Verso gli Europei: le valutazioni "illustri" di Paolo Cozzi

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Di Paolo Cozzi

Dopo una settimana passata sul filo del rasoio nell’attesa di sviluppi sullo “shoesgate”, ovvero nel capire come si sarebbe posta la Federazione nei confronti di Ivan Zaytsev, reo di non trovare consone le calzature a lui proposte dallo sponsor federale, è finalmente tornato il momento di parlare di volley giocato e di come si presenterà la nostra nazionale agli Europei di Polonia.

L’esclusione ufficiale dell’atleta Perugino ad opera del C.T. Blengini (chissà come ha vissuto questa settimana e se realmente è lui il fautore della scelta o l’ha dovuta subire…sarà uno dei tanti misteri che non troverà mai una singola verità!) pone ora diversi dubbi e interrogativi su quale sarà il sestetto che in questo ultimo mese di ritiro pre Europeo verrà testato e rodato. Senza Ivan l’Italia perde una bocca da fuoco importante, sia che avesse giocato opposto o nell’eventualità di un suo utilizzo di banda. Per sopperire alla mancanza del suo braccione pesante vedo meglio Sabbi (anche se reduce da infortunio, ma in procinto di riprendere gli allenamenti con il gruppo) autore di una buona World League rispetto a Vettori, sicuramente efficiente con gioco spinto ma difficilmente opposto da 30-40 palloni a partita.

Di banda la coperta è molto corta, all’inamovibile Lanza potrebbe affiancarsi Botto, bella nota positiva nel naufragio italiano di giugno: avremmo sicuramente una linea di laterali molto talentuosa e tecnica, ma anche decisamente vulnerabile a muro visto la statura dei due ”puffetti”. Se Blengini dovesse optare per Antonov recupereremmo in cm ed esperienza in competizioni di alto livello (anche se a Trento non era titolare, ma spesso ha tolto le castagne dal fuoco) ma andremmo ad intaccare la linea di ricezione. Optando per Randazzo invece, si sceglierebbe la linea della fisicità, schierando un giocatore sicuramente giovane e promettente, ma anche molto discontinuo e spesso in difficoltà in ricezione. Chissà…magari la scelta fatta di andare a Padova per giocare con continuità può far parte di una crescita personale dell’atleta….

Bel dilemma anche tra i centrali, dove l’assenza di Ivan mi fa pensare che si cercherà di forzare un po’ di più il gioco al centro per alleggerire la pressione del muro avversario sui laterali. Da questa analisi vedo sfavorito Matteo Piano, sicuramente giocatore di livello a muro e dalla battuta ficcante, ma leggerino in attacco e spesso poco considerato dal muro avversario. Al contrario vedo bene Ricci, che potrebbe rappresentare una nota di gioventù e rinnovo all’interno del sestetto, e il sempre pronto Buti, sicuramente il più completo ed esperto del quartetto a disposizione del c.t. che include anche Mazzone.

Detto che il palleggiatore è certamente Giannelli, spero che nelle amichevoli pre-europeo venga dato un po’ di spazio a Spirito. Se posso permettermi di fare un appunto (è sempre facile fare l’allenatore dal divano di casa, senza sapere la condizione e la situazione del gruppo…!!!) a mister Blengini è quello di non aver mai provato il neo palleggiatore veronese nella debacle azzurra di giugno. Sarebbe stata un’ottima occasione per testare il ragazzo e per far rifiatare Giannelli, autentico talento e gioiello da proteggere, ma pur sempre ragazzo di 20 anni che in WL qualche passaggio a vuoto se lo è concesso!

In ultimo, ci sono i liberi, tre in questo momento a contendersi i due posti per la Polonia. Al titolarissimo e inamovibile Colaci affiancherei Balaso, giovane e bella realtà di Padova che ormai da qualche anno, seppur giovanissimo, si è imposto all’attenzione di tutti. Per loro il duro compito di garantire rifornimenti precisi per il palleggiatore cercando di coprire più spazio possibile in ricezione!

In conclusione, in questa estate lunga e tormentata della pallavolo italiana, prima con il pessimo risultato della World League e poi con l’esclusione di Zaytsev, andremo agli Europei con un sestetto poco collaudato e privo dei grandi nomi che riempiono i palazzetti e agitano le curve (Zaytsev, Juantorena e Kovar su tutti), ma per esperienza sono proprio queste vicissitudini che creano e forgiano un Gruppo, che lo rendono disponibile al sacrificio e ad allenamenti ancora più pesanti. In più anche il fatto di aver minore pressione addosso potrebbe rivelarsi un fattore positivo per i nostri portabandiera. Se Blengini sarà bravo a toccare i tasti giusti, a pungolare l’orgoglio dei ragazzi, non è detto che non possano regalarci qualche gradita sorpresa: l’intero mondo pallavolistico italiano è con loro, la strada è lunga e tortuosa, ma 12 anni senza medaglie d’oro cominciano a essere davvero tanti per una nazionale abituata a far risuonare l’Inno di Mameli in ogni angolo del globo!

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