Uno, nessuno e centomila. Intervista a Mattia Rosso

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Di Roberto Zucca

Gli anni di Cuneo lo hanno forgiato: nel carattere e nella personalità. Quelli di Padova lo hanno responsabilizzato come capitano e come uomo della provvidenza pallavolistica. Il terzo anno di Sora è invece l’ultima tappa di un viaggio in cui Mattia Rosso porta con sé un bagaglio composto da 15 anni di serie A e di cui ormai conosce ogni sfaccettatura e ogni segreto:
Sono ormai 15 stagioni di serie A. Anni d’oro, anni difficili, anni che rifarei e altri in cui farei scelte diverse. Anche se poi alla fine ti serve tutto, ti forgia tutto. Quello che ho cercato di fare in questi ultimi anni è stato rimanere nella Superlega, che mi sono conquistato sul campo e con tanto sacrificio, e in cui voglio gravitare ancora per parecchi anni”.

Che anni sono stati? Ha conosciuto una serie A che oggi è completamente cambiata?
Nei volti soprattutto. Faccio parte di una generazione cresciuta con settori giovanili importanti, come quello di Cuneo in cui ho iniziato, che investivano tanto sui giovani, ma in cui poi era più complesso emergere. Una cosa invece che è cambiata positivamente è stata proprio quella di far esordire i giovani in un’età diversa. Vedo il nostro Edoardo Caneschi che arriva dal Club Italia e che già a 20 anni si sta conquistando il campo della Superlega. Qualcuno gli offre la possibilità e lui che è un gran talento la sfrutta fino in fondo”.

Lei non ha avuto una sponsorship forte come è capitato a tanti atleti qualche anno dopo?
Intanto Cuneo ci ha cresciuto ma poi ha chiuso purtroppo i battenti da tanti anni. Io ho fatto una scelta di campo. Ovvero di non sedere in panchina nel grande club e di giocarmi le carte direttamente in campo, magari in realtà non di testa, ma pur sempre importanti. Non rinnegherei mai i miei anni in A2 o a Padova, che mi hanno fatto sentire un giocatore amato e considerato e in cui ho avuto il piacere di ottenere molte soddisfazioni professionali”.

Sora che squadra è quest’anno?
Una squadra non di prima fascia, ma coraggiosa e motivata. Nelle scelte di mercato e nelle intenzioni dei giocatori che la compongono. La società ci chiede di giocarcele tutte e di dare il massimo. Io recupero dopo un piccolo intervento estivo, e voglio tornare al 100% entro l’inizio della stagione”.

Primo avversario in Coppa è Milano, che quest’anno ha nettamente potenziato il suo roster..
Il campo potrebbe ribaltare i pronostici. Giochiamo la Coppa a Frosinone e davanti al nostro pubblico di affezionati solitamente ci esprimiamo al meglio. Quindi per adesso non faccio pronostici. Né con Milano né con nessun’altra squadra”.

32 anni e quindici stagioni di Superlega. Il futuro dove è secondo Rosso?
È nella mia vita con mia moglie Maria, nei nostri progetti, nelle mie passioni. Oggi sogno un centro sportivo, magari un incarico da dirigente in qualche società sportiva o semplicemente di far fede a qualche hobby che coltivo da tempo”.

Come il Fantavolley?
Quello è un mondo che mi diverte e in cui mi sono buttato anni fa con Tiberti. La Lega ci ha sponsorizzato subito e questa è una grande soddisfazione. Il gioco cresce e il movimento generato in termine di contatti è tanto. Poi però ci sono altri hobby, dal giardinaggio ai dolci, che mi aiutano a rilassarmi ed a mantenere la calma e la concentrazione”.

Quindi un futuro dentro o fuori dalla pallavolo è indifferente?
Vorrei un po’ di tutto. In fondo questo mix è esattamente ciò che faccio e ciò che vorrei anche quando appenderò le scarpette al chiodo”.

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