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Turchia, Serbia, Olanda: ecco le rivali delle azzurre per le medaglie

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Può cambiare l’ordine dei fattori, ma non il prodotto: le semifinaliste dei Campionati Europei femminili sono le stesse del 2021 e, sostanzialmente, dell’ultimo decennio. In 12 anni, infatti, la Serbia è entrata tra le prime quattro 7 volte su 7, la Turchia 6 volte, l’Italia (campione in carica) e l’Olanda in 4 occasioni. Solo la Polonia sembrava avere le potenzialità per spezzare questo predominio, ma la squadra di Lavarini si è infranta nei quarti di finale contro la Turchia, dimostrando di avere ancora parecchio da lavorare per insidiare le prime della classe.

I responsi della trentatreesima edizione della rassegna continentale sono, finora, proprio questi: un divario sempre più ampio tra i 5 “top team” (a voler essere buoni) e tutte le altre, e un generale impoverimento del livello tecnico della manifestazione, diventato ancora più evidente a causa dell’assenza forzata della Russia. C’è poco da fare: la formula a 24 squadre è evidentemente ipertrofica – per non parlare delle 4 sedi di gioco – e dà vita a una serie di partite, con tutto il rispetto, di scarsissimo interesse per il pubblico ma anche per le stesse squadre coinvolte.

Cansu Ozbay Turchia
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Ora però, finalmente, si fa sul serio, con una corsa alle medaglie particolarmente attesa. Anche perché, se l’Italia e la Serbia hanno tre ori all’attivo e l’Olanda uno, la Turchia non ha mai sollevato l’ambito trofeo, e dopo il trionfo in VNL è più che mai carica per tentare la storica impresa. Rispetto a quel successo Daniele Santarelli ha rispolverato titolari come Hande Baladin e Cansu Ozbay, ma continua a proporre quello che ormai è un marchio di fabbrica: il modulo a “due opposti” con Melissa Vargas e Ebrar Karakurt. Formula audace che si paga in ricezione (dove comunque la Turchia ha percentuali simili alle azzurre) ma dà i suoi frutti in attacco: ci sono pochi dubbi sul fatto che Vargas sia, fino a questo momento, la giocatrice più in forma del torneo, insieme a Boskovic. Tuttavia la squadra di Santarelli le sue difficoltà le ha incontrate, specie negli ottavi contro il Belgio, e di fronte a un muro-difesa ben organizzato può palesare qualche lacuna.

Maja Aleksic Serbia Repubblica Ceca
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La stessa cosa non si può dire della Serbia che, certo, a tratti ha rallentato il ritmo (come nell’avvio delle partite contro Ungheria e Repubblica Ceca), ma quando ha deciso di premere sull’acceleratore ha annichilito qualsiasi avversaria. Tijana Boskovic sta facendo di tutto per dimostrare di essere ancora la regina, ma la vera cifra distintiva del gioco di Giovanni Guidetti è l’utilizzo insistito delle centrali: Maja Aleksic e Jovana Stevanovic sono diventate un fattore molto più incisivo che in precedenza nell’attacco coordinato da Maja Ognjenovic. Il punto debole resta il posto 4, ruolo in cui Busa e Uzelac, oltre a dimostrare una limitata efficacia offensiva, hanno convinto poco anche in ricezione. Attenzione però al possibile inserimento di Sara Lozo, risultato decisivo nei quarti di finale.

Olanda esultanza
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Infine l’Olanda, che tra le semifinaliste è evidentemente la meno quotata, oltre che l’unica a non avere un allenatore italiano. La squadra di Felix Koslowski coltiva il sogno della grande sorpresa affidandosi soprattutto a una Nika Daalderop in forma stellare e al muro migliore del lotto, con Juliet Lohuis che si conferma una delle più efficaci specialiste del fondamentale. La ricezione, traballante nel girone iniziale, è nettamente salita di livello nelle partite a eliminazione diretta dando modo a Sarah Van Aalen di distribuire meglio il suo gioco; ora però i test saranno decisamente più impegnativi, e l’attacco con Celeste Plak e Marrit Jasper sembra un po’ troppo leggero per impensierire davvero le rivali.

SEMIFINALI
Italia-Turchia ven 1/9 ore 17.00
Serbia-Olanda ven 1/9 ore 20.00

FINALE PER IL TERZO POSTO
Dom 3/9 ore 16.00

FINALE PER IL PRIMO POSTO
Dom 3/9 ore 19.30

di Eugenio Peralta

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