Foto Wolfdogs Nagoya

Valerio Baldovin: “In Giappone ho scoperto una pallavolo nuova”

DATA PUBBLICAZIONE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti
SHARE
SHARE
TEMPO DI LETTURA
più di 5 minuti

Il centro è stato fatto al primo colpo. Al primo anno nella V.League giapponese, l’italianissimo Valerio Baldovin si è aggiudicato con i Wolfdogs Nagoya lo scudetto, che per due anni consecutivi era andato ai Suntory Sunbirds. Proprio contro la squadra di Dmitry Muserskyi, in grado di macinare numeri da capogiro, gli uomini di Baldovin si sono imposti nella sfida decisiva:

Girava il fantasma del titolo per tutta la finale. Lo scorso anno, il Suntory aveva vinto il titolo, giocando una finale a senso unico, e c’era il timore che quest’anno potesse ripetersi. Siamo riusciti a fare per tutta la stagione un buon lavoro, che è riuscito a premiare la squadra proprio sul più bello“.

Valerio Baldovin Wolfdogs Nagoya
Foto Wolfdogs Nagoya

Quando ha capito che si poteva vincere questo scudetto?

Per me qui è stato tutto nuovo da subito. Ho ricominciato per certi aspetti da zero, studiandomi il campionato e tutto ciò che ad esso era collegato. Era una stagione che aveva delle incognite, così appena sono arrivato ho affrontato e affinato alcune cose. Le buone sensazioni le ho cominciate a sentire nella seconda parte della stagione, capendo che si potesse lottare per il titolo. Ma è una sensazione che si è consolidata con il tempo“.

Nella sua valigia di ritorno in Italia, cosa si porta dietro di questa esperienza?

La soddisfazione di aver fatto un lavoro in progress, portando la squadra ad essere stimolata a fare dei piccoli passi e ad alzare l’asticella costantemente. Ci siamo riusciti. Il merito è di tutti loro. Il prossimo anno ripartirò da qui, perché sarò ancora qui a Nagoya“.

L’uomo partita nel vostro caso è stato Bartosz Kurek, una vecchia conoscenza del nostro campionato.

Per lui è stato il terzo anno qui in Giappone. Abbiamo costruito un buon rapporto sin da subito. Lui mi ha spiegato con occhi europei una pallavolo che per me risultava nuova. Era il capitano della squadra ed io l’ho riconfermato con piacere. È stato determinante nel supporto alla squadra, perché è stato una vera cassa di risonanza di tutto ciò che cercavo di far capire durante l’anno“.

Valerio Baldovin Wolfdogs Nagoya
Foto Wolfdogs Nagoya

Quale è stata la sfida vinta con questi ragazzi così diversi, forse, da quelli che per anni ha allenato in Italia?

Credo sia un tema di cultura sportiva, ma di cultura in generale. Il più grande ostacolo non è certo quello di non essere ascoltati, perché su questo in Giappone si ha un enorme rispetto delle gerarchie e ciò che ti viene detto dall’alto lo ascolti e lo fai tuo. Il tema nasce quando ciò che ti viene detto lo devi trasformare esattamente in ciò che un allenatore si aspetta dal proprio giocatore. Ci devi lavorare, lo devi fare tuo, perché in campo ci devi andare tu. Non devi solo fare ciò che ti ho chiesto di fare, ma devi pensare a come metterlo in pratica“.

Le chiedo invece se, come accade in Italia, nei Play Off si aprono tanti momenti complessi da gestire. Spesso si assiste a panchine traballanti, subentrano i temi del volley mercato a Play Off ancora in corso, la stampa spesso non facilita questo lavoro.

Cerco di mettere in fila i pezzi. Per ciò che riguarda il mercato, qui è molto diverso, quindi agli atleti si può parlare solo a campionato concluso. Per intenderci, da maggio in poi. Il meccanismo in Giappone è molto diverso, perché qui la maggior parte degli atleti sono dipendenti della società. Quindi è un po’ come in azienda. Una volta che c’è un accordo per poter cambiare club a fine stagione lo si può fare, ma lo si comunica in accordo con il club, che può parlare da un certo momento in poi. L’ambiente è molto sereno, certamente un allenatore viene preso per vincere e ha degli obiettivi, ma per quello che riguarda la mia esperienza, ho lavorato con grande libertà e senza sentire pressioni, nemmeno durante i play off“.

Valerio Baldovin Wolfdogs Nagoya
Foto Wolfdogs Nagoya

Baldovin promuove il Giappone?

Sì, sono stato molto bene. Certo, mi manca l’Italia, la famiglia, gli amici. Ma è stata un’esperienza che sono felice di ripetere“.

Mi dica cosa ha seguito del volley italiano…

Sicuramente il risultato di Milano, arrivato in semifinale è un qualcosa di storico per il club e immagino sia stata una bella soddisfazione“.

Curiosità da italiano. Mi dica se le è mancata più la pasta o la pizza?

“(ride, n.d.r.) La pizza, ma solo perché è più difficile da trovare! La pasta l’ho mangiata spesso“.

di Roberto Zucca

CONDIVIDI SUI SOCIAL

Facebook

ULTIMI

ARTICOLI