Today in History: le farfalle di Busto Arsizio volano nella storia

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Di Eugenio Peralta

15 aprile 2012: la Yamamay Busto Arsizio conquista il suo primo, storico scudetto, battendo la MC-Carnaghi Villa Cortese in Gara 5 della finale play off. Il punto più alto di una stagione straordinaria per le “farfalle” biancorosse, che nello stesso anno avevano già conquistato Coppa ItaliaCoppa CEV e che con il tricolore entrano dalla porta principale nella storia del volley nazionale. Il tutto al termine di una sfida epica che suggella nel modo più spettacolare l’acerrima rivalità tra bustocche e cortesine.

Il dualismo tra le due squadre, arrivate negli stessi anni ai vertici della pallavolo italiana, ha aspetti folcloristici e altri romanzeschi. Villa Cortese è separata da Busto Arsizio solo da pochi metri di strada urbana; la famiglia Carnaghi, proprietaria e main sponsor delle biancoblu, è bustocca al cento per cento. Soprattutto, e incredibilmente, alle origini delle due società c’è la stessa persona: suor Carla Croci, che fondò prima la Pallavolo Cislago (da cui nacque la Futura Busto Arsizio) e poi il GSO Villa Cortese.

Foto Rubin/LVF

Ma al di là della favola c’è anche un background imprenditoriale non da poco: da una parte un gruppo rinomato a livello internazionale nel settore dell’abbigliamento e degli accessori, dall’altra un leader mondiale nella produzione di macchinari industriali. Così, mentre Busto sale pian piano la scala verso il successo (a partire dalla prima Coppa CEV del 2010), Villa Cortese irrompe nel panorama del volley come un elefante in una cristalleria, vincendo due Coppe Italia e arrivando per tre volte di fila in finale scudetto. E il derby sale di tono e intensità, tra sfottò reciproci, scambi di striscioni tra le due tifoserie (come dimenticare il leggendario “Tornio subito“?) e battaglie di mercato.

Nel 2011-2012, le parti sembrano essersi invertite. La Yamamay è l’assoluta dominatrice della stagione, grazie alla perfetta alchimia di squadra costruita da Carlo Parisi e all’innesto di due pezzi da novanta come la talentuosissima palleggiatrice statunitense Carli Lloyd e il libero Giulia Leonardi. Busto perde una sola partita su 20 e la miseria di 13 set in stagione regolare, e trionfa in Coppa Italia a Modena. La MC-Carnaghi invece arranca: seconda in campionato ma a ben 14 punti dalle rivali, sconfitta in Supercoppa, subito fuori dalla Coppa Italia e quarta nelle deludenti finali di Champions League a Baku.

Foto Rubin/LVF

Nei play off succede di tutto: Busto Arsizio perde la stella Helena Havelkova per infortunio muscolare, al suo posto c’è Meijners. La squadra di Parisi riesce comunque a eliminare Novara Piacenza, e soprattutto ad aggiudicarsi la Coppa CEV dopo un Golden Set da brividi contro il Galatasaray. Villa Cortese, intanto, la spunta con grande difficoltà contro Pesaro Bergamo, portando entrambe le serie a Gara 3: l’ultima sfida contro la Foppapedretti si chiude con un trionfale 3-0, ma la squadra di Marcello Abbondanza sembra comunque largamente sfavorita dal pronostico in finale.

Inizia così, in un clamore mediatico senza precedenti, la resa dei conti tra le due grandi rivali. Gara 1 comincia con uno shock: 15-25 per Villa nel primo set a Busto. Ma poi rientra Havelkova e il 3-1 finale sembra incanalare la serie sui binari previsti. La serie però prevede una seconda partita al PalaYamamay e questa volta vince Villa, con un 2-3 spettacolare e una Makare Wilson in stato di grazia; la brutta notizia per le biancoblu è l’infortunio di Martina Guiggi. Da qui in poi si entra nel campo dell’imponderabile: Gara 3 e Gara 4 si concludono con un 3-0 per parte in poco più di un’ora, tanto che i complottisti iniziano a immaginare un copione già scritto.

Foto Rubin/LVF

Se lo è, è scritto veramente bene. Per Gara 5 il PalaYamamay straborda di pubblico ben oltre i limiti consentiti (5.217 da tabellino), e in centinaia rimangono fuori, nonostante le code fin dall’alba. Busto ha il match point in casa, ma ora tutto può davvero succedere, e succede quasi tutto: le farfalle dominano il primo set, Villa risponde con 5 set point annullati in un drammatico secondo parziale. Altro affondo biancorosso nel terzo (16-11, 21-13), altra risposta biancoblu nel quarto, mentre Havelkova non ce la fa più e deve lasciare il posto a Mejners: ecco l’inevitabile tie break decisivo.

La “Yama” inizia alla grandissima con Meijners (5-2), dall’altra parte Lucia Bosetti ancora non molla: 7-7. Si arriva in perfetta parità sul 13-13 e il muro di Stufi su Havlickova consegna incredibilmente a Villa Cortese il championship point. Per tre volte Berg mette la palla dello scudetto nelle mani di Aury Cruz, per tre volte la portoricana viene difesa e alla fine Havlickova annulla. L’errore più banale possibile (ennesima “pestata” di Pavan da seconda linea) vale il 15-14: alle 23.59 l’ultima palla della stagione la mette a terra ancora Havlickova, prima di lasciarsi travolgere dalle compagne per celebrare lo storico triplete.

Le fiammate di lava rossa della nuova tiranna della rete” le chiama La Prealpina. “La fine di una fiaba e gli albori di altre” replica La Provincia. “La vittoria perfetta per i tempi, i modi, le circostanze in cui è arrivata” scrive VareseNews. In campo tra abbracci, foto e bottiglie di spumante scatta anche la corsa ai cimeli, con gli Amici delle Farfalle pronti ad accaparrarsi pezzi della rete della partita decisiva. E tra le tante dichiarazioni la più profetica è forse quella del coach Parisi: “Speriamo di avere il tempo di festeggiare“.

Già in quella serata si vedono infatti le prime avvisaglie di un epilogo che fa tremare i tifosi biancorossi: per quasi un mese la squadra dei trionfi rischia di sparire dai radar, prima di essere salvata dall’intervento di un nuovo sponsor (Unendo Energia) che negli anni acquisirà poi la proprietà del club. Villa Cortese, dal canto suo, accusa il colpo dell’ennesima sconfitta e si prepara a una sfortunata “fusione” con Novara che sarà il preludio alla sua scomparsa dal volley di alto livello. Ma le emozioni di quel 15 aprile restano indimenticabili. A tal punto che a 8 anni di distanza c’è chi non ha smesso ancora di riviverle, come dimostra il “re-live” organizzato qualche settimana fa dalla UYBA

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Today in History: il graffio di Tai Aguero sulla Coppa Italia

Today in History
Di Redazione 18 aprile 2010: al 105 Stadium di Rimini la MC-Carnaghi Villa Cortese vince la Coppa Italia, battendo in una finale al cardiopalmo la Foppapedretti Bergamo. È il primo trofeo nella storia della squadra biancoblu, appena arrivata in Serie A1, e arriva al termine di una partita indimenticabile in cui la squadra di Marcello Abbondanza, in vantaggio per 2-0 e avanti 18-14 nel terzo set, rischia clamorosamente di farsi sfilare la Coppa. Alla fine però arriva la festa, nel segno di una fuoriclasse assoluta come Tai Aguero, la cui foto in posa da "gatta nera" scrive la storia della competizione. Villa Cortese fa notizia per il solo fatto di esistere: è espressione di un paese di poco più di 6000 abitanti - ma anche di un colosso mondiale delle macchine industriali -, è arrivata in A1 sull'onda di quattro promozioni consecutive dalla serie C e ha tirato fuori dal cilindro un mercato faraonico, con gli ingaggi di monumenti del volley italiano e internazionale come Paola CardulloManuela SecoloSara AnzanelloLindsey Berg e la stessa Aguero, oltre alla portoricana Aury Cruz. Una squadra costruita per vincere fin dalla prima stagione. [caption id="attachment_157995" align="aligncenter" width="678"] Foto Rubin/LVF[/caption] L'impatto sul campionato è in effetti da urlo, anche se qualche passo falso di troppo nel girone di ritorno (a Perugia e in casa contro Jesi) relega le cortesine al secondo posto in regular season a due punti da Pesaro, nonostante la parità nel numero di vittorie. Ma prima che inizi l'avventura nei play off arriva la Coppa Italia, quell'anno stranamente posizionata nella fase più calda della stagione. Villa si è qualificata a febbraio eliminando Novara con un doppio 3-1 nei quarti di finale, che hanno visto il passaggio delle prime quattro della classifica. La prima semifinale regala subito una grande sorpresa: la favoritissima Scavolini Pesaro cade contro Bergamo con uno 0-3 senza appello, segnato da una prova maiuscola della "Divina" Francesca Piccinini (21 punti). Poi scende in campo la MC-Carnaghi, seguita da un corposissimo gruppo di tifosi, ed è un'altra partita a senso unico: 3-0 su Jesi in poco più di un'ora, con 7 muri-punto di una scatenata Anzanello. La finale sarà dunque Villa-Bergamo, destinata a diventare una "mini-classica" nelle poche stagioni della parabola biancoblu. [caption id="attachment_157997" align="aligncenter" width="678"] Foto Rubin/LVF[/caption] Davanti a 4600 spettatori la sfida regala subito spettacolo: il primo set è un'altalena di emozioni, dal break di 7-12 per la Foppa al 22-22 siglato da un muro di Secolo, fino alla chiusura con tre attacchi consecutivi di Aguero. Bergamo prova a reagire nel secondo parziale (3-6, 14-16) ma ancora una volta viene raggiunta: sul 22-22, manco a dirlo, decide Tai con due attacchi vincenti inframmezzati da un muro di Anzanello. Nel terzo set Villa Cortese vola avanti 5-2 e 13-9, l'ingresso di Lucia Bosetti è l'ultima carta a disposizione di Micelli, ma sembra ormai troppo tardi. Invece sta per iniziare un'altra partita, ancora più emozionante: dal 18-14 la Foppapedretti rimonta fino al meno uno, e poi va al sorpasso con Antonella Del Core (20-21). Il servizio di Furst fa il resto e ancora Del Core riapre la partita. La MC-Carnaghi sbanda, Bergamo domina il quarto set con un parziale di 0-7 sempre sulla battuta della tedesca, e un ace di Bosetti manda tutti al tie break. Per Villa Cortese sembra concretizzarsi l'incubo: Cruz e Secolo non passano in attacco, e in avvio di tie break anche Aguero subisce due muri di fila per il 4-6. [caption id="attachment_157996" align="aligncenter" width="678"] Foto Rubin/LVF[/caption] Ma nel momento più difficile la MC-Carnaghi trova le energie per mettere la freccia: Berg mura Del Core per il pareggio (6-6), Anzanello firma l'allungo (9-7), Aguero consolida il vantaggio (13-10). Un appoggio vincente di Cruz vale il match point, annullato da Furst; al secondo tentativo Tai attacca per tre volte e alla fine trova il mani-out vincente del definitivo 3-2 (25-23, 25-22, 23-25, 17-25, 15-13). L'opposta italo-cubana chiude con 34 punti e un'infinità di palloni attaccati: 84, quasi la metà dei 171 di squadra, con appena due errori! È lei, insieme a Sara Anzanello (18 punti, 7 muri) l'assoluta protagonista del trionfo che porta i tifosi biancoblu a coniare lo slogan: "Veni, vidi, Villa". https://www.youtube.com/watch?v=YjbKto-Gdqs Quanto sia fondamentale l'apporto di Aguero, la MC-Carnaghi lo scoprirà poi a sue spese anche in finale scudetto: sarà proprio l'infortunio di Tai in Gara 1 a indirizzare la serie decisiva contro Pesaro e dare alla squadra biancoblu, fino a quel momento dominatrice assoluta, il primo di una lunga serie di dispiaceri tricolori. Il feeling con la Coppa, invece, continuerà anche nella stagione successiva a Catania: sempre contro Bergamo, sempre sotto il segno di Tai.