho detto a mia moglie che ce ne saremmo dovuti andare subito, ma alla fine ho ignorato quelle parole“. Faranno discutere, in compenso, i passaggi dell’intervista in cui lo schiacciatore parla di un paese in cui “si beve troppo e si finisce spesso a fare a botte”: “La quantità di alcol consumata alle feste e la velocità con cui bevono in Russia sono davvero sorprendenti“.

Nell’intervista c’è anche un accenno alla Sir Safety Conad Perugia, quando si parla del contratto di Leon: “Sono fatti privati, io non guardo nel portafogli di nessuno. In altri sport, come nel tennis, le questioni finanziarie sono molto trasparenti: tutti sanno quanto guadagna chi vince un torneo. Nella pallavolo non esiste una cosa del genere: i contratti contengono clausole di riservatezza e senza il consenso dell’altra parte non è necessario rivelare i dettagli, compreso l’ammontare dello stipendio. Se lo facessi il mio presidente, Gino Sirci, si arrabbierebbe molto“.

(fonte: Sportowe Fakty)

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