Verona, Bagnoli: “Gli stranieri talentuosi meritano, ma in genere abbassano solo la qualità”

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Di Redazione

In occasione dei festeggiamenti per i 75 anni dell’USSI, Unione Stampa Sportiva Italiana, il ct della Nazionale italiana maschile, ospite dell’evento “Il Racconto dello sport” organizzato per l’occasione, si è concentrato sul tema degli stranieri in campo. Per Fefè De Giorgi, 4 stranieri in campo sono troppi e andrebbero ridotti.

Sul discorso è tornato anche Bruno Bagnoli, allenatore dell’allora Marmi Lanza e ora direttore tecnico del settore giovanile del Verona Volley.

“Sintetizzando, io metterei questa regola: in campo sempre massimo 4 stranieri su 7 ma il numero degli stranieri a referto deve essere inferiore a quello degli italiani. Per renderlo possibile bisognerebbe però lavorare di piu sui settori giovanili e investire sui nostri ragazzi, che potrebbero così completare i roster delle prime squadre. Per mantenere alto il livello del campionato, i quattro stranieri ci possono stare, ma nelle rose non si può tollerare ce ne siano sei, sette, otto o nove. In genere sono stranieri di basso livello che tolgono spazio ai nostri ragazzi senza migliorare la qualità” afferma Bagnoli nell’articolo di Marzio Perbellini per L’Arena.

L’esempio di questo concetto è dato dalla stesa Verona Volley che, lo scorso anno, aveva in panchina diversi giovani italiani provenienti dal vivaio giovanile:

“Qualche anno fa aveva quattro o cinque stranieri in panchina, la scorsa stagione, invece, aveva quattro ragazzi del nostro settore giovanile: Peslac, Zanotto, Donati e Magalini. Chiaro che, poi, i giocatori non devono essere messi in campo in quanto italiani, ma solo perchè lo meritano. Certo che se in panchina non ci sono italiani perchè le società non investono nei propri settori giovanili questo per me è un grossissimo limite”.

Bagnoli rafforza quanto detto sopra, parlando di Rok Mozic. Il bomber straniero su cui Verona ha investito in questa stagione si sta dimostrando fondamentale nel sestetto di coach Stoytchev:

“Questi sono i giocatori che noi dobbiamo prendere, i talenti. Quelli che fanno la differenza” chiosa il direttore tecnico.

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Mattia è nato a Venezia nel 2005, ha cominciato a giocare a Treviso, dopo la trafila nelle giovanili ha esordito in prima squadra prima in serie C e poi in serie B. Lo scorso anno la trionfale annata a Sorrento dove ha affrontato nelle finali di Coppa Italia e Super Coppa proprio la Personal Time.

A livello giovanile ha indossato la maglia della nazionale a livello giovanile partecipando a due Europei, il primo a Tirana in Albania dove è arrivato un quarto posto; poi a Tblisi in Georgia con la medaglia d’oro conquistata.

(fonte: Personal Time San Donà)