Ufficiale: Piacenza dopo 16 stagioni consecutive abbandona la serie A1

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Di Redazione

Guido Molinaroli ieri pomeriggio ha consegnato alla Lega Pallavolo il titolo sportivo per partecipare alla Superlega. Cala cosi definitivamente, almeno per ora, il sipario sulla lunga avventura che dal 2002 vedeva la squadra piacentina giocare nel massimo campionato di pallavolo maschile.

Ora l’obiettivo è cercare di giocare il prossimo campionato in serie A2. Due le strade: entro il 21 giugno la Biancorosso Volley, la società di Molinaroli che ha rinunciato al titolo sportivo di Superlega, può decidere se continuare la sua avventura in serie A2 confermando alla Lega Pallavolo la volontà di iscriversi al campionato il cui termine scade il 3 luglio. E un posto per la società biancorossa c’è di sicuro. La seconda opzione è che se la Biancorosso Volley non confermasse l’intenzione di iscriversi, una nuova società può chiedere alla Lega Pallavolo di acquisire diritti sportivi per partecipare alla serie A2. E anche in questo caso grossi problemi, se non quelli di formare una nuova società in tempi ristretti, non ce ne dovrebbero essere.

Sul tavolo della Lega Pallavolo pare ci siano già alcune rinunce alla A2 soprattutto di neo promosse e proprio il titolo sportivo di una vincitrice emiliana della B1 pare già pronto per prendere, nel caso, la via di Piacenza.

Serie A2, una soluzione che i Lupi Biancorossi vedono come un’occasione importante. E lo dicono con un comunicato stampa nel quale si legge, tra le altre cose, che “dopo qualche giorno di silenzio apprendiamo che l’anno prossimo Piacenza non si iscriverà alla Superlega e la notizia non ci stupisce più di tanto, eravamo pronti e ce lo aspettavamo anche un po’. Sono ormai diverse estati che ci ritroviamo allo stesso punto, a doverci chiedere se l’autunno successivo avremo ancora una squadra da tifare, nell’assenza più totale di progetti di medio-lungo termine. Ora abbiamo tutti un’occasione: la ripartenza dalla A2 significherebbe la possibilità di rifondare un progetto che preveda, nel giro di qualche anno, di tornare a sederci ai tavoli che contano, a giocare partite indimenticabili, di quelle che si attendono per giorni e che ti fanno entrare al palazzetto nervoso“.

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